giovedì 14 aprile 2016

Il tocco mortale della mano umana



Catturato solo pochi giorni fa in Malesia, un colossale serpente è morto in circostanze ancora da chiarire, ma molti danno la colpa ai maltrattamenti che avrebbe subito.
Si trattava di una femmina di pitone reticolato, e secondo le autorità del paese asiatico misurava 7,5 metri - solo 17 centimetri in meno dell'esemplare più grossso conosciuto in cattività - e pesava ben 250 chili. Anche se, precisa Kenneth Krysko, direttore della collezione di erpetologia al Florida Museum of Natural History, si tratta di cifre tutte da verificare. La pitonessa era stata trovata dagli operai di un cantiere a Paya Terubong, sull'isola di Penang. Erano poi intervenuti alcuni membri delle Forze di difesa civile malesi, che avevano spostato l'animale e si erano fatti fotografare e riprendere mentre lo tenevano in braccio, gli chiudevano la bocca con il nastro adesivo, gli legavano un cappio al collo. Nel video si vede anche un operaio che lo prende a calci.

 

Il serpente era poi stato preso in consegna dai funzionari del servizio di protezione della fauna selvatica, che avevano anche raccolto un uovo a loro dire depositato dalla pitonessa. Martedì però è venuto l'annuncio della morte. Shazree Mustapha, un addetto alle pubbliche relazioni della Difesa civile malese, ha dichiarato ai giornalisti che la pitonessa era morta "da sola". "Forse si è suicidata", ha aggiunto. "Forse si è sentita minacciata, così ha preferito uccidersi". Una spiegazione che non convince affatto Krysko: "Un serpente non si ucciderebbe mai", sostiene lo scienziato. "Non saprei nemmeno come potrebbe farlo". Non è chiaro se sia morto per i maltrattamenti, aggiunge, "ma se fosse stato lasciato in pace in natura è improbabile che sarebbe morto nel giro di una settimana. Non c'era ragione di mettergli una corda al collo, né di prenderlo a calci e nemmeno di chiudergli la bocca con il nastro adesivo: non era un alligatore. Per evitare il morso di un pitone basta tenerlo saldamente per il retro della testa". In più, con tanti operai che lo tenevano "allungato", non c'era nemmeno pericolo che il serpente si avvolgesse attorno a uno di loro per strozzarlo.

I pitoni più grandi sono potenti e pericolosi, ma le aggressioni a esseri umani sono molto rare. In natura questi animali di solito evitano l'uomo, e i pochi incidenti che si conoscono sono quasi sempre provocati da un trattamento sbagliato di serpenti tenuti come animali domestici. Nel caso improbabile in cui ci si dovesse imbattere in un grosso serpente, continua Krysko, la miglior cosa da fare è lasciarlo stare e chiamare le autorità. I pitoni reticolati vivono nelle foreste tropicali del Sud-Est asiatico, in particolare vicino all'acqua. Si distinguono per la livrea a motivi geometrici multicolori e possono vivere fino a 25 anni in cattività. Si nutrono di una gamma molto vasta di prede, in particolare uccelli e mammiferi grandi anche come cervi. In natura la popolazione si è parecchio ridotta: vengono cacciati per la carne e la cistifellea, usata nella medicina tradizionale, o anche semplicemente uccisi per paura.

[N.d.R. Ringrazio Francesco Spizzirri per la segnalazione]

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