Nei secoli scorsi il cancro veniva chiamato "putredine reale", in quanto colpiva
regolarmente solo i re e le persone che gli stavano intorno, tutti accomunati
dalla bruttissima abitudine di cibarsi con la carne dei propri cavalli
azzoppati, dei buoi che tenevano nelle stalle reali, della selvaggina che
perseguitavano nelle loro battute di caccia, ovvero delle proteine nobili
contenute nel sangue altrui. La
popolazione modesta e plebea doveva accontentarsi delle verdure, della poca
frutta e dei cereali che coltivava nei campi. Ma tutto il male non veniva per
nuocere, e i contadini vivevano sani e a lungo, mentre i reali continuavano ad
essere salassati dalla putredine reale, ovvero dal cancro.
Quando
la Rivoluzione Francese cominciò a portare i sangue blu sul palco della
ghigliottina, la borghesia e poi anche il popolo più umile vollero acquisire
tutti i diritti, includendo le abitudini più nefaste, come quella di insozzare
di sangue e di interiora i propri piatti, le proprie posate, le proprie tavole.
E
fu così che la putredine reale, il cancro dei re e dell’aristocrazia dal sangue
blu, divenne putredine popolare, e cominciò a mietere sempre più vittime tra la
popolazione mondiale.
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