Testo di Daniela Coin
Chi di voi non prova repulsione per quegli uomini che torturano ed ammazzano gli animali per puro piacere o, peggio, trovando scuse legali per poterlo fare? Come ad esempio chiamare la caccia “sport”, o la vivisezione “scienza” e le pellicce “moda”.
Chi di voi non prova repulsione per quegli uomini che torturano ed ammazzano gli animali per puro piacere o, peggio, trovando scuse legali per poterlo fare? Come ad esempio chiamare la caccia “sport”, o la vivisezione “scienza” e le pellicce “moda”.
Caccia,
Vivisezione, Pellicce sono ai vertici della lotta degli animalisti, ma non
solo. Molti ritengono immorale uccidere gli animali per cibarsene. Ma in questo
articolo cercherò di non trovare le ragioni per sostenere una o l’altra tesi.
Vorrei spostare il focus sul fastidio, il disprezzo, la rabbia e l’odio che
proviamo tutti noi per gli esseri umani che compiono questi delitti. Ho
parlato con moltissimi animalisti e tutti questi, quando devono rispondere alla
domanda: “Secondo te è giusto provare odio per quelle persone? Non diventi anche
tu come loro quando dici che dovrebbero morire, che non dovrebbero esistere,
che sono dei bastardi, che bisognerebbe che gli fossero fatte le stesse cose o
anche semplicemente quando pensi che loro stiano sbagliando?”, rispondono: “Ma
io non li odio. Però stanno facendo una cosa sbagliata e vanno fermati!”. Belle
parole. Peccato che non siano vere.
Comunque
lo si voglia chiamare, quando c’è fatidio, disprezzo, rifiuto, ogni volta che
ci si schiera contro a qualcosa, lì c’è odio.
Non
voglio sostenere che gli animalisti siano cattivi perché odiano le persone che
fanno del male agli animali, tutt’altro. Voglio sostenere invece che gli
animalisti odiano quelle persone così insensibili perché sono essi stessi
insensibili. Voglio dire che gli animalisti odiano chi si approfitta dei più
deboli perché sono loro stessi che si approfittano dei più deboli. Voglio
ribadire che chi odia un carnefice è esso stesso un carnefice.
“Come?”
direte voi, “Io non sono affatto un carnefice. Non ho mai ucciso nessuno, non ho
mai torturato nessuno. Non faccio del male nemmeno ai moscerini. Non mangio
nemmeno le piante per non farle soffrire, guardate, mangio solo frutta!”.
Non sto dicendo che chi odia il vivisettore è perché fa vivisezione di nascosto. Dico che chi odia la vivisezione è perché, nella vita di tutti i giorni, è solito sperimentare a danno degli altri le proprie perfidie, ad esempio. Sono persone che si approfittano degli altri ma molto lentamente. Usano, infieriscono in modo sottile, manipolano e infine, quando hanno esaurito il loro interesse, uccidono le persone col colpo di grazia, sempre che la vittima non muoia prima, lasciandole sole.
Chi
odia dicendo “non sopporto che si approfitti degli esseri innocenti” è una
persona che normalmente se la prende coi più deboli per affermare la propria
figura. Vogliono sempre aver ragione, vogliono affermare le loro verità a
discapito degli altri. Per difendere la loro posizione sarebbero letteralmente
in grado di distruggere un’altra persona che gli si dovesse opporre.
Chi
odia le donne che indossano le pellicce sono persone che odiano la figura
altezzosa e sprezzante perché sono esse stesse persone altezzose e sprezzanti,
piene di giudizio e criticone. Odiano anche chi ostenta bellezza e sfarzo perché
in qualche modo invidiano chi ha più di loro ed accumulano odio nel non poter
arrivare ad essere come vorrebbero.
Chi
odia le persone che mangiano animali sono spesso persone che non sanno godersi
la vita e che vivono di rinunce e limitazioni. Che fanno violenza fisica e
psicologica alla loro persona e sfogano le loro frustrazioni odiando coloro che
rappresentano l’immagine di se stesso che hanno deciso di rifiutare.
In
qualche modo chi si adopera per salvare qualche animale, chi combatte contro
questi esseri umani che torturano gli animali, chi si batte per i loro diritti,
sta anche distraendosi e cercando di non guardarsi dentro. E lo fa con una
tecnica che lo fa sentire bene, ovvero con la convinzione di stare aiutando gli
altri e salvando vite.
Ma non c’è nessun nobile scopo quando, accompagnato a pensiero ed azione, non c’è profondo amore, comprensione ed affetto. E non può esserci nessun amore quando prima quella cura e quell’attenzione non è rivolta alla nostra persona. Quando noi per primi non siamo amorevoli con tutto il creato, e soprattutto con le persone con cui viviamo e lavoriamo.
Non
sono quei mostri cattivi l’oggetto la causa del problema. Non sono le persone
malvagie e crudeli i criminali da punire. Loro sono solo i mezzi che usiamo per
distrarci e per non guardarci dentro, per non vedere chi siamo e cosa siamo
diventati.
Ma
l’infinita saggezza universale ha fatto sì che il male che noi facciamo a noi
stessi potessimo vederlo anche fuori (quand’anche rifiutassimo di guardarci
dentro). Chi non si guarda dentro è destinato ad una vita infelice piena di
sofferenza e solitudine.
Si
può soffrire anche quando si sorride. Si può essere soli anche circondati da
migliaia di persone.
Si
può essere crudeli anche fingendosi paladini.
Ogni
giudizio, ogni crudeltà e violenza, sono rivolti a noi stessi.
L’esterno
ci mostra solo quello che siamo.
Gli
altri sono uno strumento perfetto per conoscere ciò che siamo.
Non
vedremo amore all’esterno fintanto che non ameremo noi stessi oltre il
giudizio.
Ciò
vale non solo per gli animalisti, ovviamente, ma per ogni forma di fastidio e,
quindi, di odio.
cit. "non vedremo amore all'esterno fintanto che non ameremo noi stessi oltre al giudizio"
RispondiEliminaDiciamo che un po di verità qui c'è... Il conoscere se stessi ed accettarci come siamo e per chi vuole anche, cambiare.. ma siccome sulla Terra c'è anche chi non "ama" ne se stesso ne gli altri.. il solo ragionamento di "amarsi" non basta, le ingiustizie vanno denunciate, o perlomeno fatte notare, senza odio per quanto possibile, questo sì.
Esempio emblematico, Gesù, che credo assolutamente sia esistito, che nonostante predicasse amore ha ricevuto "odio".
Lo stesso Buddha sembra sia stato avvelenato per non parlare di Osho.. e quindi il solo amarsi e amare non basta... perché ci sono delle cose che se nessuno le fa notare nessuno le noterà.
Spesso si confonde l'egoismo con l'amare se stessi.
EliminaTu pensa al cacciatore sfegatato: se non va ad ammazzare selvaggina sta male e quindi per lui, se veramente si ama, è importante andare a riempirsi di adrenalina a discapito di povere bestie terrorizzate.
Amare se stessi è istintivo (si chiama istinto di sopravvivenza), ma fino a che questo tuo amore non calpesta i diritti degli altri. Lo dice il buon senso.
Ma infatti... una persona può anche "amarsi" e "amare" e nello stesso tempo non rendersi conto di commettere azioni sbagliate... quindi questi ragionamenti rivolti agli animalisti dovrebbero essere rivolti a tutta la società che non mi sembra che ora come ora regni l'armonia nella società...
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