sabato 22 giugno 2019

I migranti ci fanno desiderare un colpo di stato militare



 “Blocco navale davanti alle coste della Libia e incursioni dei nostri reparti speciali”, per distruggere le barche degli scafisti e smantellare le aree di raccolta dei migranti in territorio libico. Solo così si ferma l’invasione dei clandestini in Italia. “Tutto il resto sono solo chiacchiere”, parola del generale di corpo d’armata Vincenzo Santo, ex Capo di Stato Maggiore della missione Nato in Afghanistan.
Chi controlla davvero il territorio in Libia e da dove partono i barconi di clandestini che arrivano in Italia?
“Il grosso dell’immigrazione parte dalla Tripolitania, mentre dalla Cirenaica, l’altra grande regione della Libia, non parte nessuno. Questa fetta del territorio libico è controllata completamente dal generale Haftar, vicino al premier francese Macron, mentre il leader libico Serraj riconosciuto dalla comunità internazionale e aiutato finanziariamente dall’Italia, non ha alcun controllo né politico né militare”.


Da qualche mese le partenze sembrano interessare anche la Tunisia. Come è possibile alla luce degli accordi bilaterali che abbiamo?
Con la Tunisia è necessario un serio confronto politico e diplomatico per poi misurare i risultati, sempre se è vero che i barconi dei migranti partano davvero da lì. Io sospetto invece che venga enfatizzato ad arte questo aspetto per non minare la credibilità del premier libico Serraj, che, come detto, non ha alcun potere di effettivo controllo e quindi scarsa se non inesistente possibilità di fermare le partenze dei migranti dal suo territorio.

Il neo ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sollevato nuovamente la questione delle Ong. Il loro lavoro di “salvataggio” ha una qualche utilità o rappresenta solo una facilitazione ai traffici degli scafisti?
Vanno bloccate nei nostri porti tutte quelle navi delle Organizzazioni non governative sulle quali venissero acquisite prove della loro “collusione” con gli scafisti e con i mercanti di esseri umani. Ma qui entra in gioco la magistratura e la sua discrezionalità. In Italia, sotto questo aspetto, malgrado qualche procuratore abbia a cuore il senso dello Stato, non siamo ben messi e occorrerebbe un qualche provvedimento di emergenza per stabilire i paletti entro i quali un giudice possa operare.

Cosa ne pensa dei soldati utilizzati nella gestione dell’ordine pubblico?
I soldati vanno usati solo temporaneamente ed in aree ristrette e solo in dichiarati momenti di effettiva “emergenza”. Ma bisogna supportarli con un adeguato quadro giuridico parificato a quello degli agenti di pubblica sicurezza. Non va dimenticato che le varie esperienze di “Strade sicure” hanno massacrato le forze dell’Esercito da ormai dieci anni. L’impegno costante e continuo dei militari in ausilio alle forze di polizia va fortemente a discapito dell’addestramento e delle funzioni per le quali i vari reparti militari sono stati creati, senza contare che ad esempio il numero dei Carabinieri è di gran lunga superiore a quello dell’Esercito. Fare l’assaltatore richiede un allenamento fisico e mentale giornaliero che mal si concilia con compiti di ordine pubblico e nonostante tutte le tecnologie che possiamo mettere in campo, nelle operazioni militari conta sempre l’uomo e la sua preparazione.

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