mercoledì 21 agosto 2024

La rivincita della Carnia

Turismo estivo e invernale. Non manca niente agli abitanti di Sutrio per vivere grazie all’apporto di denaro dei turisti, sia quelli che in estate la scelgono per le passeggiate, sia quelli che d’inverno la scelgono come base per sciare, partendo dall’impianto di risalita e scendendo poi giù dal monte Zoncolan. Spesso, tale vetta viene presa come tappa dal Giro d’Italia, forse perché mette i ciclisti nelle condizioni di dare il massimo sforzo per arrivarci. Noi abbiamo scelto Sutrio, per la prima volta, perché da qualche anno stiamo sperimentando gli alberghi diffusi della Carnia, avendo già soggiornato presso Paluzza, Tolmezzo, Arta Terme, con una puntatina, anni fa, presso Clauzetto, che però si trova in provincia di Pordenone e non è Carnia, ma sempre di albergo diffuso si trattava. Stavolta, oltre a morosa e figlia, c’era un elemento in più: il fidanzato di quest’ultima. Siamo riusciti a trovare due appartamenti separati. Il nostro si chiama Potentilla, quello della coppietta di piccioncini, Calendula. Ristoranti ce n’è quanto basta, ma non è facile trovare posti liberi per cenare, benché si tratti di giornate feriali, perché in questo scorcio di fine agosto c’è molta mobilità di turisti “mordi e fuggi”. Ci diceva giorni fa il nostro anfitrione che i carnici non coltivano più fagioli, ma nei dintorni di Sutrio, durante una passeggiata in piano, ogni orto aveva i suoi fagioli. E le zucche! Il territorio montuoso non si presta per l’agricoltura estensiva, su vasti appezzamenti, e quindi più in là degli orti, con patate, fagioli e zucche, non si può andare. La vocazione del posto è pertanto la zootecnia, i pascoli, che però non dava e non dà da vivere a tutta la popolazione. Terra di miseria, la Carnia ha visto negli anni partire migliaia di suoi abitanti verso i paesi del centro e nord Europa, senza dimenticare Australia e America. Perfino in Russia sono andati i carnici, ma con lavori specializzati, tipo scalpellini e lapicidi. Molti palazzi russi di pregio sono stati decorati da loro, come pure in Austria e Ungheria. Noi, tutto sommato, siamo stati bene sotto l’impero di Checco Beppe, finché nel 1866 non sono venuti i piemontesi. Oggi, in Friuli, i piemontesi vengono come turisti.


2 commenti:

  1. A voi vi hanno rovinato le Alpi, che dovevano trovarsi un pochino più a Sud...

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    1. Gli antichi romani ci chiamavano Galli Cisalpini, essendo in tale definizione compresi anche i Veneti e i Liguri.

      Poi c'erano i Galli Transalpini, ma quelli diedero del filo da torcere alle legioni di Cesare. Vedasi Asterix.

      Quelli Cisalpini furono più malleabili e spesso vennero a patti con Roma. Non è un caso che a sud delle Alpi fu fondata Aquileia, per un lungo periodo la seconda città romana, dopo Roma, per importanza in fatto di traffici e commerci.

      Ad Aquileia fece tappa anche San Marco, secondo la tradizione, che poi si trasferì a Venezia. Si chiama, se non ricordo male, "Leggenda Marciana", ma va presa con beneficio d'inventario.

      Io non so se l'Austria, da qualcuno definita "Austria Felix", è stata terra d'emigrazione, ma siccome non c'è soluzione di continuità tra Carnia, Carinzia e Carniola (notare la radice linguistica), sul piano territoriale orografico, mi chiedo come mai dalla Carnia molti carnici dovettero partire emigranti, mentre dalla Carinzia e dalla Carniola, in Slovenia, no.

      Sarà stato mica un problema politico, piuttosto che economico?

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