Testo di Sergio Scorza
Michele Serra è per il PD quello che Vittorio Feltri rappresenta
per la Lega: una sorta di vocina interiore senza filtri, quella che
dice ciò che realmente pensa senza freni inibitori, senza
preoccuparsi di infiocchettare troppo i concetti. In questo senso sarebbero entrambi da apprezzare, Feltri e Serra,
se non altro in quanto “sinceri”. Specialmente quando il
primo dice senza troppi giri di parole che, per fermare i migranti,
bisogna lasciarli morire affogati in mare (in modo tale che poi non
partano più) e il secondo dà la colpa dei fatti avvenuti
nell’istituto tecnico di Lucca alla “classe sociale” degli
alunni. Serra è il PD senza filtri, quello che dice: sì, è vero, quelli
che vanno negli istituti tecnici fanno parte di un ceto inferiore
rispetto agli alunni dei licei. E i poveri sono, per loro
natura, più portati a delinquere e ad essere violenti dei figli
della borghesia.
Ma avrebbe anche potuto dire: i figli della borghesia si nutrono
di film di Moretti e retrospettive di Kiarostami, i poveracci
riempiono le sale per Zalone, gli alunni dei licei leggono
Repubblica, quelli degli istituti tecnici al massimo le fake news su
internet. In Serra c’è tutta l’involuzione e la successiva implosione
della ex sinistra italiana che, da Gramsci che teorizzava la cultura
di massa, è passata all’elitarismo da apericena in giacchetta a
costine di velluto. Serra è IL borghese per antonomasia, la voce più autentica del
conservatorismo classista targato Partito Democratico, con tutto il
corredo di disprezzo per le “classi subalterne” e la prosopopea
di chi si sente Tolstoj perché conosce i congiuntivi, mica come Di
Maio che faceva lo stuart allo stadio (brrrrr). Io, ad esempio, ho frequentato il liceo classico e più o meno so
usare i congiuntivi, sarei un perfetto elettore piddino.
Studiavo
al Giulio Cesare, quello che in passato fu di Ghira, uno dei tre
pariolini neofascisti del massacro del Circeo. E di
picchiatori pariolini neofascisti ce n’erano a bizzeffe anche
quando l’ho frequentato io. Figli della “Roma bene”
del Trieste/Salario, dei Parioli, di Piazza Bologna. Forse
non avevano visto abbastanza film di Moretti, boh. Quando vi viene in mente di chiedervi come mai il PD perda
ovunque, tranne nelle zone più benestanti del paese, leggete Serra. Lì c’è tutto il fallimento di una sinistra che è diventata
destra senza accorgersene, lievemente, lentamente, con inquadrature
lunghe e poetiche, come in un film di Tarkovskij o di Kitano dove
alla fine muoiono tutti.
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