Testo di Paolo Sensini
Il Viminale riferisce che i flussi di clandestini nella tratta
mediterranea sono diminuiti rispetto agli anni scorsi, dove si è
sfiorato i circa 200mila sbarchi annuali. Tuttavia i costi per il
2018 riportati dal ministero dell'Economia sono in continua crescita,
con uno stanziamento d'esercizio tra i 4,6 e i 5 miliardi di euro.
Un'enormità di denaro pubblico pagato con le tasse estorte ai
contribuenti. Perché quella dell'accoglienza è una vera e propria
industria sulla quale campano un'infinità di soggetti
parassitari che traggono i loro proventi solo da questo. Per tale
motivo sono così fermamente ostili al blocco dell'immigrazione
clandestina o anche solo a un ridimensionamento dell'afflusso di
afro-islamici scaricati ogni giorno sulle coste del Sud Italia. Ciò
significherebbe un crollo delle entrate nelle loro casse, ed è per
questo che vi si oppongono con tutte le forze accampando motivi di
carattere umanitario. "Scappano dalla guerra", ci ripetono
da anni come un disco rotto, ma poi sono le stesse autorità
governative a far sapere che per il 90-95% dei casi si tratta di
soggetti che emigrano per motivi di carattere economico. Se venissero
accolti coi portafogli degli "operatori umanitari" si può
stare certi che il numero di clandestini recuperati in mare subirebbe
un crollo immediato, ed è per tale ragione che un governo che
contempli un cambio di rotta sulle politiche migratorie non viene
neppure preso in considerazione. Ce lo chiede l'Europa!
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