Quelli che vogliono
studiare l'arabo sono avvertiti! I musulmani non sono solo il nostro
nemico storico, ma anche quello contro cui noi occidentali
combatteremo nella prossima terza guerra mondiale. Quindi, se non
volete fare la fine di Regeni, cambiate facoltà, fate giurisprudenza
o filosofia o economia e commercio, ma lasciate stare le università
di lingue orientali. Questo è il messaggio che i servizi segreti
inglesi hanno voluto lanciare ai giovani italiani, o di altre nazioni
europee, e siccome non bastava ucciderlo perché si voleva colpire
l'emotività degli italiani, lo si è dovuto torturare e far morire
fra mille sofferenze. Sono gli impatti emotivi forti, come avviene
con gli attentati terroristici, a muovere l'opinione pubblica nella
direzione voluta.
Gentiloni e Renzi, che
in altre occasioni hanno dimostrato di fregarsene dei cittadini
italiani all'estero (vedi Marò) stavolta fanno la voce grossa, come
se volessero andare fino in fondo a questa faccenda. Gentiloni parla
di dovere dello Stato italiano verso la famiglia di Giulio e parla
anche di dignità dell'Italia. I giornali, dopo la delusione
dell'incontro con la delegazione di sei funzionari egiziani a Roma,
parlano di ennesimo “schiaffo” all'Italia. Stando alle esperienze
storiche, per far scoppiare una guerra ci vuole un “casus belli”,
che nella nostra epoca corrisponde a qualche attentato a “false
flag”. Il caso Regeni, pur nella sua orribile essenza, non dovrebbe
essere sufficiente, ma di sicuro anch'esso va nella direzione
dell'inizio delle ostilità.
Pertanto, se Italia ed Egitto dovessero
dichiararsi reciprocamente guerra, i 19.000 italiani presenti in
Egitto, fra residenti e turisti, potrebbero essere scambiati con i
103.000 egiziani residenti in Italia, concentrati soprattutto nella
ricca Lombardia. Si tratterebbe di 5 egiziani per ogni italiano,
considerato che ai turisti in partenza per la terra delle piramidi
verrebbe negato il visto prima dell'imbarco e quindi rimarrebbero in
Italia. In tal caso, la proporzione tra prigionieri egiziani e
prigionieri italiani sarebbe diversa. Lo scambio di prigionieri
sarebbe a nostro vantaggio. La domanda è: dove li raggruppiamo
103.000 egiziani in attesa di scambiarli con i nostri? C'è posto
nelle carceri o dobbiamo costruire improvvisati campi di
concentramento?
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