Testo di Stefano Carnazzi
È
pronto a tutto pur di non “avvelenare inutilmente” le proprie terre Emmanuel
Giboulot, 51 anni, produttore della Borgogna, che coltiva 10 ettari di
vitigni Chardonnay e Pinot noir sulla Cote de Beune e la Haute-Cote de
Nuit. Ora rischia il carcere, ma la petizione online per salvarlo ha già superato
le 50.000 firme e la pagina Facebook in suo supporto i 100.000 ‘like’. Il
prefetto ha ordinato lo spargimento in tutta la regione di un insetticida
per contrastare la flavescenza dorata, malattia contagiosa e
mortale per la vigna.
Emmanuel
Giboulot, 51 anni, è comparso davanti al tribunale di
Digione. Secondo la legge, rischia una pena fino a sei mesi di
prigione e 30.000 euro di multa. Intanto, una petizione e una pagina
Facebook sono state create in solidarietà del viticoltore e diverse
associazioni ecologiste hanno chiamato a manifestare di fronte al
tribunale.
“Non
voglio utilizzare prodotti chimici sui miei appezzamenti, che la mia
famiglia coltiva in modo biologico dal 1970. Sono alla sbarra per aver
rifiutato di avvelenare le mie proprie terre”.
Tutto
comincia nel 2013 quando una circolare della prefettura di Digione impone
il trattamento “dell’insieme dei vigneti della Cote d’Or”, con un pesticida
contro la cicalina, un insetto che può provocare la flavescenza
dorata. La metà dei vigneti francesi viene trattata obbligatoriamente
contro la flavescenza secondo le disposizioni nazionali e europee.
Per
l’avvocato di Giboulot, Benoit Busson, “in assenza di una vera emergenza
sanitaria ed essendo le terre in questione al di fuori del perimetro a
rischio flavescenza, solo una circolare ministeriale avrebbe potuto
obbligarlo a utilizzare i pesticidi. Per lui, il reato non sussiste”.
L’accusa
ha invece chiesto una multa di 1.000 euro contro il viticoltore bio per
avere “commesso un’infrazione penale non rispettando per scelta ideologica
la circolare del prefetto”. La sentenza dovrebbe arrivare
nelle prossime settimane.
Il
viticoltore è suo malgrado divenuto un simbolo della causa ecologista:
un comitato di sostegno formato tra gli altri dal
partito Europe-Ecologie-Les Verts e da Greenpeace ha chiesto di
fare cadere tutte le incriminazioni giudiziarie verso i viticoltori “che
fanno la scelta coraggiosa di promuovere altri approcci agricoli”. La
pagina Facebook di solidarietà a Giboulot ha sforato i 100.000 like e la
petizione su Change.org in sua difesa
ha raccolto oltre 50.000 firme. Contro i pesticidi.
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