lunedì 25 aprile 2016

Prodezze partigiane



Ines Gozzi, ventiquattro anni, laureanda in lettere, era sfollata da Modena con la famiglia a Castelnuovo Rangone e là aveva trovato un impiego, quale interprete, presso il comando tedesco del luogo. In questa sua veste si prodigò quotidianamente in favore della popolazione. Sul finire del settembre 1944, allorché i partigiani uccisero due soldati tedeschi, Ines riuscì ad evitare una spietata rappresaglia germanica, salvando la vita a numerosi ostaggi ed evitando l'incendio di molte case del paese; da quel momento, tutti la definirono la «salvatrice». Ma Ines era fidanzata con un ufficiale fascista. Tanto bastò perché venisse decretata la sua condanna a morte. Nel tardo pomeriggio del 21 gennaio 1945, infatti, la giovane studentessa venne prelevata insieme al padre. I due furono portati in aperta campagna. Là Ines Gozzi fu violentata sotto gli occhi del genitore. Poi, i due sventurati vennero finiti con un colpo alla nuca e i loro cadaveri furono gettati in un pozzo nero. I responsabili del duplice delitto, identificati a guerra finita, vennero processati, ma furono assolti per avere compiuto un'«azione di guerra».


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