martedì 8 agosto 2017

La sindaca di Codigoro e altri racconti


Quando la nostra pelle subisce una ferita, inizia un’operazione di restauro indipendente dalla nostra volontà. Presso il taglio, attraverso il torrente sanguigno, accorrono i globuli bianchi e i macrofagi, per mangiarsi gli eventuali intrusi, batteri, virus, funghi, ecc. Il sangue comincia a coagulare per evitare eventuali emorragie, grazie alle piastrine che formano una barriera. Ci sono anche altri interventi coincidenti, ma sempre senza coinvolgimento della nostra volontà. Nel giro di pochi giorni la ferita sarà rimarginata e la pelle tornerà quasi come prima. Questo meraviglioso fenomeno, utile alla sopravvivenza del singolo e, di conseguenza, della specie, funziona automaticamente da migliaia d’anni. Altrimenti, non saremmo qui a parlarne. Ciò significa che il corpo ha una sua saggezza, che non sempre coincide con l’intelletto vero e proprio, la parte cosiddetta razionale della nostra psiche.


Analogamente, anche nel corpo sociale è all’opera un meccanismo simile. Qualcosa, forse una memoria atavica, ci dice che ci troviamo in una situazione di pericolo. Faccio due esempi per capirci. Pochi giorni fa, rispondendo suo malgrado alla questione più volte dibattuta della legittima difesa, visto l’innalzarsi dei casi di assalti nelle abitazioni private, Mauro Corona, da sempre dichiaratosi uomo di Sinistra, ribadì con veemenza il suo diritto a difendersi da aggressori esterni, anche a costo di commettere violenza sui medesimi. Agì, la notte in cui gli sfasciarono la vetrina di casa, d’impulso e, sempre d’impulso, dichiarò che se avesse raggiunto gli assalitori, li avrebbe uccisi con le sue mani. La sua parte razionale fu messa in secondo piano e agì come i globuli rossi e le piastrine che accorrono presso la ferita, senza bisogno che il raziocinio intervenga a dire la sua.

Dopo qualche giorno, ecco un esponente istituzionale della Sinistra, la sindaca di Codigoro, che di fronte alle mancate promesse del prefetto in merito al numero dei migranti da accogliere, mette da parte il dogma dell’accoglienza, di cui il suo partito si è fatto portatore, e minaccia di far pagare tasse più alte a chi dovesse, dei suoi concittadini, dare ospitalità agli africani continuamente in arrivo. Sia Mauro Corona, che Alice Zanardi hanno percepito un pericolo e non sono stati lì a ragionarci su. Hanno agito d’impulso, il primo senza pentirsi delle sue “scandalose” affermazioni, la seconda razionalizzando, a mente fredda, in un secondo momento, sul fatto che la sua affermazione precedente fosse solo e nient’altro che una provocazione, non potendo legalmente, lei nelle vesti di primo cittadino, nemmeno compiere una cosa del genere: alzare le tasse.




Se ne deduce che come nel corpo umano c’è un meccanismo di difesa dalle ferite esterne, così nel corpo sociale c’è un simile meccanismo di difesa che ci fa capire, magari inconsciamente, che gli stranieri possono costituire un pericolo. E questo, semplicemente in virtù del fatto che nella nostra storia – ma si potrebbe dire, nella storia dell’umanità – gli stranieri spesso e volentieri venivano per depredarci e saccheggiare il territorio. La storia ha le sue leggi. Noi le dobbiamo accettare e, quando si tratta di accogliere o meno i migranti, le chiacchiere stanno a zero.

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