Si
sta diffondendo anche in Italia la “droga del cannibale”, sostanza stupefacente
dagli effetti devastanti che suscita istinti cannibaleschi.
Ha
fatto la sua prima comparsa nel 2010, quando i media statunitensi iniziarono a
parlare di una droga dai devastanti effetti allucinogeni, una miscellanea di
sostanze chimiche detta “Sali da bagno”, capace di provocare estrema euforia,
insonnia e alta irritabilità emotiva. Una droga purtroppo sempre più diffusa non solo in
America, ma anche in Italia. La chiamano anche “Droga del cannibale” o “Settimo
cielo” e i suoi abominevoli effetti sull’uomo costellano di raccapriccianti
dettagli le recenti cronache d’oltreoceano: basti pensare, per citare solo
alcuni episodi, a quello studente ventunenne americano che ha confessato
l’uccisione del suo coinquilino e la polizia, perquisendo la sua casa, ha
ritrovato due scatole contenti resti umani. Oppure a quell’uomo che, nudo in
strada, la polizia ha dovuto uccidere perché stava divorando il volto di un
barbone. Violenza e ferocia disumane, degne del più spietato film horror. Ma
non si tratta di finzione cinematografica, è pura realtà.
Ci
sono anche dei casi italiani, prova del fatto che l’uso di questo stupefacente
si sta diffondendo anche nel nostro Paese. A Genova, un ragazzo è stato
ricoverato in stato di shock e arresto cardiaco, per aver aggredito la
sua compagna, staccandole brutalmente il labbro a morsi e provocandole diverse
lesioni da morso su tutto il corpo. Ed è di mercoledì 12 febbraio, la
notizia dell’arresto a Padova di una 33enne rumena, Monica Ioana Balaban,
cameriera nel noto ristorante “Belle Parti” in pieno centro storico.
L’insospettabile spacciatrice è stata sorpresa dai carabinieri con quasi sei
etti di droga sintetica, di cui 500 gr di “droga del cannibale”, destinati non
si sa ancora a chi.
Ma
cos’è esattamente questa sostanza stupefacente? Sicuramente molto pericolosa e
di facile reperibilità in quanto acquistabile online. Il suo principio è il
mefedrone che, testato dai ricercatori dell’Università Health Care del North
Carolina (Stati Uniti) sui ratti da laboratorio, causa effetti paragonabili a
quelli di cocaina, ecstasy e anfetamina, ossia effetti stimolanti e di rapida
dipendenza. Ma con un’ulteriore aggravante: provoca istinti cannibaleschi.
Stimola l’aggressività già insita in alcuni soggetti, spingendo ad atti di
violenza incontrollati, accompagnati da manifestazioni di spaventosa follia. Il
mefredone viene ricavato dal metcatinone, una molecola sintetica la cui
struttura può essere assimilata a quella del catinone, principio attivo
ottenuto dalla pianta del Khat, consumato in Etiopia, Kenia e Yemen. Gli
studiosi al momento non sanno dare una esaustiva spiegazione circa gli istinti
cannibaleschi risvegliati da questa droga che, al momento, restano ancora un
enorme punto interrogativo.
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