Fonte:
Il Giunco.net
ROCCALBEGNA
(GR) – Proseguono gli incontri istituzionali tra allevatori, rappresentanti delle
associazioni di categoria e amministratori, investiti dalla problematica delle
predazioni delle greggi. Nell’ultima riunione svoltasi a Roccalbegna i pastori
hanno rappresentato il loro disagio nell’affrontare i continui attacchi di lupi
e/o ibridi, e proposto una serie di soluzioni volte al superamento dello stato
di crisi. Proposte che sono state illustrate alla presenza del presidenti
locali di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Rabazzi, Viaggi e Vivarelli
Colonna, dell’assessore provinciale Enzo Rossi e della parlamentare, membro
della commissione agricoltura della Camera, Monica Faenzi.
«Premettendo
che il danno arrecato dai predatori – recita il documento stilato dagli
allevatori - è ormai esteso anche alle ore diurne, il fenomeno deve essere
considerato nel suo complesso e non solo relativamente agli animali uccisi,
considerando anche i danni indotti dagli attacchi. A questi – prosegue la nota
– conseguono immancabilmente ingenti danni collaterali, con perdita permanente
di gran parte della produzione di latte degli animali sopravvissuti, e aborti
negli animali gravidi, che possono raggiungere percentuali anche superiori al
50 %».
Constatato
che la presenza del lupo o altri canidi predatori (ibridi o cani vaganti) abbia
raggiunto livelli insopportabili dall’attività di pastorizia, gli allevatori
chiedono «che ogni azienda nella quale si siano verificati danni ripetuti,
possa venir dotata di strumenti di cattura gestiti direttamente dai titolari
delle aziende, sotto il controllo delle autorità competenti, e che per ogni
cattura effettuata sia corrisposto all’azienda un incentivo commisurato ai
danni ricevuti nel tempo».
Altra
misura richiesta è la «identificazione da parte delle amministrazioni locali di
terreni nei quali istituire un cimitero pubblico animale, ad uso dei soli
allevatori con conclamato danno da predatori, nel quale smaltire senza aggravio
di costi i capi uccisi». Il documento prosegue chiedendo che le aziende colpite
ricevano «un ristoro economico anche relativamente ai capi feriti, con
indennizzo a copertura delle spese veterinarie documentate, comprese quelle di
trasporto e smaltimento delle carcasse».
Infine
i rappresentanti delle aziende pastorali chiedono «che siano interessati gli
organi di governo regionale e nazionale, affinché si rivedano le normative in
merito al trattamento di canidi catturati in zone a grave rischio sociale, e
dove si verificano danni economici rilevanti alle attività di allevamento» e
che «in sede di Unione Europea siano previste specifiche misure a favore delle
aree soggette al ritorno e alla presenza conclamata del lupo e suoi ibridi,
atte a scongiurare l’abbandono dei territori da parte delle aziende, attingendo
a fondi inizialmente destinati all’ambiente, alla conservazione delle specie,
alla biodiversità ed agli assetti e conservazione dei territori montani». Delle
stesse problematiche, «che possono essere mitigate grazie ai provvedimenti
tampone proposti, ma che saranno risolte solo quando i danni da predatori si
ridurranno rispetto al presente – commenta il presidente di Coldiretti
Grosseto, Viaggi – si discuterà nuovamente venerdì 31 maggio alle 15.00,
nella sede del caseificio di Manciano. Nel corso dell’incontro, promosso da
Regione, Provincia e Comune: “Allevatori e territorio. L’allevamento ovino come
attività economica e presidio fondamentale del territorio”».
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