Quando
l’ideologia suona, la musica della verità tace. L’ideologia animalista ha
colpito Papa Francesco ed il Santo di Assisi. Gira da qualche giorno su
facebook una notizia: “FINALMENTE UN PAPA L’HA DETTO! A PASQUA
NON MANGIATE AGNELLO E CAPRETTI”. Ed anche su altri siti il messaggio che suona
è quello: “Il Papa: a Pasqua non mangiate agnelli a capretti”, per citarne uno
dei tanti. Peccato solo che il Papa non abbia mai detto quello che gli si
attribuisce. Tutto parte forse da un post dal titolo un po’ equivoco della lega
anti-vivisezione, “Grazie al Papa e no alla strage degli agnelli per Pasqua”.
E da lì si sa come girano le informazioni. Quindi il Papa non ha invitato
nessuno a non mangiare l’agnello. È vero invece che gli animalisti, appena
eletto il Papa, si erano messi subito in moto, chiedendo di fermare “la strage
delle migliaia di agnelli che ogni anno vengono sacrificati”, come avanzato da
Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu. “Jorge Mario Bergoglio”, ha detto
invece Massimo Pradella, presidente internazionale Oipa, l’organizzazione
internazionale protezione animali, “eletto ieri come nuovo Papa della Chiesa
cattolica ha scelto per la prima volta nella storia il nome Francesco. Ci
auguriamo che questa scelta sia motivata anche dalla sensibilità e dal rispetto
per gli animali che contraddistingue il frate Francesco, poi diventato santo, e
che si rifletta sulle scelte che opererà”.
Al Papa allora l’invito a “rompere
con alcune anacronistiche e crudeli tradizioni”. “Appena ho sentito il nome
`Francesco´ ho sperato subito che la scelta fosse stata ispirata al santo di
Assisi’’, dice il presidente della Lega anti vivisezione (Lav) Gianluca
Felicetti. “Questo Papa ha un’arma formidabile da utilizzare subito – continua
il presidente della Lav – elevando una sua parola in occasione della prossima
Pasqua, per evitare la strage delle migliaia di agnelli che ogni anno vengono
sacrificati’’. Sarebbe “un segnale di discontinuità con i suoi predecessori”
che dimostrerebbe “compassione per tutti i viventi, animali compresi, facendo
così della festa una Pasqua di resurrezione e quindi di vita. Ci auguriamo che
sia un uomo di pace, che applichi il rispetto per tutti gli esseri viventi a
360 gradi proprio nello spirito di San Francesco”.
La vulgata è dunque che San
Francesco sarebbe stato una sorta di animalista dell’era antica, un uomo che,
come loro, equipara in qualche modo la vita umana a quella animale, tanto,
magari, da fare di lui un vegetariano. E questo lo può pensare solo chi,
accecato dall’ideologia animalista, non conosce la figura di San Francesco.
Basta leggere le Fonti Francescane: “Un giorno i frati discutevano assieme se
rimaneva l’obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell’anno cadeva
in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi, fratello, a chiamare
venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno
come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne
siano spalmati all’esterno”. (Vita seconda di Tommaso da Celano). Insomma,
non solo il Papa non ha detto di non mangiare l’agnello pasquale. Ma l’idea
stessa che il suo nome e la tradizione francescana facciano di lui un
animalista può essere figlia solo di un cieco approccio ideologico. Buona
Pasqua. E buon appetito a tutti.
Sarà come la storia del canone RAI, un paio di settimane fa era circolata la notizia della sua abolizione da parte della commissione europea... e mi ha fatto ridere la cosa perché stavo leggendo un articolo al riguardo sul web e si è aperta una finestrina nel video dove c'era scritto: "Agenzia delle entrate: il canone va pagato."
RispondiEliminaCerto non c'è paragone con l'uccisione di un animaletto innocente come un agnello....
Infatti, tra una tassa non pagata e il tradimento del messaggio evangelico c'è un baratro, a livello etico.
EliminaVedremo se da qui ad aprile, si ripeterà l'invito... (vero o falso) a non mangiare agnello o capretto... qualcosa si trova già in rete e anche se fosse un copia e incolla dell'equivoco di cui all'articolo sopra, l'importante sarebbe che producesse l'effetto sperato.
RispondiEliminaIl peccato di omissione del clero è incommensurabile.
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