Mentre nel film
l’obiettore di coscienza avventista portava in salvo i suoi
commilitoni feriti, a Gaza un anonimo ragazzo palestinese portava in salvo uno pneumatico. Desmond Doss, l’obiettore eroe, rimane
ferito, mentre il ragazzo palestinese rimane ucciso. A sparare sul
soccorritore Doss sono i giapponesi della seconda guerra mondiale, in
quel di Okinawa. A sparare sul giovane palestinese sono gli ebrei di
oggi, in quel di Gaza. La differenza tra i due eserciti nella zona
del Pacifico è minima, in quanto entrambi dotati di armi letali. La
differenza tra i due schieramenti di Gaza è abissale, in quanto
Israele è una potenza mondiale fornita di tutte le armi possibili e
immaginabili, mentre i palestinesi vanno all’attacco disarmati, o
tutt’al più con fionde alla maniera di Davide contro Golia, e si
presentano davanti ai fucili degli ebrei come una mandria di buoi che
va al macello. Esattamente come piace a Geova degli Eserciti. Come
potevano quegli anonimi cecchini ebrei lasciarsi scappare l’occasione
ghiotta di accontentare il loro Dio feroce?
Negli anni Ottanta un
film documentario dal nome impronunciabile, Koyaanisqatsi,
fu premiato
per il messaggio che portava. Per quel che mi ricordo era un film
sulla psicologia umana e, fra le altre cose, c’erano due fratelli
contadini che litigavano per i confini dei loro rispettivi campi. Mi
verrebbe da dire che le contese territoriali sono prerogativa delle
popolazioni sedentarie, dedite all’agricoltura, ma anche quelle
nomadi non scherzano in fatto di conflitti, sia che si tratti dei
moderni Rom, sia che si tratti degli antichi Unni. La ferocia della
guerra riesce sempre a farsi strada nel cuore degli uomini.
A Gaza e sulla scogliera
dove Desmond Doss compì le sue eroiche imprese, c’è sempre la
lotta per un pezzo di terra, la Palestina contesa e la vittoria
finale degli USA sul Giappone. Se, a distanza di settant’anni,
troviamo squallido che una nazione civilizzata come gli Stati Uniti
mandi a morire la meglio gioventù per sconfiggere un’altra nazione
civilizzata che, con la sua meglio gioventù fa la stessa cosa,
allora, con lo stesso metro, dovremmo trovare squallido che oggi
Israele e Hamas si combattano lasciando sul terreno per lo più morti
arabi. Tanto più che le forze in campo sono sproporzionate e allora,
delle due l’una: o Hamas getta la spugna e la smette di fomentare
propositi di rivalsa lasciando che i palestinesi si rassegnino una
volta per tutte ad aver perduto la loro terra, o Hamas si arma come
si deve e addestra i suoi soldati in modo professionale, senza che
debbano morire sulla polverosa terra nel tentativo di salvare uno
pneumatico. Se Hamas non fa così, cercando magari alleati meglio
organizzati, diventa complice di Israele.
Il sunto è che l'imperialismo anglo-americano è assolutamente determinato a soddisfare la voglia di sangue della canaglia israeliana. Lo Stato ebraico vuole estendersi seguendo il piano Yinon. Nel frattempo, l'Italia è ancora sotto l'occupazione militare della NATO cosicché, in caso di scoppio di guerra tra USA-UK e Russia, l'Italia sarà un obiettivo da bombardare. I nostri militari non ci proteggeranno poiché l'Esercito Italiano prende ordini da Londra e da Washington. Non ci resta che urlare il nostro dissenso marciando pacificamente. Attenzione a Mike Pompeo, il neosegretario di Stato USA: costui spinge per una politica militarmente forte su molti dossier.
RispondiEliminaSpero che Putin, o chi sarà al suo posto in caso di guerra, abbia il buon senso di capire che noi italiani non vogliamo essere gli agnelli sacrificali degli ebrei e che sarebbe un vero peccato distruggere il 70 % delle bellezze artistiche del pianeta.
EliminaPurtroppo, sul nostro territorio - nostro si fa per dire - abbiamo un centinaio di basi militari NATO, obiettivi strategici, ed è questo che ci condanna a morte certa.
La marcia dei Rothschild verso la guerra
EliminaGrazie K (qualcosa a che fare con Man in black?).
EliminaStai mettendo molta....verdura al fuco!
:-)