Fonte: Promiseland
L’Europa ha proibito i pesticidi associati all’estinzione progressiva delle api. Questo è l'esito della votazione del 29 aprile scorso a Bruxelles. Sorprendentemente, rispetto
alle passate votazioni, l’Italia ha votato contro e questo ha dato vita a una
seria polemica da parte degli ambientalisti Italiani.
Si
tratta dei pesticidi del gruppo dei neonicotinoidi: imidacloprid e clothianidin
del colosso chimico Bayer e del tiametoxam prodotto da Sygenta. Ora la
Commissione Europea deve attuare ed imporre la restrizione in modo definitivo.
Guadalupe
Rodriguez di “Salva la Selva” afferma che “le organizzazioni ecologiste devono
continuare a rafforzarsi lavorando in rete e con posizioni in difesa delle api,
che significano vita e natura, poiché le lobbies della Bayer e della Sygenta hanno moltissimo potere.
Loro hanno dato vita a una campagna di pressioni molto forti dati i profitti
economici milionari che ottengono dalla vendita di questi pesticidi velenosi”.
“Protestare in tempo per una causa giusta ed ecologica da’ risultati”,
aggiunge.
Questa
vittoria ecologista ha avuto il sostegno dell’Autorità Europea della Sicurezza
Alimentare (EFSA, acronimo dall’inglese), che, preoccupata per l’elevata
mortalità delle api ha presentato all’inizio dell’anno documentazioni sugli
elevati rischi dell’uso dei neonicotinoidi. Da lì poi si é sviluppata l’attuale
e vincente proposta della Commissione Europea per proibire i terribili
pesticidi.
Resta
da capire perché l’Italia abbia votato contro la proibizione dei
neonicotinoidi, quando in passato aveva sempre espresso una posizione
favorevole alla loro restrizione. Ora resta questo interrogativo, che lascia
non poche perplessità e preoccupazioni rispetto al clima europeo di maggiore
ottimismo anche se la strada é ancora lunga per arrivare alla proibizione
totale.
Il
grande risultato del 29 aprile scorso può significare l’inizio della
possibilità di recuperare le colonie di api che sono drammaticamente in
pericolo. C’é ancora molto da fare per liberare le api e altri
impollinatori dalle loro principali minacce.
Bisogna
tenere conto che la proposta é temporanea, limitata a due anni con decorrenza
dal 1 dicembre 2013 e parziale, escludendo i pesticidi nelle serre, nei cereali
invernali e nelle fumigazioni dopo la fioritura. In ogni caso sarebbe un primo
e decisivo passo che comprende un elenco molto significativo di coltivazioni
che si aggiungono alle tre citate pocanzi.
L’autorizzazione
parziale all’uso dei pesticidi ne consente la compravendita, e così si rende
possibile l’uso comunque, visto che non ci sono controlli. Per questo motivo,
“Salva la selva” esige che la Commissione Europea si attivi perché si proibisca
l’uso dei neonicotinoidi, non solo temporaneamente ma definitivamente.
Dovrebbe
arrivare, per altro, a proibire la fabbricazione di questi veleni. Finché,
finalmente, il loro utilizzo sarà severamente controllato e la violazione di
questa restrizione duramente sanzionata. Alla fine, l’Unione Europea dovrebbe
promuovere in modo serio un’agricoltura autenticamente ecologica.
Alla
votazione parteciparono i 27 paesi membri, 15 di essi hanno votato a favore.
Nonostante secondo le norme vigenti non si sarebbe ottenuta la maggioranza
qualificata per mettere in atto la proibizione, Tonio Borg, commissario europeo
della Salute Pubblica e Politica dei Consumatori ha affermato al quotidiano
inglese “The Guardian” che “la
Commissione Europea darà il via alla proibizione nelle settimane a venire”.
I
paesi a favore della proibizione di questi pesticidi: Francia, Germania,
Olanda, Spagna, Bulgaria, Belgio, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania,
Lussemburgo, Malta, Polonia, Slovenia e Svezia.
Paesi
contro: Regno Unito, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia,
Portogallo e Italia.
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