Tre analogie mi sono scattate in mente stamattina: i pitbull, gli
ebrei e i partigiani. Di questi ultimi due gruppi si è parlato
spesso pochi giorni fa, in occasione del 25 aprile, mentre dei
pitbull che azzannano bambini se ne parla purtroppo tutto l’anno.
Cominciamo dai cani.
(1) Non solo i pitbull, ma anche i corsi, i rottweiler e il dogo
argentino ogni tanto fanno parlare di sé quando aggrediscono e
mandano all’ospedale (e a volte uccidono) bambini, siano essi della
famiglia di appartenenza o incontrati casualmente. Lo fanno perché
ai loro occhi non si tratta di cuccioli d’uomo, ma di altri cani,
che per essi è lecito assalire. Non avendo cognizione della propria
forza e dei propri denti, provocano danni irreversibili ai bambini,
portando i giudici, spesso ma non sempre, ad emettere sentenze di
condanna nei loro confronti. Pochi giorni fa è stato un pitbull a vegliare le due gemelline che si erano perse nel bosco nei pressi di
Tarcento, quasi un archetipo fiabesco e i mass-media non hanno
mancato di tessere le lodi del bravo cane protettore, una femmina.
Indi per cui, con questo episodio, se paragonato a quelli che hanno per
protagonisti la stessa razza di cane e altri bambini, si può
accettare la spiegazione che se un cane attacca un bambino è perché
non è stato bene addestrato dalla famiglia, ovvero la colpa non è
solo del cane, ma principalmente degli uomini. E’ la stessa razza,
sono gli stessi bambini piccoli, ma i comportamenti sono differenti e
le valutazioni pure.
(2) Degli ebrei, noi, in genere, se vogliamo essere obiettivi,
ammiriamo l’intelligenza e la capacità imprenditoriale, specie nel
mondo della finanza. Ma non solo, gli ebrei eccellono da sempre nella
scienza, nell’arte e nello spettacolo. Non si contano i Premi Nobel
a loro attribuiti, né gli Oscar vinti per la bravura nella
recitazione o per la regia. Sul perché gli ebrei abbiano una marcia
in più si possono avere mille opinioni. La mia è che hanno geni
alieni nel loro corpo in misura superiore agli altri Homo sapiens.
Sono anch’essi della razza Homo, ma discendono dalla seconda
manipolazione genetica compiuta dagli Elohim nei laboratori chiamati
“Gan-Eden” circa 6.000 anni fa, mentre gli altri Sapiens sono più
antichi e la loro “creazione” risale a circa 250.000 anni or
sono. Con il trascorrere del tempo e con i matrimoni misti, vietati al devoto ebreo, il patrimonio genetico alieno si è diluito, ma ciò
non toglie che nei punti chiave delle società occidentali ci siano
loro, il più delle volte a dettar legge al resto dell’umanità. E
poi c’è l’esercito israeliano. Che a partire dal 1948 sta
attuando il genocidio dei palestinesi, il cui unico torto è stato
quello di trovarsi a vivere nel posto sbagliato. L’esproprio delle
terre degli arabi palestinesi ha reso odiosi quegli stessi ebrei di
cui ammiriamo le doti intellettuali. E’ la stessa etnia, sono
sempre ebrei, ma mezzo mondo li ama e l’altro mezzo li odia, un po’
come succede con i pitbull e gli altri cani da combattimento. O li si
odia o li si ama.
(3) C’è uno spartiacque, stabilito convenzionalmente. E’ il
25 aprile del '45, data ufficiale della fine delle ostilità. C’è un prima
e un dopo. Prima c’era una guerra civile, se non altro a partire
dall’otto settembre del 1943, e i partigiani avevano un ruolo ben
definito; dopo ci sono state vendette e atrocità. Se un arbitro
fischia la fine della partita, i giocatori delle due squadre avverse
si stringono le mani e si scambiano le magliette, avviandosi ciascuno
verso i propri spogliatoi. Ma i partigiani, quel metaforico fischio
di fine partita, non l’hanno sentito, o meglio non l’hanno voluto
sentire, dal momento che la gente nelle città scendeva per strada
per festeggiare e gli ex fascisti si toglievano le loro vecchie
divise. Evidentemente, andando avanti ad ammazzare ex fasciti, o
presunti tali, fino al 1949, vuol dire che la divisa, quei malcapitati, non se l’erano tolta del tutto, ma gli era rimasta appiccicata
addosso indelebilmente. Durante le guerre agiscono le leggi di
guerra, durante la pace, agiscono le leggi della pace, ovvero del
diritto giuridico.
C’è un prima e un dopo e i partigiani, o
sedicenti tali, non avevano alcun diritto di continuare la loro
guerra (che a quel punto si può definire personale) dopo il 25
aprile del ‘45. Ogni atto violento da essi compiuto era stonato, fuori
posto, anacronistico e, sul piano giuridico, illegale. Andando ad
ammazzare donne, preti, possidenti terrieri ed ex gerarchi, hanno infangato quel poco di
nobiltà che c’era nella Resistenza prima che finisse la guerra.
Hanno inficiato il ricordo dei nobili atti di ribellione verso la
duplice tirannia dei tedeschi in fuga e dei repubblichini che
avevano un senso dell’onore diverso da quello dei partigiani, e che consideravano il tradimento nei confronti dell’ex alleato una
macchia da cancellare. Anche per i partigiani c’è un prima e un
dopo. Ci sono i partigiani che hanno fatto la Storia e quelli che ne
hanno fatta un’altra, a disdoro di tutta la Resistenza.
Ma questo,
forse, può essere funzionale al metodo del “Divide et impera”,
una tecnica in uso da secoli e probabilmente voluta dai padroni
occulti del mondo. Il che ci riporta, complottisticamente parlando,
al punto numero (2). I padroni del mondo sono loro: gli ebrei, con il
loro superiore patrimonio genetico alieno. Quasi quasi preferirei che ad essere padroni del mondo fossero i pitbull.
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