sabato 3 agosto 2024

Cattivissimo cane!


D’ora in poi bisognerà aggiungere il Bulldog francese alla lista dei cani pericolosi, insieme al Pitbull, al Rottweiler, al Dogo argentino e agli altri. Forse non quei bulldog francesi di colore grigio/blu uniforme, chiamati “Merle”, che non sono neanche riconosciuti come veri Bouledogue francesi, ma almeno quelli pezzati bianchi e neri come il mio. Io non l’ho cresciuto da piccolo, avendolo preso già adulto e bene fece il proprietario precedente a disfarsene, perché in casa aveva dei bambini piccoli e le disgrazie è meglio prevenirle. Che Pablo fosse un assassino di ricci me n’ero accorto già l’estate scorsa, quando riuscì ad ucciderne un paio, di cui trovai i resti, e altri riuscii a salvarli. Da quando tengo chiusa la porta che dà sul retro della casa, dove c’è un fazzoletto d’orto, i ricci non hanno modo di passare sul davanti, passando attraverso la stalla, dove c’è giardino e vegetazione varia, ma quello di stanotte da qualche parte deve essere arrivato e quando alle tre, l’ora del Diavolo, ho sentito il tipico abbaiare di Pablo alle prese con i ricci, attraverso la finestra aperta della camera, sono sceso subito, rassegnato, e senza neanche verificare cosa stesse succedendo, mi sono infilato i guanti da lavoro, immaginando che sarei riuscito a sottrargli la preda aculeata come le volte precedenti.




Ma stavolta le cose sono andate male, malissimo. Pablo, a differenza dell’anno scorso, è riuscito ad afferrare con la bocca il malcapitato insettivoro e si è messo a scappare da me, di qua e di là. Quando, vicino alle tombe di Pupetta e Petunia, mi sono avventato su di lui, al buio, cercando di sollevarlo di peso onde separarlo dal riccio, mi si è rivoltato contro con furia, come una biscia, mordendomi il pollice destro e procurandomi altre ferite sullo stesso braccio. Al che ho dovuto mollarlo, dato che si divincolava come un’anguilla, latrando orribilmente. Indi è seguita un’altra corrida, dove non si capiva se il toro ero io o lui, sfuggendomi dietro la macchina, parcheggiata sotto la tettoia, e poi di nuovo nel giardino sul davanti della casa. Il tutto avveniva in piena notte, con i vicini che hanno tutto il diritto di non essere disturbati. La Gimkana è andata avanti per un paio di minuti, durante i quali mi sono fermato a riflettere sul da farsi e ho anche pensato di lasciare il riccio al suo destino. Ma è stato solo un fugace pensiero, perché io sono un Bodhisattva ed è mio compito salvare vite. 


Gli utenti della pagina Facebook sui rettili non l’hanno capito, quando, a commento di un video in cui un serpente aveva afferrato un ramarro, scrissi che io sarei intervenuto per salvare il sauro, a dispetto delle mire dell’ofido. Me ne hanno dette di tutti i colori, essendo naturalisti accademici, privi di anima e il gestore ha concluso che io fossi un “idiota”. Non mi meraviglio per niente che i Bodhisattva vengano presi per idioti, anzi è normale! Da quella pagina mi sono cancellato.



Ma il caso di stanotte è diverso. Si tratta di un cane domestico, che ha il cibo garantito ed è solo il suo istinto da predatore che viene messo in discussione. Un po’ come per i gatti di casa, che ammazzano uccellini, lucertole e altri piccoli animali, unicamente per rispondere al loro istinto venatorio, pasciuti come sono. Le regole, in casa mia, le stabilisco io e i ricci sono benvenuti, anche perché mangiano le lumache che mi fanno fuori regolarmente l’insalata che pianto. Pablo deve fare quello che decido io. 


E quindi – domanderete voi – com’è andata a finire? E’ andata a finire che in stalla avevo una vecchia tenda canadese ormai in disuso, vecchia di almeno cinquant’anni, e con la tela bella robusta. Per mia fortuna, Pablo ha commesso l’errore di entrare in casa, passando attraverso la gattaiola, sempre con il riccio fra i denti. E’ stato facile, a quel punto, gettargli addosso la tenda, comprimerlo per convincerlo a mollare la presa, evitando nel contempo di farmi mordere ulteriormente. A quel punto ha capito chi comandava. Si è allontanato, furioso, sbavante, quel tanto che mi è bastato per prendere con due mani (i guanti non me li ero mai tolti) il riccio, andando a liberarlo oltre la strada asfaltata che passa davanti casa, in un appezzamento di terreno erboso dove l’ho deposto. Essendo notte fonda, nessuna macchina passava a quell’ora. La mattina dopo ho verificato, ma il riccio non c’era più, segno che se n’era andato con le sue zampe. 


Finito tutto il trambusto, acquietati gli animi, io e Pablo ci siamo rappacificati immediatamente, perché come si fa a non voler bene a un musetto del genere? I cani sono come bambini andicappati: gli si vuole bene più che agli altri figli. Infine, sono andato in bagno a disinfettarmi con l’acqua ossigenata. Sul pollice destro mi sta uscendo ora l’ematoma sotto l’unghia, dove Pablo ha tenuto stretto a lungo con le sue poderose ganasce. Se da qui alla fine dell’estate dovessero arrivare altri ricci (da dove non so, visto che è tutto recintato) so già quale tecnica usare per salvarli dalle sue grinfie, senza farmi mordere. Petra, la bulldog inglese, è rimasta sempre in disparte.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Puoi dirlo!

      Anche Dottor Jeckill e mister Hide va bene, per lui.

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  2. Roberto, non può tenere la sua belva chiusa in qualche zona di casa sua che si presti, solo alla notte, quando i ricci escono, evitando carneficine?
    Il riccio sarà andato a morire dissanguato lontano da casa,
    quando un cane è così va tenuto al riparo per altrui esseri viventi. Gigi

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    1. Io so perché tante mattine, sul presto, trovo il gatto rosso vicino alla mangiatoia. Subito da me messo in fuga.

      Viene per vedere se può fare bottino.



      In quanto al tenere recluso Pablo durante la notte, la gattaiola, che è una grande conquista tecnologica, serve proprio ad evitare che facciano i bisogni in casa.

      Entrambi, purtroppo, li fanno, sia in casa che fuori, la femmina per pigrizia e il maschio per marcare il territorio.

      La mia casa è maleodorante, per lo meno dove soggiornano i due brachicefali.

      Al primo piano, dove sono le camere, Pablo non lo faccio più salire.

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