Testo di Indro Montanelli
Che i profughi
palestinesi siano delle povere vittime, non c'è dubbio. Ma lo sono
degli Stati Arabi, non d'Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa
dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei
senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di
sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria
scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di
stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su
Israele l'odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono
allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell'altro,
bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i
responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori»
ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.
La terra di Israele è sempre stata la
terra degli ebrei. Se leggiamo le descrizioni di Gerusalemme fatta
nel 1800 da Marx e Mark Twain, leggiamo di "una città povera e
miserabile abitata nella parte Est, interamente, da ebrei poveri e
miserabili che erano sempre vissuti lì, da tremila anni". Gli
arabi erano sì in leggera maggioranza numerica ma in gran parte
erano nomadi senza terra, l'unica vera comunità stanziale era quella
ebraica che abitava le stesse case da migliaia di anni. Gli ebrei sionisti emigrati nel '900
si sono massacrati a dissodare, irrigare, fabbricare desalinizzatori,
sono morti a migliaia di stenti e di malaria, parassitosi, colera,
ameba, tifo, setticemia e tetano. Sono morti a decine di migliaia, ma
poi hanno vinto, il deserto è fiorito, dove c'erano lande desolate è
nato un paese di filari di vite e di limoni.
Per poter di nuovo odiare gli ebrei viene violato il diritto civile, che per dirla con un toscanismo si
riassume in "chi vende, poi, non è più suo". Gli arabi la
loro terra se la sono venduta, prima ai sionisti facendola pagare
carissima, poi alla comunità internazionale intascando 66 anni di
fiumi di denaro per risarcirgli il "dolore" di aver perso
20.000 chilometri quadrati di terra che non è mai stata loro, meno
del Piemonte, che quando c'erano loro era un terra di sassi, paludi e
scorpioni.
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