Testo di Paolo Sensini
Se dopo 156 anni dal processo di unificazione la penisola italica
è ancora più o meno attestata alla situazione del 1861, cioè le
popolazioni dei 7 Stati preesistenti all'Unità d'Italia sono ben
lungi dall'essersi integrate sotto il profilo economico, sociale,
linguistico e fors'anche antropologico, non si capisce come diavolo
si può anche solo presumere d'"integrare" africani,
asiatici, arabi, slavi, latinos e... italiani in un corpo sociale
unico e coerente. Chi lo crede possibile non è altro che un
ignorante o una persona in malafede, o più probabilmente un misto
d'entrambi. Basta guardare la situazione degli Stati Uniti d'America
e di altri Paesi europei, per di più con secolari imperi coloniali
alle spalle, per rendersi conto della totale vacuità di un simile
progetto. Ma è evidente che a burocrati e massoni tutto ciò serve
per tenere i sudditi in uno stato di continua fibrillazione e
conflitto, il mai tramontato Divide et Impera, garantendogli così di
eternarsi al potere. Il risultato sarà comunque una guerra civile
incipiente di cui si intravedono già i primi segni qua e là. Ed è
solo un piccolo assaggio di quello che vedremo tra non molto.
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