Fonte: Nardella Michele
I media,
notoriamente al servizio di chi ha il potere di controllare
l'informazione (e quindi tutti incondizionatamente a favore
delle vaccinazioni a tutto campo), forse hanno capito che i soliti
slogan ormai logori ("La scienza non è democratica", "E'
necessaria una copertura vaccinale del 95% perché possa aversi
l'immunità di gregge" e altre affermazioni non suffragate dai
fatti) possono abbindolare solo gli sprovveduti e così stanno
escogitando tattiche più raffinate e subdole. Ne ho
avuto la prova leggendo la rubrica "Salute"
del Corriere della Sera del 2 luglio scorso (pagg. 38-39)
in cui si discute un problema paradossale (e reale) ma
strumentalizzato a favore dei pro-vax. L'articolo si
riferisce alla capacità degli organi d'informazione ufficiali di
persuadere la gente comune che si dimostra spesso restìa ad
accettare certe "verità", ma più in generale esso
riguarda l'atteggiamento irrazionale di chi, anche di fronte
all'evidenza, a prove di sicura affidabilità e al ragionamento
logico, non cambia le proprie idee. Un atteggiamento molto diffuso
che ho notato anch'io da che frequento Facebook, che costringe anche
chi è certo di aver fornito motivazioni ineccepibili a fondamento
della sua tesi a gettare la spugna di fronte all'irremovibilità
dell'interlocutore e che trovo molto frustrante (ne ho accennato nel
post "I
bambini non vaccinati sono più sani di quelli vaccinati").
Ho
sempre pensato che il non voler riconoscere la ragione
dell'avversario fosse sostanzialmente una questione di ego, di
orgoglio, ma sicuramente c'è dell'altro. Una ricerca in
ambito psicologico avrebbe chiarito il meccanismo fondamentale alla
base di questo atteggiamento scoprendo che la mente umana tende, in
modo conscio o inconscio, a selezionare e a dare valore alle
informazioni che confermano le proprie convinzioni, scartando tutte
le altre. Perciò non sono tanto i fatti a determinare le nostre
convinzioni, quanto piuttosto queste ultime a indurci a cercare le
conferme che vogliamo, finendo così col rafforzarle. E
i motivi che possono esserci dietro una convinzione o un
pregiudizio sono tanti, spesso complessi e non sempre facili da
individuare perché celati verosimilmente nell'inconscio, ma di
sicuro entrano in gioco ideologie, valori, emozioni, fobìe o il
bisogno di difendere una propria identità personale o di
gruppo.
Tuttavia è stato accertato che generalmente tutti
noi tendiamo a dar valore a quelle notizie che ci rassicurano sui
nostri comportamenti cui siamo più affezionati, quelle che ci
incoraggiano a rimanere in ciò che si definisce "la propria
zona di comfort". Per esempio sembra che, pur essendo
quasi tutti gli scienziati climatologi concordi nell'attribuire la
causa dei cambiamenti climatici in corso al rilascio di anidride
carbonica nell'atmosfera dovuto ad attività umane, circa un terzo
della popolazione nutre dubbi a riguardo. Non è infatti difficile
capire che riconoscere una nostra responsabilità nell'attuale
pericolo ecologico incombente porta come diretta conseguenza a
doversi impegnare a cambiare i nostri stili di vita. E visto che
siamo in tema di vaccini, chi crede fermamente in
essi probabilmente lo fa perché è molto rassicurante
pensare che una semplice iniezione possa metterlo al riparo da
pericolose malattie.
Questa teoria inoltre spiegherebbe
benissimo il generale atteggiamento di scetticismo e ostilità di
quasi tutta la classe medica e le istituzioni nei confronti delle
medicine alternative, delle diete e di tutto ciò che esuli dai
rigidi protocolli istituzionali (ma questo l'articolo non lo dice).
Infatti, interessi economici a parte, ammetterne la validità
implicherebbe riconoscere i propri limiti, i propri fallimenti e
dover rimettere tutto in discussione. Dunque,
chiarito questo, l'aspetto più interessante dell'articolo è
come l'autore sfrutti questo concetto per spezzare una
lancia a favore dei vaccini. Infatti già nelle prime righe si
legge: "Perché, in un momento in cui la scienza
sembra raggiungere obbiettivi ogni giorno più spettacolari, cresce
il malumore nei suoi confronti? Uno dei più eclatanti esempi di
questo fenomeno è la spaccatura che si è creata sul fronte delle
vaccinazioni, dove si parlano, senza capirsi, da una parte gli
scienziati che portano prove schiaccianti sull'efficacia e la
sicurezza dei vaccini (?), dall'altra gli antagonisti che
non credono a tali prove e sospettano macchinazioni dettate da
interessi e manipolazioni".
Ma nooo! Senti, senti...
cosa va a pensare certa gente! Certo che ce ne vuole di
fantasia... E questo è solo l'inizio, sentite
qua: "Eppure i fatti, soprattutto quelli provenienti
dalla scienza, dovrebbero avere una solidità e un'incrollabilità
tali da non dover o poter essere discussi." "Dopo
una riduzione durata circa un secolo nel tasso di malattie infettive,
c'è stato un recente aumento di morbillo, rosolia, parotite,
pertosse, una tendenza in parte attribuibile all'errata convinzione
che le vaccinazioni possano causare malattie piuttosto che
prevenirle." Poi c'è una frase che
"inspiegabilmente" viene ripetuta nello stesso articolo
senza un apparente motivo: "Uno studio ha dimostrato
che genitori esitanti se vaccinare o no il proprio figlio sono
diventati ancora meno propensi a vaccinarlo quando venivano loro date
informazioni che smascheravano il mito che i vaccini possano causare
l'autismo."
Infine non poteva mancare una citazione
del dr. Burioni, il quale, nel rivendicare l'importanza di saper
fornire una corretta informazione a prescindere da quanto abbiamo
appena analizzato, afferma fra l'altro: "Sappiamo che
chi non vaccina mette in pericolo tutta la comunità, ma un conto è
enunciare questo principio in forma astratta, un conto è raccontare
che in Romania, a causa delle mancate vaccinazioni, sono morti tre
bambini che non erano figli di antivaccinisti, ma che erano troppo
piccoli per essere vaccinati. La forma dunque è tanto importante
quanto il contenuto. Ma ritengo anche che la scienza abbia una sua
forza derivante dal rigore e che, quando uno scienziato accetta di
discutere con chi ne rifiuta il metodo, questa forza svanisca. E' per
questo che non ho mai accettato il confronto con chi sostiene
falsità."
Ma prima di decidere se qualcosa sia falso
bisognerebbe prenderlo in considerazione senza
pregiudizi, conoscerlo, analizzarlo, vagliarlo con quel metodo
scientifico che lei si onora tanto di rappresentare, cosa che si può
fare solo se c'è un confronto, vero sig. Burioni? Ma capisco che lei
non accetti di discutere con chi rifiuta il metodo scientifico, come
ad esempio il dr. Dario Miedico, medico integerrimo con un
curriculum di assoluto rispetto, il dr. Stefano Montanari, uno
dei massimi esperti mondiali di nanoparticelle assieme a sua
moglie, la d.ssa Antonietta Gatti, e perfino il Premio Nobel Luc
Montagnier, che non ha bisogno di presentazioni. Come vedete, tutti
personaggi notoriamente eretici da mandare al rogo come Giordano
Bruno.
Mi fermo qui perché questi ottimi esempi sono più
che sufficienti per far notare un altro fenomeno che è diventato
comune ed evidente nella comunicazione e nell'informazione: il
tentativo di screditare notizie, teorie, affermazioni che vadano
contro convinzioni comunemente condivise, che poi coincidono quasi
sempre con gli interessi dei soliti noti, servendosi di
argomentazioni a loro volta fittizie o distorte. Si parla così di
"debunkering" o di "argomento
fantoccio"
quando si cerca in modo forzato ed ingannevole di far sembrare false
notizie in realtà vere (mi rifiuto di usare l'espressione "fake
news" perchè detesto questa abominevole manìa anglofona ormai
inarrestabile che ha trasformato il nostro idioma in una specie di
inglese italianizzato). A volte basta l'autorevolezza e il prestigio
di chi prova a confutare una credenza a suggestionare il destinatario
del messaggio, che non si rende conto di aver subìto un vero
lavaggio del cervello.
Tornando dunque alle frasi
da antologia su riportate, per me è facilissimo metterne in evidenza
le incongruenze: quando si dice che gli scienziati portano prove
schiaccianti sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini si mente
spudoratamente, in quanto è risaputo che i vaccini non sono
sottoposti alla stessa procedura per l'approvazione dei normali
farmaci (mai capito il perché) e non sono mai stati eseguiti studi e
verifiche a lungo termine sui loro effetti, nè tantomeno
comparazioni tra vaccinati e non. E come la mettiamo con le
tantissime sentenze che riconoscono un indennizzo per danni da
vaccino? Si tratta dunque di un'opinione largamente
condivisa, di un luogo comune e non di una verità basata sui
fatti.
Ci vuole poi una facciatosta grande quanto una
cattedrale (avete presente il duomo di Milano?) per parlare a nome di
tutta la comunità scientifica, quando in realtà, proprio sul tema
delle vaccinazioni, gli scienziati non sono mai stati così divisi. E
se pure gli "ortodossi" fossero la schiacciante
maggioranza, come si può ignorare che di regola sanno poco o niente
di vaccini e tutto ciò che sanno fare è ripetere meccanicamente i
dogmi che sono stati impartiti loro a seguito dell'indottrinamento da
parte delle case farmaceutiche? Mentre chi si informa a 360° e
ragiona con la propria testa se parla lo fa a suo rischio e pericolo,
data la dittatura vigente, e così in molti casi preferisce non
esporsi.
Un'altra madornale sciocchezza, che però è
molto furba e suggestiva perché formalmente ineccepibile, è
affermare che la scienza non è un'opinione e quindi è
indiscutibile. Chi dice questo in buona fede è un somaro ragliante,
per usare la stessa espressione che il dr. Burioni con arroganza
inaudita rivolge a chiunque osi insinuare il minimo dubbio sui
vaccini.
Come ho già detto in "La
verità sui vaccini: l'Inquisizione è tornata", le uniche
scienze esatte sono la matematica e la fisica e la medicina è la
meno esatta tra tutte. Il più delle volte ciò che si intende per
"scientifico" altro non è che un'interpretazione di dati
empirici non di rado incompleti o suscettibili di variazioni, oppure
fuori contesto, dunque niente di diverso da un'opinione. Come si può
considerare assolutamente certo e indiscutibile quanto si sa
sull'immunologia, una materia ancora in via di sviluppo dove entrano
in gioco infiniti fattori, molti dei quali sconosciuti o di difficile
individuazione? Senza contare poi che qualsiasi dato, scientifico
quanto si vuole, può essere falsificato da chi ha interesse a
farlo.
Quanto alle affermazioni di Burioni, beh...
all'ironia del mio commento non occorre evidentemente aggiungere
altro.
la cozza che raglia la cozza che raglia la cozza che raglia...indovina chi è? Che poi...siamo sicuri che la matematica è "matematica"? Non è una sorta di "stenografia" umana? Le formule matematiche sono una stenografia, per cui non viene mai spiegato il perché del risultato "proposto". Anche la fisica...spiega per qual motivo i pianeti sono sferici e non cubici? Forse lo erano una volta...quando lo spazio era minore...poi a forza di girare...gli spigoli si sono arrotondati...indagare per capire, sperimentare per provare...e sopra tutto la Logica della “Ragione" il cui “sonno genera cozze raglianti zin zin zin...
RispondiEliminaHai scritto un commento stupido.
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