Testo di Paolo Sensini
Per fare ingoiare ai sudditi-spettatori l'inevitabilità
dell'ondata migratoria, i media di regime sono costretti a darsi una
parvenza scientifica o pseudo tale. Proprio come ai bei tempi
dell'Unione Sovietica, quando i dati statistici propagandati erano
solo una variabile dipendente dagli interessi precipui della
nomenklatura di Stato. Oggi da noi siamo allo stesso livello, anzi
per certi versi forse addirittura peggio. Succede dunque che gli
esperti catodici ci ammoniscano che "nel 2065 gli italiani
saranno 6,5 milioni in meno". Che dramma, ma vi rendete conto! E
quindi, giocoforza, che saremo costretti a fare arrivare nuovi
africani per evitare questa immane "sciagura" demografica
che incombe su di noi.
Quello che non dicono, tuttavia, è che
l'Italia conta 206 abitanti per chilometro quadrato mentre l’Africa,
che somma 1,1 miliardi di abitanti, ha una densità di appena 36
abitanti per kmq. Solo la città di Milano, per fare un esempio
eclatante, ha una densità di 7.439,3 abitanti per kmq (mentre la
Lombardia 420, più del doppio della media italiana). Uno sproposito,
se riflettiamo un attimo su ciò che una tale situazione comporta in
termini di vivibilità urbana. Ne risulta quindi che l'intera
penisola, e soprattutto la Valle Padana, ha un surplus di popolazione
e dunque non è affatto allarmante un possibile calo dei suoi
abitanti. Anzi, sarebbe un fatto auspicabile vista la mancanza di
territorio e la sua orografia in prevalenza montagnosa. Siamo infatti
passati da 38 milioni di abitanti nel 1921 ai quasi 60 di oggi, un
aumento di notevole rilievo. Il calo demografico non è dunque
affatto una prospettiva inquietante, come vogliono farci credere. Ci
permetterebbe al contrario di recuperare territorio e liberarlo da
inutili colate di cemento. Evitando, tra l'altro, problemi futuri di
ben altra natura.
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