Quattro
No Tav sono in carcere con l’imputazione di terrorismo. Nel
mirino dei PM un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte il 14 maggio scorso.
Quella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante
non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato
di aver cercato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia.
Come
si configura il terrorismo? Qual è la differenza tra un danneggiamento e un
attentato terrorista? Come
si trasforma un’azione di sabotaggio in un atto terrorista? Secondo
il tribunale del Riesame «è ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto
che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese,
ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi
dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale.»
Queste
parole si incardinano nell’articolo 270 sexies, inserito nel codice dopo i sanguinosi
attentati di Al Qaeda a Madrid e a Londra: oggi viene applicato ad un’azione
non violenta di sabotaggio; domani potrebbe essere scagliato contro chiunque
si opponga concretamente ad una decisione non condivisa ed imposta con
la forza dallo Stato italiano.
Il
teorema della Procura torinese è di una gravità inaudita: se dovesse passare potrebbe
essere applicato a qualunque lotta sociale. La
libertà di tutti è sotto attacco. È
necessario agire concretamente contro l’occupazione militare, la devastazione del
territorio, la predazione delle risorse per un’opera che serve solo a spendere soldi
pubblici per finanziare le potenti lobby del cemento e i loro amici di destra
e di sinistra nelle istituzioni.
manifestazione
dalle
16 in Piazza Libertà, Udine
contro
l’accusa di terrorismo
e
la criminalizzazione di chi lotta
per
la liberazione
di
Chiara, Claudio,
Mattia,
Niccolò
e
degli altri NO TAV
ancora
ai domiciliari
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