“Mi
piace tutto ciò che è gentile e bello...la musica, la poesia e l’arte. Aborro
le cose brutali e volgari”
Arthur Conan Doyle (La terza generazione)
C’è
una diatriba che si trascina da molto tempo, riguardante una certa associazione
animalista che rappresenta una pietra dello scandalo per molti attivisti. Sto
parlando dei 100 % Animalisti, capeggiati da Paolo Mocavero, residente a
Padova. L’avversione che molti attivisti per i diritti animali provano nei suoi
confronti, e per estensione per il suo gruppo, è dovuta a due cause
fondamentali: quella ideologica e quella inerente il buon gusto personale.
Entrambe
sono difficili da scalfire sul piano dialettico e chi ne è portatore intende
rimanere tenacemente abbarbicato alle proprie convinzioni. A volte, le due
posizioni filosofiche, l’ideologica e del buon gusto, s’intrecciano e finiscono
per fondersi.
Analizzate
separatamente, alla fine si dimostrano deboli e insostenibili, specie quella
ideologica. Paolo Mocavero è un fascista. Detto così sembra un insulto, ma siccome ho incontrato molti sedicenti fascisti che amavano gli animali e desideravano veder la Giustizia applicata anche ad essi, la mia percezione di “fascismo” è diversa da quella consuetudinaria, per tacere del fatto che Destra e Sinistra sono storicamente due facce della stessa medaglia, anche se molti attivisti per i diritti animali – come del resto l’intera società – non se ne sono ancora accorti.
ideologica. Paolo Mocavero è un fascista. Detto così sembra un insulto, ma siccome ho incontrato molti sedicenti fascisti che amavano gli animali e desideravano veder la Giustizia applicata anche ad essi, la mia percezione di “fascismo” è diversa da quella consuetudinaria, per tacere del fatto che Destra e Sinistra sono storicamente due facce della stessa medaglia, anche se molti attivisti per i diritti animali – come del resto l’intera società – non se ne sono ancora accorti.
Il
conflitto tra comunisti e fascisti è stato, e purtroppo continua ad esserlo
tuttora, uno dei modi con cui l’élite mondialista ha attuato il “divide et
impera” tra i popoli e le nazioni,
al fine di meglio soggiogare l’umanità. Evidentemente, il vizio (o il vezzo) di
tenere separate le persone, per indebolirle, è come un virus che si propaga e
si riproduce in tutti gli aspetti del vivere civile, comprese le associazioni
animaliste. Il giorno in cui gli anarco-animalisti dei centri sociali, ma anche
singoli attivisti, si renderanno conto che quella tra Destra e Sinistra è una
falsa contrapposizione, sterile e perniciosa, il movimento animalista
acquisterà più forza e verrà meno uno dei due motivi di avversione verso Paolo
Mocavero e il suo gruppo.
Prima
di passare ad esaminare la seconda pietra d’inciampo, cito il brano di una
brava animalista che arriva al punto di cancellare dalle sue amicizie su Facebook quanti abbiano simpatia per i 100 % Animalisti.
Si
chiama Jole Dessi e così si è espressa pochi giorni fa:
“I centopercento
Animalisti hanno aperto una pagina su FB; con dispiacere ho notato che in
questa diversi miei contatti hanno deciso di interagire con loro.
Personalmente
ho creduto opportuno togliere dai miei contatti tutte le persone che hanno
cliccato "Mi piace" sulla pagina e visto che privatamente mi stanno
chiedendo le motivazioni che mi hanno indotto a toglierle dai contatti, vi
anticipo che non voglio aver nulla a che fare con persone che sono dalla loro
parte, perchè seguirli significa abbracciare a 360° una cultura fascista e una
metodologia basata sulla violenza verbale e fisica.
Mi
spiace, ma questo atteggiamento è molto distante dal mio modo di concepire la
vita.
Sono
certa che tra loro ci sono persone pacifiche e tolleranti, ma purtroppo non le
conosco personalmente.
Ognuno
di noi può fare quel che vuole, io mi riservo di prendere le distanze da
chiunque sia dalla loro parte”.
Va
registrata, di primo acchito, l’ammissione “purtroppo non le conosco
personalmente”, il che potrebbe già
indicare un problema di non conoscenza diretta delle persone che fanno parte di
tale gruppo. Jole Dessi afferma di aver partecipato a un paio di presidi dei
100 % e di essere rimasta disgustata dalla “violenza verbale” messa in opera.
Questo
è il “punctum dolens” della
questione, molto più che la presunta appartenenza a una
“cultura di Destra”. Sulla sensibilità e sullo stile di vita di Jole Dessi e di quanti la pensano come lei, come per esempio la mia amica, nonché gattara, Anna Englaro, non si può interloquire, giacché ognuno è fatto a modo suo e io le capisco benissimo. Il turpiloquio da’ fastidio anche a me, a meno che non sia io ad usarlo.
“cultura di Destra”. Sulla sensibilità e sullo stile di vita di Jole Dessi e di quanti la pensano come lei, come per esempio la mia amica, nonché gattara, Anna Englaro, non si può interloquire, giacché ognuno è fatto a modo suo e io le capisco benissimo. Il turpiloquio da’ fastidio anche a me, a meno che non sia io ad usarlo.
Se
la brava Anna Englaro e l’altrettanto stimabilissima Jole Dessi rimarranno
sulle loro posizioni – né è mia intenzione far loro cambiare idea – c’è
un’animalista che mesi fa la pensava nello stesso modo, ma a un certo punto ha
deciso di prendere il diavolo per le corna e di partecipare a un presidio dei
100 %.
L’occasione
è stata la fiera della caccia di Longarone (BL), pochi giorni fa, a cui non c’ero
per motivi di lavoro, ma alla quale ho partecipato già un paio di volte
negli anni scorsi.
A
Daniela Billiani, vista la decisione di conoscere direttamente i 100 %, per
farsi un’idea il più possibile coerente con la realtà, ho chiesto di
raccontarmi le sue impressioni sulla manifestazione e ne è scaturito il
seguente scambio di battute, sempre via Facebook:
Daniela: “E’ andato tutto bene. Mi sono anche procurata il
contatto con il curatore d'immagine del gruppo, ho conosciuto Paolo e ho
annusato gli altri. Poi ero con le mie amiche di Belluno!!!
Insostenibile
lo stile linguistico.
Però
giustamente loro sono contenti così e snaturare la loro identità ora è
impossibile. Qualcosa si muove, con le buone maniere. Paolo ha dovuto rifare il
sito perchè gliel’avevano chiuso e ha apportato qualche lieve modifica, forse,
dico forse, rinunciando a quello stile cicionesco che seppellisce di parolacce
il malcapitato di turno che non è esattamente della tua idea.
Me: Tutti
metteremmo le mani addosso a chi fa del male agli animali, ma il problema è che
lo faremmo solo....a caldo, mentre la rabbia dimostrata dai 100 % è....a
freddo. Io, per esempio, non ci riesco.
Daniela: Non
è questione di rabbia, ma di stile. Loro ne hanno uno che comprende degli insulti e le peggiori
volgarità riguardanti il sesso e le parti intime che è decisamente
discutibile.....taglia fuori le persone che devono conservare un canale
istituzionale di dialogo con le persone "normali" (non ancora animaliste
).
Io
mi chiedo come le questure possano ancora dare loro i permessi ed è abbastanza
curioso sapere che un furgone pieno di celerini arriva da Padova per scortarti. Ti mettono dentro uno spazio transennato e ti lasciano gridare di tutto. Poi.... a casa.... hanno persino fermato il traffico per consentire alle persone di raggiungere la stazione, visto che non c'era il marciapiede.... non sia mai che qualcuno si facesse male.
curioso sapere che un furgone pieno di celerini arriva da Padova per scortarti. Ti mettono dentro uno spazio transennato e ti lasciano gridare di tutto. Poi.... a casa.... hanno persino fermato il traffico per consentire alle persone di raggiungere la stazione, visto che non c'era il marciapiede.... non sia mai che qualcuno si facesse male.
Me: Anch'io
spesso sono stato tenuto lontano dalle iniziative della Lega Abolizione Caccia
perché, avendo la tendenza a liberare gli uccelli dalle gabbie, mettevo in
difficoltà quelli che tu chiami "le persone che devono conservare un
canale istituzionale". La cosa si faceva paradossale.
Dunque,
anche per Daniela, il linguaggio scurrile e gli insulti inerenti le parti
sessuali, rivolti ai cacciatori che vanno alla fiera con le famiglie, è
“insostenibile”. Ovvero, non tutti riescono a insultare uno sconosciuto così, a
freddo, senza lo stimolo adatto. E’ un problema di contesto, e va considerato
che nella nostra società le imprecazioni contenenti riferimenti agli organi
genitali sono sulla bocca già degli studenti tredicenni, con vera o falsa
disperazione delle insegnanti, mentre tivù e cinema non fanno altro che dare il
cattivo esempio, se escludiamo Chach Norris e Topolino che non dicono mai
parolacce. Forse perché sono specializzati in manipolazioni di tutt’altro
genere.
Altra
cosa importante: la violenza verbale è poco in confronto a quella dei
cacciatori che uccidono e feriscono la selvaggina, ma ciò succede lontano dagli
occhi della gente, esattamente come con i mattatoi. Per cui capisco che per un
attivista è difficile “rimanere sempre con il motore acceso”, cioè tenere a
mente ciò che gli aguzzini di animali fanno ai nostri protetti. Ci dobbiamo
anche concedere delle pause, pena l’insorgere della nevrosi.
Se
è difficile per un attivista, che bene o male incappa continuamente su internet
in video traumatizzanti o in foto parimenti cruente - documenti ineludibili
dell’attività venatoria, macellatoria o d’altro genere - figuriamoci per un
ignaro passante che dovesse sentire una marea d’insulti rivolta a una
famigliola diretta a una fiera.
Il
problema, non dimentichiamolo, sta nell’ignoranza o nell’indifferenza della
gente che sta a guardare, non nell’insulto rivolto a chi se lo merita. Se
l’uomo medio non fa nessuno sforzo per informarsi su cosa succede alla fauna
impallinata, agli animali “addestrati” nei circhi, o al bestiame macellato nei
mattatoi, non è colpa nostra, né di Paolo Mocavero, né di Jole Dessi, né mia.
Ciascuno
di noi fa la sua parte per togliere le fette di prosciutto dagli occhi della
gente, ma quando la gente non vuole togliersele, perché il prosciutto le piace
e della sorte degli animali non s’interessa, allora ci vogliono misure
drastiche, visto e accertato che il volantino, la firma sulla petizione, il
corteo animalista per la città e tutte le altre forme civili di
sensibilizzazione, non sortiscono l’effetto desiderato.
A
meno che non vogliamo che le cose si perpetuino nel tempo e restino sempre
uguali a se stesse (quando addirittura dell’animalismo non se ne faccia un
business), necessitano strumenti più incisivi e la storia c’insegna che contro
il tiranno non bastano le petizioni ma ci vogliono le pallottole.
Riusciamo
ad immaginare un gruppo di benpensanti che durante il Terzo Reich avessero
raccolto firme per una petizione da rivolgere a Hitler, chiedendogli di
liberare gli ebrei prigionieri?
Ecco,
dovremmo chiederci se la situazione in cui versano gli animali può essere
definita una dittatura umana nei loro confronti. Se rispondiamo sì, come
qualsiasi persona intellettualmente onesta dovrebbe fare, non ci resta che
ammettere che le petizioni rivolte al tiranno chiamato Homo sapiens lascino il
tempo che trovano.
E
se vogliamo portare questo ragionamento fino alle sue estreme conseguenze,
dovremmo ammettere che già da un pezzo la parola, dalla politica mediatrice,
avrebbe dovuto passare alle armi, sullo stile della rivolta del ghetto di
Varsavia, cosa che non è stata fatta dagli animalisti perché siamo consapevoli
d’essere una minoranza e dal punto di vista strategico, tattico e logistico
verremmo sbaragliati in men che non si dica.
Ergo,
continuiamo a usare armi spuntate, che non aiuteranno gli animali a uscire
dalla schiavitù, ma che sono esattamente quelle che il Sistema basato
secolarmente sullo sfruttamento dei medesimi, ci permette di adoperare. Il
Sistema non solo fa stare i 100% dentro un recinto di transenne, ma l’intero
movimento animalista dentro transenne virtuali che danno lustro al Potere, che si fa
passare per liberale e democratico, ma che non servono a una beata minchia. Mi
permettete un po’ di turpiloquio?
In
definitiva, il disagio che alcuni di noi provano durante i presidi dei 100 %
(forse perché
non siamo abituati ad andare alle partite di calcio e mi viene il sospetto che sugli spalti si usi un linguaggio simile), è il risultato di una frustrazione a monte, intrinseca, forse percepita solo in maniera subconscia da Jole, Daniela e anche dal sottoscritto, perché nasce dalle censure che la società ci pone continuamente e dai limiti che riconosciamo nella nostra abituale prassi animalista.
non siamo abituati ad andare alle partite di calcio e mi viene il sospetto che sugli spalti si usi un linguaggio simile), è il risultato di una frustrazione a monte, intrinseca, forse percepita solo in maniera subconscia da Jole, Daniela e anche dal sottoscritto, perché nasce dalle censure che la società ci pone continuamente e dai limiti che riconosciamo nella nostra abituale prassi animalista.
Quanti
di noi, magari dopo un periodo passato a liberare animali in stile A.L.F.,
infrangendo la legge, si sono appiattiti andando a spalare escrementi nei
canili! Io non li biasimo, perché capisco che una vita passata fuori e dentro
le galere e le aule dei tribunali non è precisamente una vita felice. Sarà
avventurosa, produrrà anche qualche mezza dozzina di fans entusiasti, ma poi?
L’amarezza
regna sovrana, alla fine, considerando che anche occupandosi di cani randagi
non è che le soddisfazioni siano molte di più.
Insomma,
Paolo Mocavero sarà anche un fascista protetto dalle questure (ma non sempre
perché non gli è stata data l’autorizzazione ad andare davanti alla casa dell’aggressore di Edoardo Stoppa), ma insulti e parolacce, elargiti in maniera tutto
sommato mirata, possono essergli perdonati se si pensa che la violenza verbale
è necessariamente su un gradino inferiore a quella fisica messa in pratica
sugli animali dai loro aguzzini.
Non
bisogna perdere il senso delle proporzioni e scambiare lucciole per lanterne. O
viceversa. Un presidio dei 100 % Animalisti ha l’articolo garantito sul
Gazzettino, il quotidiano del nord est, mentre un milione di firme raccolte
nelle piazze non ha l’onore nemmeno di un trafiletto sul giornale di provincia.
Dunque,
chi ha una marcia in più fra le due metodologie?
A
un certo punto, insistere a volersi dichiarare pacifisti e gente per bene,
diventa stucchevole e scivola piano piano anche verso l’ipocrisia. Jole Dessi,
Anna Englaro e, ancora di più, Daniela Billiani hanno tutta la mia immutata
stima, ma Paolo Mocavero, nonostante l’ottusità degli anarchici chiusi nel loro ghetto, sta trainando il movimento animalista fuori dalle secche
dell’immobilismo, o della falsa sensazione di movimento.
Alla
pietra d’inciampo delle parolacce va dato un doveroso calcio, scagliandola
lontano.
Concludo
con le parole dell’interessato riguardo a tutta questa faccenda:
“Non
vi piaccio? Sedetevi pure con il resto delle persone che aspettano che me ne
freghi qualcosa”.
Intanto.... A me piaci.... Lo dico seriamente...
RispondiEliminaMa credo che la verità stia nel mezzo...
Non esistono solo ostinati pacifisti o Mocavero...
Esiste anche l'attivista che agisce in solitudine quando ne vede la necessità; esiste il gruppo che si coalizza e occupa stabulari e laboratori. Oppure i componenti del gruppo che sfidano le leggi, entrano in un allevamento intensivo e documentano le condizioni degli Animali che vi sono detenuti.
Sappiamo molto bene l'importanza che ricoprono la diffusione di video di questo tipo e quanto servono alle persone per conoscere verità nascoste.
Io preferisco stare in mezzo... Non voglio apparire come l'ostinata pacifista, piuttosto una testona che si sforza continuamente di "controllare" e gestire la rabbia al meglio.
Non mi sento chiusa nel ghetto, anzi, ritengo di essere libera, posso spaziare e agire, usando testa ed un linguaggio pacato e civile.
Nel modus operandi dei 100% non ci vedo nulla di costruttivo, niente che possa seriamente portare in salvo un solo Animale.
Resto basita per questo articolo, che reputo intelligente e degno di nota...
Grazie.... Di cuore...
Sei davvero "speciale"...
Citazione:
Elimina"Nel modus operandi dei 100% non ci vedo nulla di costruttivo".
Intanto anch'io devo dire che il tuo commento mi piace.
Poi, sugli insulti e la violenza verbale, forse è solo la parte più eclatante del loro modus operandi. Attaccare nottetempo manifesti nei punti topici, disattivare trappole per nutrie o portare mangime ai piccioni di Venezia durante le periodiche proibizioni municipali, è un modus operandi che incontra tutta la mia approvazione. E non si tratta più di insultare dei cacciatori che fra l'altro se lo meritano.
Anzi,il fatto che i 100 % si siano limitati a disattivare le trappole, denota un rispetto per le autorità che io per esempio non ho: io le avrei distrutte seduta stante, senza preoccuparmi delle eventuali ricadute negative in termini di disapprovazioe popolare.
Siccome ho partecipato a più di due presìdi - più di quelli a cui ha partecipato Jole Dessi - ho avuto l'impressione che, al di là delle scurrilità urlate, Paolo Mocavero stia sempre molto attento a non superare un certo limite.
Per esempio, dimostrando sempre rispetto e gratitudine per il lavoro delle F.F.O.O.
Cosa che per esempio a me non verrebbe spontanea, non avendo molta simpatia per gli sbirri in generale, però capisco che Paolo, se vuole continuare ad essere presente in Veneto e anche in altre regioni italiane, così come sta facendo, non deve inimicarsi le autorità di polizia.
A me Paolo sembra molto controllato e non trovo giusto che venga accusato di essere un fascista.
In ogni caso, le sue convinzioni politiche sono solo una sua questione personale, come essere tifosi della Lazio o del Milan o dell'Udinese.
Non c'entra con l'attivismo animalista.
Ad estremi mali, estremi rimedi.
RispondiEliminaE i rimedi dei 100 % non sono ancora gli estremi, come non lo sono quelli di A.L.F.
EliminaMocavero continua a sostenere che il fascismo è finito nel '45... si certo, lo vada a dire alle persone rinchiuse nei CIE o alle persone omosessuali o trans che non possono circolare liberamente per strada. Ma lo vada a dire anche agli hammer skin, o a casapound o a forza nuova...
RispondiEliminaEssere fascista non è una caratteristica da poco... ciò lo può dire, a parte il mitificatore di turno, solo chi non conosce l'ideologia fascista e tutta l'ondata di xenofobia, razzismo, discriminazione che si porta dietro.
Fra l'altro il sognor mocavero continua a chiamare tutti comunisti, perchè lo spauracchio comunista è sempre in voga... Ma il comunismo non è stalin e non si può certo paragonare al fascismo. E poi le persone antispeciste, generalmente, si definiscono libertarie o anarchiche... e l'anarchia è probabilmente l'unico modo per avere un mondo dove anche altre specie possano vivere in libertà secondo la loro natura... anche se molti anarchici non se ne rendono ben conto.
Ridurre la terminologia utilizzata ai presidi di 100% a mero fastidio moralista è una mistificazione bella e buona.
Dare all'impellicciata di turno della puttana, tuo marito cornuto ed epiteti del genere non fa che corroborare lo stereotipo sessista per cui la donna non solo è inferiore ma deve sottostare ai voleri del macho di turno. Oltre ovviamente a provare che questi personaggi non sanno nemmeno perchè protestano contro pelicce/circhi/vivisezione ecc... non sono in grado di scrivere nemmeno un volantino e non trovano di meglio che offendere con epiteti sessisti e di stampo bullista. Al cacciatore, vivisettore ecc di turno dicono ciccione, brutto, cesso, frocio ecc... e quindi? un vivisettore va combattuto perchè è un ciccione? E se fosse un bell'uomo con una bella macchina ed una moglie gnocca, andrebbe bene? Non trovi, caro filosofo Duria, che ciò non sia altro che l'espressione di quell'atteggiamento bullista e machista che porta tante persone più deboli a suicidarsi perchè escluse dalla società? La violenza contro gli animali necessita di tali espressioni? L'animale sfruttato e torturato non suscita altre emozioni che gridare ciccione, troia, cornuto? Non sarebbe più congruo combattere tutto ciò con la violenza vera, invece che fare i fighetti che sanno solo dire le parolacce? Ma loro no... sono contrari perfino a della vernice buttata su un portone... figuriamoci se incendierebbero una macchina!!
E certo che i presidi dei 100% riscuotono notizia sulla stampa... a parte che notoriamente i fascisti sono sempre amici della stampa, ma a parte ciò, è molto conveniente per la stampa (che da che mondo è mondo sostiene chi detiene il potere, e quindi chi sfrutta e lucra sugli animali) far passare gli animalisti per volgari teppistelli da stadio buoni solo ad esprimersi con parolacce fini a se stesse.
Mi fai quasi ridere (ma dovrei dire schifo, visto che ti spacci come anarchico) quando dici "Per esempio, dimostrando sempre rispetto e gratitudine per il lavoro delle F.F.O.O." ... beh, certo, i fascisti hanno sempre un certo rispetto per gli sbirri ed il potere costituito. Peccato che, da che mondo è mondo, sbirri ed eserciti servano per reprimere chi vuole cambiare le cose e difendere i detentori del potere. E non vedo perchè tale rispetto dovrebbe ispirare tenerezza... dal momento che gli sbirri son lì per impedire che gli sfruttatori debbano essere troppo disturbati dalle proteste!