Fonte: Genova 24
Genova. Il blocco del canale di Suez causato dall’incagliamento di una delle più grandi navi al mondo, la portacontainer Ever Given della compagnia Evergreen, sta generando un vero e proprio effetto valanga su tutto il commercio globale, e in particolar modo su quello europeo. E di conseguenza anche il porto di Genova, il primo porto del paese, osserva con “orrore” le notizie in arrivo dall’Egitto, dove la situazione sembra essere, paradossalmente, “in alto mare”.
“Un vero tsunami su tutta la filiera italiana – sottolinea Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto – la situazione potrebbe risolversi tra diversi giorni e provocherà seri problemi per la gestione delle scorte. Da Suez passano ogni settimana circa 50 mila contenitori diretti in Europa, e questo blocco sta facendo saltare tutte le schedule e le programmazioni, con attese dilatate anche di giorni“. Molte navi, infatti, stanno optando di aggirare il blocco rispolverando l’antica rotta di circumnavigazione dell’Africa “con un allungamento dei viaggi di 7-8 giorni – sottolinea Botta – cosa che con ogni certezza farà registrare rincari sul costo della merce trasportata“. Ma non solo: “Una volta che la situazione si sbloccherà a Suez bisognerà capire come ripartirà la programmazione, con un probabile aumento dei noli e problemi con la gestione dei container vuoti“. Una situazione che con buone probabilità porterà a congestionare i porti con gravi conseguenze sulla logistica sia in banchina che sulla strada. “Sarà un’ulteriore mazzata per il settore del trasporto – ci spiega Giuseppe Tagnocchetti di Trasportounito – già ora, in termini di mancanza di lavoro, visto che stanno saltando gli sbarchi, e dopo perché si teme la congestione dei terminal, con lunghe attese dei nostri trasportatori che quindi lavoreranno in diseconomia e con pesanti disagi“.
Ma questa crisi, nei fatti, arriva in un contesto già particolarmente delicato per tutto il comparto: “Si inserisce in una situazione già critica a livello mondiale con la congestione dei porti americani e cinesi che si sta verificando da agosto scorso – sottolinea Paolo Pessina di Assagenti – cosa che sta mettendo in luce la grave e strutturale carenza di equipement. Una dimostrazione di quanto siamo dipendenti da quello che succede nel mondo: noi siamo abituati a pensare in maniera Genova-centrica, ma in realtà è ben il contrario, e dovremmo iniziare a rendercene conto e agire di conseguenza“.
Insomma una vera è propria bufera incastonata nel Mediterraneo e che, secondo Bloomberg, costa 9,6 miliardi di dollari al giorno: attraverso il canale di Suez passa il 12% del commercio marittimo mondiale, e l’8% del trasporto petrolifero. Dirette al nostro paese passano merci per un valore di 88 miliardi l’anno, vale a dire 241 milioni al giorno: “La situazione impatterà in modo particolare su quelle aziende che avevano optato per una catena della fornitura corta e non dispongono di un ampio stock di prodotti – sottolinea Nicola Capuzzo, direttore di Shippingitaly.it, una delle più importanti testate del settore – come ha sottolineato Glenn Koepke, manager di FourKites, società specializzata in software per la logistica, se il blocco del canale non si risolverà a breve le conseguenze sulle catene logistiche potrebbero avere implicazioni notevoli”. Anche per noi.
È l' occasione buona per riscoprire i prodotti del territorio e ridimensionare l' insensato mercato globale dove costa meno un prodotto dell'Argentina do quello a pochi km da casa.
RispondiEliminaLa trovo una grande opportunità , ma temo che non venga colta nel senso che spero
Il pedaggio per transitare attraverso il canale mi risulta esser salato. Doppiando il capo di Buona Speranza si spende di più in carburante, però si risparmia il pedaggio. Trovo alcuni commenti abbastanza pessimistici e/o catastrofici. Nessuno ci toglierà la paccottiglia cinese, stiamo sereni..... E poi la nave sarà presto disincagliata, grazie anche ai consigli del pensionato... Riavremo i nostri gingilli, non per questo incidente il mondo andrà a ramengo.
RispondiEliminaSono d'accordo con te e, riguardo al reperimento del cibo che tanto ci mette ansia, ho già citato quell'Operetta Morale del Leopardi, che s'intitola "Dialogo di un folletto e di uno gnomo".
EliminaA detta di molti è la più bella di tutte le Operette.
Uno dei due dice all'altro che sarebbe grande disgrazia se la specie umana si estinguesse e l'interlocutore gli risponde chiedendogli se per caso il sole smetterebbe di sorgere e le piante di fiorire.
Parafrasando, forse ché, grazie a una nave cargo incagliata, la prodiga natura smetterebbe di fornire il proprio cibo?
I peschi di fiorire, le gemme di germogliare e i pomodori di maturare?
Non la conoscevo, rimedierò......
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