sabato 15 febbraio 2014

Un incubo chiamato realtà

 

Ieri ho passato una serata in compagnia degli animali. E' stato commovente. Sono andato in un locale in cui gli animali sono presi in seria considerazione e trattati con tutti i riguardi. Infatti, prima ancora di sederci, io e i miei amici abbiamo osservato un bellissimo acquario posto all'ingresso, forse voleva riprodurre il fondale dell'adriatico e conteneva vari animali acquatici. Abbiamo potuto osservare spigole, orate, scampi, un'aragosta, rane pescatrici, e altri pesci non meglio identificati. Era bellissimo vederli tutti lì, i miei amici sorridevano nell'osservarli, ma a me qualcosa non tornava. Il cameriere poi ci ha fatto accomodare, e nell'attesa che cenassimo altri animali sono passati sotto i nostri occhi. Dei calamari, gamberetti, cavalli, polli, altri animali ancora. L'atmosfera era festosa, c'era anche una tavolata a festeggiare un compleanno, e nell'aria si poteva respirare l'amore. 


Dopo un po' un cameriere entra in sala, tutti lo guardano sorridenti e meravigliati: su un carrello ha un intero pezzo di maiale, senza il resto del maiale. Si può vedere lo zoccolo, e ne deduco che è una gamba. Si vede anche l'osso sbucare fuori dalla carne, come uno sperone. Intorno all'osso si vede del sangue, che cola lungo l'apofisi e finisce sul vassoio. Alcuni clienti però storcono il naso, non si aspettavano di vedere un pezzo di animale così grosso e sono un po' turbati, forse perché non hanno mai visto servire in questo modo un animale. 

Mi manca un po' l'aria, nel locale fa caldo, ho sbagliato a mettere il maglioncino pesante, sarebbe bastata una camicia. Mi tiro su le maniche, ma non basta, perciò esco un po' fuori a respirare dell'aria fresca. Al ritorno passo dal bagno, e quando esco osservo di nuovo il bellissimo acquario, fatto di pesci immobili, tutti insieme lì dentro...non voglio più guardarlo. Torno a sedere, e le pizze sono arrivate. Una mia amica ha ordinato una pizza con animali sopra: salsiccia e würstel. Si è presto abituata all'usanza del locale. Viva l'abbondanza. Finiamo di mangiare e usciamo. Tutti di nuovo vicino l'acquario, che non è un acquario, ma come qualcuno avrà già capito è una vetrinetta piena di ghiaccio, con del pesce morto dentro: lo chiamano il banco del pesce fresco.
                                                                                                                                                                 
Morte e morte, dappertutto. E le persone non se ne rendono conto. Ridono, scherzano, e quella stessa morte la mangiano, la offendono con le loro bocche, mangiandone la sofferenza, il sangue, i nervi, i muscoli, gli umori. Sarebbe così bello apprezzare gli animali da vivi, e non da morti. Ma è questo quello che riesce a fare meglio la nostra specie: procurare sofferenza e morte. Sono tornato a casa con in testa questo pensiero, e ho accarezzato la mia cagna che dormiva. Lei si è svegliata, mi ha annusato e ha voluto le carezze. Mi ha guardato con quei suoi occhioni dolci e poi si è accovacciata per tornare a dormire. Lo faccio sempre quando rincaso. Se non la sveglio accarezzandola, lei dopo un po' viene nella mia camera, perché sente il mio odore e pretende la buonanotte, altrimenti non riesce più a riaddormentarsi. E' questo che manca nelle persone: il contatto con gli animali, sentire gli animali, viverli nel loro carattere, guardarli negli occhi e capire che sono come noi. Anche gli animali che ieri ho visto squartati nei piatti avrebbero voluto carezze, ma hanno ricevuto solo torture e morte, senza alcuna misericordia, senza una benché minima pausa di riflessione. Avviene tutto in un modo spaventosamente automatico, e nel compiere degli automatismi anche noi stessi siamo diventati degli automi, sprovvisti di sentimenti e pietà.

2 commenti:

  1. Bell'articolo. Un cuore grande, un amore enorme. Per le cose semplici, per le persone più deboli, gli animali, la vita. La vita di tutto e di tutti. La nostra vita. O almeno quello che ne resta. Bravo l'autore.

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    1. Concordo.
      Emerge un sentimento forte di spaesamento e di rifiuto del male.
      Per quello l'ho pubblicato.

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