Fonte: Azione Culturale
E’ in atto una
trasformazione epocale, in cui la nostra società così come
l’abbiamo conosciuta finora potrebbe presto scomparire grazie ad
una globalizzazione che sta proseguendo spedita, assieme
all’attacco finale contro gli stati nazionali. Essi sono per
definizione costituiti da popolo,
territorio e sovranità,
tre elementi ormai in via di profonda modificazione, se non di
estinzione. Una sovranità ormai completamente sostituita da un
virulento potere finanziario, da interessi stranieri e da
istituzioni sovranazionali spesso non elette da nessuno.
Un territorio che non appartiene più al suo popolo ma è
diventato libera terra di conquista, vendita e installazione di teste
di ponte straniere. Rimane da estirpare il primo punto, ovvero
il popolo autoctono, e lo si sta facendo tramite l’immigrazione
di massa. Qui di seguito sono riassunte le armi che ancora rimangono
per combattere questa deriva, utili in primo luogo a mettere in luce
i danni e le contraddizioni dell’ideologia immigrazionista. Fatene
buon uso!
1) “Gli
immigrati sono una risorsa.”
Qualsiasi persona che
decida di trasferirsi in un certo Paese deve mantenersi, e può farlo
solo in tre modi:
– Mantenendosi
senza fare nulla. Ciò
grazie alle donazioni di qualche privato cittadino o associazione, o
grazie allo stato. Questo significa impiegare le risorse finanziarie
e materiali di una comunità in favore di qualcun altro di
esterno, ovvero impoverire la comunità senza ottenere nulla in
cambio.
– Trovando lavoro. Va detto che se esiste disoccupazione significa che qualsiasi posto di lavoro occupato da un immigrato è un posto di lavoro in meno per i componenti della comunità ospitante, specialmente in una situazione di crisi economica e impoverimento generale. Inoltre, pur di trovare lavoro, l’immigrato sarà sempre disponibile a lavorare in condizioni peggiori rispetto a quelle vigenti a norma di legge, venendo pagato meno e spingendo così al ribasso il livello salariale di tutti, con un enorme danno per la comunità ospitante. Per riscontri, basta visitare qualsiasi spiaggia durante la stagione estiva o qualche cantiere edile in tutta Italia.
– Rubando o delinquendo. Non servono spiegazioni, basta visitare qualche sobborgo metropolitano, le stazioni o i quartieri popolari di qualche città anche di media o piccola dimensione per rendersi conto della realtà del fenomeno.
– Trovando lavoro. Va detto che se esiste disoccupazione significa che qualsiasi posto di lavoro occupato da un immigrato è un posto di lavoro in meno per i componenti della comunità ospitante, specialmente in una situazione di crisi economica e impoverimento generale. Inoltre, pur di trovare lavoro, l’immigrato sarà sempre disponibile a lavorare in condizioni peggiori rispetto a quelle vigenti a norma di legge, venendo pagato meno e spingendo così al ribasso il livello salariale di tutti, con un enorme danno per la comunità ospitante. Per riscontri, basta visitare qualsiasi spiaggia durante la stagione estiva o qualche cantiere edile in tutta Italia.
– Rubando o delinquendo. Non servono spiegazioni, basta visitare qualche sobborgo metropolitano, le stazioni o i quartieri popolari di qualche città anche di media o piccola dimensione per rendersi conto della realtà del fenomeno.
2) “Gli
immigrati fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare.”
Falso. Gli immigrati
fanno lavori che gli italiani hanno sempre fatto, con la sola
differenza che gli italiani preferiscono farli in condizioni
dignitose. Semplicemente molti nostri connazionali non
accettano di lavorare per stipendi miseri che a stento garantiscono
la sopravvivenza al singolo, quando fino a non molto tempo fa avevano
raggiunto un livello di qualità della vita tra i più alti al mondo,
e non solo per ricchezza privata. Gli italiani non accettano la
schiavitù, molto semplicemente. Ci verrebbe da dire giustamente, ma
al tempo del linguaggio orwelliano bisogna sempre stare attenti a
dare tutto per certo.
3) “Servono
più immigrati per poter pagare le pensioni.”
Va spiegato in che
modo l’importare una massa di disoccupati comporterebbe un aumento
delle entrate statali. Casomai si verifica l’esatto opposto,
ovvero l’aumento delle spese a causa dei sussidi. La logica
vorrebbe piuttosto che si facessero lavorare gli italiani
disoccupati, aumentando il PIL, le entrate statali e anche
l’occupazione nazionale. Oggi solo il 55% della forza lavoro è
occupata. Non è necessario aumentare l’età pensionabile, né
tagliare le pensioni, men che meno aumentare la popolazione, si
tratta di mettere la gente nelle condizioni di poter lavorare
dignitosamente. Curioso poi che invece di aiutare le famiglie ad
avere figli si decida per l’importazione di milioni di
stranieri, mentre la natalità è ai minimi dal 1861. Si tratta a
tutti gli effetti di una consapevole, costante e neanche troppo lenta
sostituzione etnica.
4) “Se si
chiudono le frontiere ci saranno più morti in mare.”
Sbagliato. Gli
immigrati partono perché sanno che verranno accolti. Se sapessero in
partenza che verrebbero rimandati indietro, nessuno partirebbe verso
il nulla rischiando la vita, e nessuno morirebbe in mare; chi li
invita qui illudendoli di trovare l’Eldorado, piuttosto, è il
primo responsabile della loro morte.
5) “Scappano
dalla guerra.”
Nonostante tutti gli
indicatori ad oggi dimostrino che coloro che scappano davvero dalla
guerra sono solo una piccolissima parte delle persone in arrivo,
questa fastidiosissima finzione su larga scala continua a venir
propagandata a piena voce. L’evidenza non basta, quindi poniamoci
qualche domanda, magari più efficace: se si parte dalla Francia
in direzione Inghilterra, dall’Ungheria in direzione Austria o
dalla Danimarca verso la Svezia si sta scappando forse da qualche
guerra? Evidentemente no, dato che in Francia, in Ungheria o in
Danimarca la guerra non c’è. L’obiettivo a lungo termine allora
non è il trovare rifugio dalle bombe, ma il trasferirsi in
paesi con alti standard di vita. D’altro canto, in paesi
relativamente ricchi come Arabia Saudita o Israele di accogliere
“profughi” non se ne parla nemmeno, oltre a non far nulla per
porre fine alle guerre in Medio Oriente, anzi alimentandole per
propri tornaconti geopolitici. Resta da chiedersi anche perché,
nonostante le guerre ci siano sempre state, un flusso di immigrazione
di tali proporzioni si verifichi soltanto ora, finendo col
ritornare al punto 4, ovvero al fatto che queste persone partono
perché sanno che verranno accolte senza nessun tipo di ostacolo.
6)
“L’accoglienza è un dovere, non possiamo voltarci dinanzi alla
sofferenza.”
Accogliere milioni di
persone può sembrare un atto di generosità, ma al mondo ci sono
miliardi di persone che vivono in condizioni di povertà, e pensare
di accogliere chiunque è folle: impoverisce le nazioni ospitanti
senza che le nazioni di provenienza ne traggano alcun beneficio.
Anzi, questa finta soluzione legittima le cause del disagio: la
miseria, le violenze, l’arretratezza, lo sfruttamento, l’assenza
di diritti umani e gli interessi economici di pochi non vengono
toccati, anzi proseguono ancora più di prima senza l’ingombro di
qualche milione di persone che vorrebbero una vita migliore e che
potrebbero averla, semplicemente combattendo a casa loro e cercando
di migliorare la propria nazione. Se vogliamo davvero aiutare questi
popoli, agiamo sulle cause, non accolliamoci gli effetti senza fare
nulla.
7) “Bisogna
ripartire i profughi tra i vari Paesi Europei.”
Cari signori
scusate, ma l’immigrazione non era una risorsa? Perché allora
tanta fretta di sbolognarla a qualcun altro?
8) “Bisogna
distinguere tra profughi e migranti economici.”
A livello economico e
sociale hanno lo stesso impatto, e rendiamoci conto che il fare
ulteriori ed accomodanti selezioni inviterà ancora più persone a
cercare “fortuna” qui. Visti i leggerissimi criteri di
introduzione e la mortale politica di accoglienza
indiscriminata.
9)
“Istituiamo un corridoio umanitario.”
Termine confuso e mai
specificato, eppure a ben vedere rappresenterebbe la scelta più
logica per chi predica l’accoglienza. Si vogliono portare qui
milioni di persone ma non si vogliono i morti in mare? Bene, si
istituiscano dei traghetti e perché no anche degli aerei, facendo
venire qui gli immigrati in sicurezza. Poi però si specifichi anche
un numero: quanti ne possiamo accogliere? E cosa faremo una volta che
quel numero sarà raggiunto? Continueremo a traghettare persone ad
oltranza portando al collasso le nostre nazioni, peraltro senza che
un solo problema nei paesi da cui provengono venga nel frattempo
risolto? Oppure non mettiamo nessun tetto, e accogliamo interi
continenti a casa nostra?
10) “Ci sono
tanti immigrati che lavorano e pagano le tasse.”
Sì, così come ci
sono tanti italiani senza lavoro che le tasse non possono più
pagarle. Non è che senza quegli immigrati quei lavori non verrebbero
svolti e quelle tasse non verrebbero pagate, sarebbero degli
italiani a svolgere quei lavori e a pagare quelle tasse, come hanno
sempre fatto e sono ancora in grado di fare.
11) “Ve la
prendete coi più deboli. Questa è discriminazione.”
I più deboli sono
quelli che non hanno le forze o i soldi per permettersi un lungo
viaggio tra un capo e l’altro del Mediterraneo. I più deboli
rimangono là dove sono nati, e muoiono lì. Loro sono i più deboli
ma di loro il Mentalmente Aperto medio se ne frega. I più deboli
sono anche coloro che dopo aver subito i risultati della
geopolitica che li ha resi poveri, disperati e precari subiscono
anche tutti i danni della politica immigrazionista una volta
arrivati qui, mescolandosi in una situazione di disagio agli europei
più poveri che non possono permettersi la villetta nel quartiere
sicuro e il servizio di vigilanza, che vivono nel degrado delle
periferie infestate da spacciatori, ladri e sbandati portati da
noi senza occuparsi delle conseguenze. Questa è
discriminazione, oltreché un crimine su larga scala.
12)
“L’immigrazione non è un fenomeno controllabile.”
L’attuale
immigrazione di massa è un fenomeno indotto. Proclamare al megafono
che si accoglieranno due milioni di persone all’anno ne
fa partire decine di milioni dai luoghi di residenza, e chiunque
venga a sapere che entrando in Europa illegalmente verrà mantenuto o
comunque non rimpatriato, si metterà subito in viaggio. Se invece si
rende chiaro fin dall’inizio che nessuno verrà accolto, allora
nessuno tenterà di arrivare. Le frontiere sono sempre esistite e
sempre si sono protette, la loro eliminazione fa parte del progetto
di globalizzazione capitalista, a danno delle nazioni, dei popoli e
dei lavoratori autoctoni. E un governo che non difende i propri
cittadini e i propri confini non ha ragione di esistere.
13) “E’
colpa nostra che abbiamo sfruttato i loro Paesi.”
Per certi versi è
vero, i loro Paesi sono stati sfruttati anche per centinaia di anni e
continuano ad essere sfruttati ancora oggi dall’imperialismo
geopolitico ed economico, lo stesso che per certi versi oggi sfrutta
pure noi. Motivo per cui le energie dovrebbero essere unite contro lo
strapotere delle nazioni usurpatrici e dei mercati finanziari,
contro le delocalizzazioni, contro la deregolamentazione del
commercio in nome del “libero mercato” e non solo, anche al fine
di tornare a produrre e consumare localmente, facendo valere il ruolo
di uno stato emancipato e capace di riconquistare la propria
legittima sovranità nazionale. In nessun caso la soluzione consiste
nello spostare i popoli altrove, anzi questo è proprio l’obiettivo
ultimo di tali poteri, trattandosi in ultima istanza del
compimento del progetto globalizzatore che dopo la libera
circolazione di merci e capitali ottiene anche la libera migrazione
di popoli, rendendo ognuno un pezzo sostituibile in un caotico e
criminale disegno. Thomas Sankara e Mu’ammar Gheddafi sono lì a
dimostrarlo, anche ai popoli africani che oggi, al posto di lottare
per l’emancipazione della propria casa, sono indotti a fuggire da
chi rappresenta la guardia culturale politicamente corretta
dell’imperialismo e dello sfruttamento.
14) “Viva il
multiculturalismo. No alla xenofobia.”
Più che verso il
rispetto e la valorizzazione delle culture tipiche, si sta andando
verso la distruzione delle stesse, mischiandole fino a quando non ce
ne sarà nessuna e rimarrà solo il Dio Denaro a dominare un
calderone senz’anima, diversità e quindi bellezza. Chi si
dichiara contrario all’immigrazionismo è tutt’altro che
xenofobo, anzi vuole garantire la tutela delle diversità, delle
unicità e particolarità di ogni cultura e il solo modo per farlo è
garantire il diritto di poter vivere una vita dignitosa là dove si è
nati, tra la propria cultura, le proprie tradizioni e le proprie
radici.
In conclusione,
possiamo chiederci intimamente cosa si prova a camminare per
Venezia, Milano o Roma circondati da pakistani o cingalesi che
vendono prodotti importati da chissà dove, e per conto di chissà
chi. Ogni luogo sta perdendo la sua identità, e il senso di
appartenenza è ciò che dà forza ad un popolo. Sparito questo,
restano solo individui apolidi, alienati, deboli e in ultima istanza
sostituibili.
Ogni giorno la propaganda procede senza sosta, arrivando a modificare
lo stesso linguaggio comune: Non più clandestini ma immigrati, poi
migranti, poi profughi, ora rifugiati. Si utilizzano
strumentalmente immagini di bambini e storie commoventi per
spingere il nostro popolo a cedere, a commuoversi, la programmazione
è cancellata in favore di un approccio meramente emozionale, mentre
si accusa chi ancora ragiona con la testa, paradossalmente, di
“parlare alla pancia”. E’ ora di finirla, ne va del futuro
nostro e della nostra civiltà.
L'Italia deve fare di più...ridacchiano da sopra il Brennero il caporione austriaco e quello tedesco... :(
RispondiEliminaBilly the Kid
Ma sanno o non sanno che dopo il collasso dell'Italia arriverà anche il loro?
EliminaBeh sai...quando il politico tedesco si chiama De Meziere...è rampollo di una delle famiglie della nobiltà nera europea...può anche ridersela e prendere ahimè per il sedere noi italiani comuni mortali figli di buone donne: tanto sa che per lui e quelli come lui il collasso non arriverà mai. Se il collasso arriverà anche in Austria e Germania sarà, come sempre, per le fasce più deboli e meno PRIVILEGIATE della popolazione. Alta borghesia e nobiltà se ne strafregano, da millenni...
EliminaBilly the Kid
Non può andargli sempre bene!
EliminaConcordo! Spetta a tutti noi! Billy the Kid
Elimina