domenica 19 maggio 2013

La dura vita del troll

 


Abbiamo intervistato un provocatore online, uno dei cosiddetti "troll", gente che di professione stuzzica reazioni scomposte nelle discussioni online.
Lo incontriamo in un bar in centro a Milano. Sul tavolo ha poggiato uno smartphone e un tablet. Non ci dice né il suo nome, né il suo nickname.

Vivi sempre connesso?
Purtroppo sì. Abbiamo un software che ci consente di monitorare le discussioni a cui partecipiamo e quando c'è una notifica abbiamo poco tempo per rispondere. Se lasciamo "andare" o ritardiamo, ci viene scalato dal compenso.

Quanto guadagni per fare questa attività?
Beh, dipende. Se sono efficiente anche 4-5mila euro al mese.

Sono un sacco di soldi.
Sì, ma è una vita tremenda. Devi leggere decine di blog, forum, account facebook, tweet. Giorno e notte. Alcuni di noi non reggono, dopo un po' i loro nick "spariscono", non c'è modo di sapere che fine abbiano fatto.


Chi vi paga?
Un grosso gruppo economico legato trasversalmente a tutti i partiti. Ma non posso dire altro.

Ce ne sono molti come te?
Siamo un centinaio in tutta Italia, ma siamo divisi per competenze.

Nel senso che tu, per esempio, provochi e insulti solo specifici bersagli?
No, nel senso che ci sono provocatori e contro-provocatori. Ti faccio un esempio. Metti che tu sia il portavoce di un partito X. Scrivi un post e io arrivo a ridicolizzarti. Ovviamente ne nasce una discussione nella quale chi è contro di te in maniera "naturale", prende coraggio e viene allo scoperto. Aspetta.

(Lo smartphone ha una luce blu che lampeggia, vuol dire che c'è una notifica. Prende, legge velocemente e con uguale velocità posta una qualche risposta, chissà in quale post o in quale discussione).

Una sorta di "effetto domino".
Esatto. Ovviamente ci sono quelli che sono a favore del Partito X e che ti difendono. Poi, non so se l'hai mai notato, salta fuori qualcuno che difende il Partito X, ma lo fa in modo idiota e scomposto, con una marea di punti di sospensione, maiuscole, punti esclamativi e via dicendo...

Sì, che tu pensi: "Ma allora sono tutti idioti".
Perfetto. Quelli sono sempre nostri colleghi. Semplicemente agiscono con una psicologia inversa. Il loro scopo è proprio quello di far sembrare i tuoi sostenitori degli imbecilli. Così come io faccio da "stura" a quelli che sono contro di te in maniera "genuina", diciamo, allo stesso modo loro fanno da stura ai tuoi estremisti, e globalmente ne vieni fuori screditato. Basta un provocatore come me e un contro-provocatore che fanno finta di litigare, per sputtanarti una discussione o un post.

Questa è troppo grossa, non posso crederci!
Sei libero di non crederci. Comunque, loro prendono molto di più di noi. Sono veri professionisti, copywriter di altissimo livello. Se ci pensi, hanno creato un linguaggio.

Ma tu, politicamente, come hai votato?
Ho votato contro la Ka$ta. Ma il lavoro è lavoro. Ci sono le cose da pagare, ho moglie e figli. Quei soldi mi fanno comodo.

Cosa facevi prima?
Correggevo bozze in una casa editrice. Ora le bozze le fanno correggere nei paesi dell'Est, sottocosto. Cosa dovrei fare?

Ci salutiamo, insiste per pagare lui il conto. Mette nella borsa il tablet e si incammina, guardando lo smartphone e continuando a digitare.




4 commenti:

  1. Ma Roberto: ci vuole tanto a capire che è una trollata?
    Se ci tieni te la faccio anch'io una simile, e anzi meglio, dichiarazione... tu la pubblichi, rosina la riprende, corrado la conferma, zretino la ripubblica e... diventa una prova inconfutabile!
    A quel punto tu la riprendi e citi come fonti la rosina lo zretino il corrado folle: tutti eminenti ricercatori, per cui... è solo verità!

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    1. Stavo per chiederti via FB un parere, ma vedo che mi hai preceduto.

      La tua ipotesi è valida, tuttavia bisogna riconoscere che l'autore del testo ha confezionato un pezzo veramente credibile: c'è del genio in questo!

      Anni fa, quando ancora ero nel pieno delle forze e dell'entusiasmo "ALFiano", fui avvicinato da un giornalista di una grossa testata nazionale che mi voleva intervistare con il passamontagna sulla testa, garantendomi il totale anonimato.

      Declinai l'invito perché non mi fidai. Quindi, almeno si può dire che il metodo di intervistare senza fornire le generalità dell'intervistato esiste, anche se a me non piace molto.

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    2. Si trova sempre qualche "giornalaio" disposto a giocare sporco. Guarda, ad esempio, Lannes. E vedi come si è ridotto...

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    3. Conosco poco Lannes per potermi esprimere.
      Tuttavia, posso immaginare che andare a scavare nel torbido si può fare una brutta fine. Vedi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
      Ai ricercatori minori come Lannes e Franceschetti il Sistema si limita a mandargli avvertimenti sottoforma di sabotaggi di auto e moto, o minacce.
      Ad altri come al tuo nemico Rosario, ci pensate voi a rendergli la vita difficile.
      A me ancora non è successo nulla di grave, da quando sono blogger, ma non è detta ancora l'ultima parola.

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