lunedì 7 agosto 2017

Il mistero dell’aristocrazia nera


Io non so chi sia costui, anche se somiglia a Paolo Franceschetti, né ho capito molto ciò che ha detto, benché dell’aristocrazia nera avessi già sentito parlare, però mi è sembrato convincente. Sì, avete sentito bene: mi è parso padrone di quanto ha detto e sincero per come lo ha detto. Trovo molto verosimile che alcuni esponenti dell’aristocrazia, in questo caso facente parte del lato oscuro, riescano a sopravvivere per secoli, trasmettendo il DNA ai propri discendenti e finendo per entrare in corpi sempre giovani, di generazione in generazione. Questo spiega perché i nobili ritratti nei quadri appesi alle pareti dei castelli hanno tutti la stessa faccia. In letteratura Oscar Wilde parlava di un patto con il diavolo per il suo Dorian Gray e in ambito magico il conte di Saint Germain diceva di essere vecchio di secoli e di essere immortale. Non c’è da stupirsi, inoltre, dei sacrifici di sangue compiuti dagli annoiati aristocratici. Lo abbiamo visto nel film “Eyes wide shut”, di Stanley Kubrik, lo stesso regista che probabilmente ha girato il presunto sbarco sulla luna del 1969. Del resto, è un fatto che spariscano migliaia di bambini e fanciulle ogni giorno nel mondo. E’ un fatto il rapimento di Emanuela Orlandi e l’ultimo episodio di una modella ventenne inglese, da parte di un polacco, poi liberata, fa se non altro sospettare che la tratta delle bianche sia un fenomeno tuttora in voga. E non solo per vecchi arabi bavosi, ma per fornire energie vitali a ricchi assassini impuniti. Il tema è di scandalosa attualità.


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