giovedì 3 agosto 2017

Il dogma religioso delle vaccinazioni




I media, notoriamente al servizio di chi ha il potere di controllare l'informazione (e quindi tutti incondizionatamente a favore  delle vaccinazioni a tutto campo), forse hanno capito che i soliti slogan ormai logori ("La scienza non è democratica", "E' necessaria una copertura vaccinale del 95% perché possa aversi l'immunità di gregge" e altre affermazioni non suffragate dai fatti) possono abbindolare solo gli sprovveduti e così stanno escogitando tattiche più raffinate e subdole. Ne ho avuto la prova leggendo la rubrica "Salute" del Corriere della Sera del 2 luglio scorso (pagg. 38-39) in cui si discute un problema  paradossale (e reale)  ma strumentalizzato a favore dei pro-vax. L'articolo si riferisce alla capacità degli organi d'informazione ufficiali di persuadere la gente comune che si dimostra spesso restìa ad accettare certe "verità", ma più in generale esso riguarda l'atteggiamento irrazionale di chi, anche di fronte all'evidenza, a prove di sicura affidabilità e al ragionamento logico, non cambia le proprie idee. Un atteggiamento molto diffuso che ho notato anch'io da che frequento Facebook, che costringe anche chi è certo di aver fornito motivazioni ineccepibili a fondamento della sua tesi a gettare la spugna di fronte all'irremovibilità dell'interlocutore e che trovo molto frustrante (ne ho accennato nel post "I bambini non vaccinati sono più sani di quelli vaccinati").


Ho sempre pensato che il non voler riconoscere la ragione dell'avversario fosse sostanzialmente una questione di ego, di orgoglio, ma sicuramente c'è dell'altro. Una ricerca in ambito psicologico avrebbe chiarito il meccanismo fondamentale alla base di questo atteggiamento scoprendo che la mente umana tende, in modo conscio o inconscio, a selezionare e a dare valore alle informazioni che confermano le proprie convinzioni, scartando tutte le altre. Perciò non sono tanto i fatti a determinare le nostre convinzioni, quanto piuttosto queste ultime a indurci a cercare le conferme che vogliamo, finendo così col rafforzarle. E i motivi che possono esserci dietro una convinzione o un pregiudizio sono tanti, spesso complessi e non sempre facili da individuare perché celati verosimilmente nell'inconscio, ma di sicuro entrano in gioco ideologie, valori, emozioni, fobìe o il bisogno di difendere una propria identità personale o di gruppo.

Tuttavia è stato accertato che generalmente tutti noi tendiamo a dar valore a quelle notizie che ci rassicurano sui nostri comportamenti cui siamo più affezionati, quelle che ci incoraggiano a rimanere in ciò che si definisce "la propria zona di comfort". Per esempio sembra che, pur essendo quasi tutti gli scienziati climatologi concordi nell'attribuire la causa dei cambiamenti climatici in corso al rilascio di anidride carbonica nell'atmosfera dovuto ad attività umane, circa un terzo della popolazione nutre dubbi a riguardo. Non è infatti difficile capire che riconoscere una nostra responsabilità nell'attuale pericolo ecologico incombente porta come diretta conseguenza a doversi impegnare a cambiare i nostri stili di vita. E visto che siamo in tema di vaccini, chi crede fermamente in essi probabilmente lo fa perché è molto rassicurante pensare che una semplice iniezione possa metterlo al riparo da pericolose malattie.

Questa teoria inoltre spiegherebbe benissimo il generale atteggiamento di scetticismo e ostilità di quasi tutta la classe medica e le istituzioni nei confronti delle medicine alternative, delle diete e di tutto ciò che esuli dai rigidi protocolli istituzionali (ma questo l'articolo non lo dice). Infatti, interessi economici a parte, ammetterne la validità implicherebbe riconoscere i propri limiti, i propri fallimenti e dover rimettere tutto in discussione. Dunque, chiarito questo, l'aspetto più interessante dell'articolo è come l'autore  sfrutti questo concetto per spezzare una lancia a favore dei vaccini. Infatti già nelle prime righe si legge: "Perché, in un momento in cui la scienza sembra raggiungere obbiettivi ogni giorno più spettacolari, cresce il malumore nei suoi confronti? Uno dei più eclatanti esempi di questo fenomeno è la spaccatura che si è creata sul fronte delle vaccinazioni, dove si parlano, senza capirsi, da una parte gli scienziati che portano prove schiaccianti sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini (?), dall'altra gli antagonisti che non credono a tali prove e sospettano macchinazioni dettate da interessi e manipolazioni".

Ma nooo! Senti, senti... cosa va a pensare certa gente! Certo che ce ne vuole di fantasia... E questo è solo l'inizio, sentite qua: "Eppure i fatti, soprattutto quelli provenienti dalla scienza, dovrebbero avere una solidità e un'incrollabilità tali da non dover o poter essere discussi." "Dopo una riduzione durata circa un secolo nel tasso di malattie infettive, c'è stato un recente aumento di morbillo, rosolia, parotite, pertosse, una tendenza in parte attribuibile all'errata convinzione che le vaccinazioni possano causare malattie piuttosto che prevenirle." Poi c'è una frase che "inspiegabilmente" viene ripetuta nello stesso articolo senza un apparente motivo: "Uno studio ha dimostrato che genitori esitanti se vaccinare o no il proprio figlio sono diventati ancora meno propensi a vaccinarlo quando venivano loro date informazioni che smascheravano il mito che i vaccini possano causare l'autismo."

Infine non poteva mancare una citazione del dr. Burioni, il quale, nel rivendicare l'importanza di saper fornire una corretta informazione a prescindere da quanto abbiamo appena analizzato, afferma fra l'altro: "Sappiamo che chi non vaccina mette in pericolo tutta la comunità, ma un conto è enunciare questo principio in forma astratta, un conto è raccontare che in Romania, a causa delle mancate vaccinazioni, sono morti tre bambini che non erano figli di antivaccinisti, ma che erano troppo piccoli per essere vaccinati. La forma dunque è tanto importante quanto il contenuto. Ma ritengo anche che la scienza abbia una sua forza derivante dal rigore e che, quando uno scienziato accetta di discutere con chi ne rifiuta il metodo, questa forza svanisca. E' per questo che non ho mai accettato il confronto con chi sostiene falsità."

Ma prima di decidere se qualcosa sia falso bisognerebbe prenderlo in considerazione senza pregiudizi, conoscerlo, analizzarlo, vagliarlo con quel metodo scientifico che lei si onora tanto di rappresentare, cosa che si può fare solo se c'è un confronto, vero sig. Burioni? Ma capisco che lei non accetti di discutere con chi rifiuta il metodo scientifico, come ad esempio il dr. Dario Miedico, medico integerrimo con un curriculum di assoluto rispetto, il dr. Stefano Montanari, uno dei massimi esperti mondiali di nanoparticelle assieme a sua moglie, la d.ssa Antonietta Gatti, e perfino il Premio Nobel Luc Montagnier, che non ha bisogno di presentazioni. Come vedete, tutti personaggi notoriamente eretici da mandare al rogo come Giordano Bruno.

Mi fermo qui perché questi ottimi esempi sono più che sufficienti per far notare un altro fenomeno che è diventato comune ed evidente nella comunicazione e nell'informazione: il tentativo di screditare notizie, teorie, affermazioni che vadano contro convinzioni comunemente condivise, che poi coincidono quasi sempre con gli interessi dei soliti noti, servendosi di argomentazioni a loro volta fittizie o distorte. Si parla così di "debunkering" o di "argomento fantoccio" quando si cerca in modo forzato ed ingannevole di far sembrare false notizie in realtà vere (mi rifiuto di usare l'espressione "fake news" perchè detesto questa abominevole manìa anglofona ormai inarrestabile che ha trasformato il nostro idioma in una specie di inglese italianizzato). A volte basta l'autorevolezza e il prestigio di chi prova a confutare una credenza a suggestionare il destinatario del messaggio, che non si rende conto di aver subìto un vero lavaggio del cervello.



Tornando dunque alle frasi da antologia su riportate, per me è facilissimo metterne in evidenza le incongruenze: quando si dice che gli scienziati portano prove schiaccianti sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini si mente spudoratamente, in quanto è risaputo che i vaccini non sono sottoposti alla stessa procedura per l'approvazione dei normali farmaci (mai capito il perché) e non sono mai stati eseguiti studi e verifiche a lungo termine sui loro effetti, nè tantomeno comparazioni tra vaccinati e non. E come la mettiamo con le tantissime sentenze che riconoscono un indennizzo per danni da vaccino? Si tratta dunque di un'opinione largamente condivisa, di un luogo comune e non di una verità basata sui fatti.

Ci vuole poi una facciatosta grande quanto una cattedrale (avete presente il duomo di Milano?) per parlare a nome di tutta la comunità scientifica, quando in realtà, proprio sul tema delle vaccinazioni, gli scienziati non sono mai stati così divisi. E se pure gli "ortodossi" fossero la schiacciante maggioranza, come si può ignorare che di regola sanno poco o niente di vaccini e tutto ciò che sanno fare è ripetere meccanicamente i dogmi che sono stati impartiti loro a seguito dell'indottrinamento da parte delle case farmaceutiche? Mentre chi si informa a 360° e ragiona con la propria testa se parla lo fa a suo rischio e pericolo, data la dittatura vigente, e così in molti casi preferisce non esporsi.

Un'altra madornale sciocchezza, che però è molto furba e suggestiva perché formalmente ineccepibile, è affermare che la scienza non è un'opinione e quindi è indiscutibile. Chi dice questo in buona fede è un somaro ragliante, per usare la stessa espressione che il dr. Burioni con arroganza inaudita rivolge a chiunque osi insinuare il minimo dubbio sui vaccini.

Come ho già detto in "La verità sui vaccini: l'Inquisizione è tornata", le uniche scienze esatte sono la matematica e la fisica e la medicina è la meno esatta tra tutte. Il più delle volte ciò che si intende per "scientifico" altro non è che un'interpretazione di dati empirici non di rado incompleti o suscettibili di variazioni, oppure fuori contesto, dunque niente di diverso da un'opinione. Come si può considerare assolutamente certo e indiscutibile quanto si sa sull'immunologia, una materia ancora in via di sviluppo dove entrano in gioco infiniti fattori, molti dei quali sconosciuti o di difficile individuazione? Senza contare poi che qualsiasi dato, scientifico quanto si vuole, può essere falsificato da chi ha interesse a farlo.

Quanto alle affermazioni di Burioni, beh... all'ironia del mio commento non occorre evidentemente aggiungere altro.

2 commenti:

  1. la cozza che raglia la cozza che raglia la cozza che raglia...indovina chi è? Che poi...siamo sicuri che la matematica è "matematica"? Non è una sorta di "stenografia" umana? Le formule matematiche sono una stenografia, per cui non viene mai spiegato il perché del risultato "proposto". Anche la fisica...spiega per qual motivo i pianeti sono sferici e non cubici? Forse lo erano una volta...quando lo spazio era minore...poi a forza di girare...gli spigoli si sono arrotondati...indagare per capire, sperimentare per provare...e sopra tutto la Logica della “Ragione" il cui “sonno genera cozze raglianti zin zin zin...

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