Testo di Fabrizio Marchi
Salvini ha esultato per il criminale assassinio del generale iraniano Soleimani, da lui stesso definito come “un terrorista, uno degli uomini più spietati e pericolosi del mondo, nemico dell’Occidente e di Israele”. Non varrebbe neanche la pena di commentare le farneticanti e irresponsabili parole di questo guitto prestato alla politica. Del resto, se Soleimani è un terrorista, il suo amico (di Salvini) Netanyahu e quelli che lo hanno preceduto, che praticano da decenni la pulizia etnica in Palestina, che cosa sono?
E Trump? E prima di lui i Bush, i Clinton e gli altri presidenti americani (e i loro alleati) che con le loro guerre “umanitarie”, i loro colpi di stato, i loro bombardamenti e i loro embarghi hanno massacrato centinaia di migliaia, forse milioni, di persone, che cosa sono? Ma, ripeto, queste sono considerazioni, in fondo, scontate. Salvini è in malafede, e sa perfettamente di esserlo. Il punto è un altro. E cioè che questo servo a stipendio degli USA, della NATO e di Israele si spaccia per essere un “sovranista”, un “patriota” (stendiamo un velo pietoso…), un “antisistema” (stendiamo di nuovo il velo…), quando egli stesso, in primis, è un prodotto del sistema, e che prodotto! Ma “sovranista de che? Sovranista col culo degli altri, si direbbe dalle mie parti (e forse non solo le mie). C’è solo da dire che da questo punto di vista Salvini non rappresenta certo una novità.
Al contrario, è in perfetta continuità ideologica e politica con le destre di sempre, per le quali la patria e la nazione sono concetti molto relativi. La propria patria, guai a chi la tocca, mentre quella degli altri si può impunemente calpestare. Ed è quello che hanno sempre fatto. Non a caso il “patriottismo” delle destre, di tutte le destre, è sempre stato funzionale al colonialismo e all’imperialismo. Bel concetto di patria, a dir poco strabico. Ma anche questo strabismo non è una novità. Il problema, anche in questo caso, è che tanta gente ci casca e gli va dietro. E allora anche una marionetta come lui riesce a vendersi come uno che “va contro l’establishment”. Roba da ridere.
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