“La fine di Trotsky” non è una domanda delle parole
crociate da due lettere, ma ciò che è successo ad Alessandro Carolé l’undici
maggio scorso. Essere accoltellati o colpiti da pallottole non è – tecnicamente
- molto diverso dal prendersi un colpo di piccone in testa, ma nel caso del
comportamento di Mada Kabobo vale lo stesso sdegno che nasce nei
confronti dei morti in battaglia. Essere uccisi all’arma bianca fa più
impressione dell’essere colpiti da una granata. Se si pensa ai soldati della
prima guerra mondiale e a come sono stati uccisi, viene in mente prima il
ferito disteso a terra, ucciso con un colpo di vanghetta dal soldato nemico e
poi i fanti falciati dalle mitragliatrici. In base a questo ragionamento,
essere uccisi da un drone, con l’operatore a migliaia di chilometri di
distanza, non produce alcun impatto emotivo.
Noi occidentali siamo abituati alle armi da fuoco, perché
siamo circondati da tecnologia abbondante e costosa - e da programmi televisivi
che ne fanno uso - ma nei paesi del Terzo Mondo dove abbondano quelle da taglio
per usi civili, è del tutto normale avvalersi di queste ultime per ammazzare la
gente. L’antico proverbio “In guerra ogni spiedo è spada”, resta sempre valido.
In Africa, continente dove la gente ha molta dimestichezza
con armi improprie o artigianali, i peggiori massacri sono stati fatti con i macete. L’anno scorso è con lunghi coltellacci
che gli scioperanti di una miniera in Sudafrica hanno assaltato la polizia
schierata in assetto antisommossa, dando luogo a quella carneficina di cui
hanno parlato tutti i media del mondo e che si spiega solo con l’ingenuità
degli interessati.
Evidentemente, in quel disgraziato caso, i trentaquattro morti
ammazzati non conoscevano il detto: “Se un uomo con la pistola incontra un uomo
con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. Potrebbe darsi che
questo aforisma sia nato in ambiente cinematografico, magari, per quel che ne
so, in qualche film “Spaghetti western”, ma quegli scioperanti non avevano
neanche pistole, bensì lunghi coltelli.
Posto che Mada Kabobo, se avesse agito così in Ghana,
sarebbe stato linciato dalla folla con un pneumatico appeso al collo e dato
alle fiamme, la prima domanda da porsi è se un italiano si sarebbe comportato
come lui. In caso di follia conclamata, la risposta è sì, ma siccome i
telegiornali tendono a farci credere che il gesto dell’immigrato sia stato
dettato dalla rabbia sociale di sentirsi escluso, anche gli italiani in questo
periodo stanno vivendo questa cosiddetta rabbia sociale, spontanea o indotta
che sia, ma fino a questo momento, se escludiamo Luigi Preiti sul cui operato
sono sorti alcuni dubbi, nessun italiano è andato in giro a prendere a
picconate la gente per strada.
Ogni tanto saltano fuori serial killers che sparano sulla folla come cecchini,
in virtù della disponibilità di tecnologia armiera di cui si parlava prima.
Sulla spinta della rabbia sociale, che probabilmente è indotta dai veri padroni
del mondo, finora gli italiani si sono impiccati o dati fuoco, a meno che non
vogliamo annoverare fra i crimini nati dalla rabbia sociale anche gli omicidi
normali o i femminicidi.
Se esiste una strategia in base a cui episodi come quello inspiegabile
del trentunenne ghanese sono implementati per aumentare il malcontento popolare
verso le classi dirigenti, lo stratega (o gli strateghi) ci riesce benissimo,
per non parlare del clima di paura che già da anni si sta creando nella
popolazione a causa della criminalità di origine straniera, specie in zone ad
alta concentrazione della medesima. A Padova ci sono veri e propri ghetti, ma
anche a Torino, Genova e - come volevasi dimostrare – Milano, la situazione non
è migliore. A Rosarno, poi, ci sono stati già momenti di aperta guerriglia fra
immigrati e indigeni.
E, a questo proposito, assistiamo a una specie di spaccatura
tra nord e sud, in cui da una
parte si attua, saltuariamente, la caccia
all’extracomunitario e dall’altra si cerca di adire le vie politiche come fa la
Lega Nord, che però, curiosamente, viene contestata. Ad essere presi di
mira, soprattutto da parte della gioventù politicizzata (leggasi plagiata) che
si riunisce nei centri sociali, sono spesso i gazebi della Lega Nord, partito
che aborro per la sua grossolanità e per il suo cercar voti presso i
cacciatori, ma che in fatto di immigrazione vorrebbe porre un argine
all’entrata degli stranieri.
Per il momento, se escludiamo Oriana Fallaci che parlava di
invasione, il numero in costante aumento di stranieri non è visto come una
minaccia e ciò si spiega con la famosa massa critica. Il popolo italiano
abituato al servilismo nei confronti delle istituzioni, non è ancora disposto a
chiedere la chiusura delle frontiere nei confronti degli africani. O dei
cinesi, aggiungo io. Non lo può fare a causa della sua cultura di matrice cristiana,
che impone il dovere dell’accoglienza, e per non dover passare per razzista.
Siccome però le rapine in villa aumenteranno a causa della crisi, il numero
degli italiani che avranno avuto a che fare direttamente con rumeni e albanesi
violenti e ladri aumenterà, facendo di conseguenza aumentare la presa di
coscienza e arrivando alla fine alla massa critica. E’ solo questione di
aritmetica.
Come se non bastasse, a dispetto dei benpensanti cattolici,
non ancora toccati nei loro interessi vitali, e dei ragazzi dei centri sociali,
animati dal fuoco dell’idealismo, le richieste di limitazione all’immigrazione,
da parte dei leghisti, non troveranno sbocchi, perché gli Illuminati hanno
deciso di mettere le persone giuste nei posti giusti - come hanno sempre fatto
- e la Boldrini e la Kyenge al posto giusto lo sono.
E’ come una partita a scacchi: da una parte
l’intelligentissimo campione mondiale russo e dall’altra un cerebroleso di nome
Popolo e di cognome Bue.
Il risultato è l’aumento di quel caos sociale – ordo ab
chao - che non esclude
financo un’eventuale guerra civile, che porterà e che sta già portando acqua al
mulino della Massoneria fautrice del NWO. A un certo punto, tra sparatori false
flag alla Luigi Preiti e
psicopatici rabbiosi alla Mada Kabobo, la gente supplicherà in ginocchio le
istituzioni di intervenire, magari con un uomo forte tipo Mussolini o una
tecnologia altrettanto forte alla Microchip sottocutaneo. E allora, potremo
dire addio alle libertà civili fin qui conquistate.
Stando alle notizie ufficiali, ciò che accomuna il calabrese
e il ghanese è la condizione di border line, di disadattati ed emarginati, il primo
per aver perso il lavoro e il secondo per non aver vista accettata la sua
richiesta di asilo politico. Per inciso, dateglielo questo “asilo politico”,
ché tanto peggio di così non può andare.
Oltre ai sospetti bene evidenziati da Rosario
Marcianò sul caso Preiti, notiamo che di Mada Kabobo la comunità ghanese di
Milano non sa nulla e ci si chiede quindi da dove salti fuori questo individuo.
La mia ipotesi è che, come in Medio Oriente la CIA utilizza candidati
manciuriani per compiere attentati suicidi, così con gli italiani la stessa
organizzazione segreta potrebbe usare tecnologie più soft, risultato di quegli esperimenti top
secret iniziati ancora
negli anni Cinquanta e conosciuti con la sigla MK-ultra.
In pratica, i nostri padroni americani ci stanno usando la
cortesia di non mettere – non ancora – autobombe a destra e a manca, ma di
cuocerci a fuoco lento con micro-attentati stravaganti e creativi, come si
addice al nostro popolo geniale, facendo leva sulla notoria emotività degli
italiani.
I quali, per un certo periodo della loro storia, sono stati
negri come i negri, nel momento in
cui sono andati a cercare lavoro negli Stati
Uniti. E questo accadeva molto prima che gli USA prendessero possesso
dell’Italia nel 1943, con gli sbarchi in Sicilia e ad Anzio. Alla fine
dell’Ottocento, a causa della pelle non propriamente bianca come quella dei
WASP, molti americani si chiedevano di che razza fossero gli emigranti
provenienti da quello strano paese a forma di stivale. Molti nostri
connazionali, a causa di questo equivoco, sono stati linciati da folle
inferocite di bianchi anglosassoni, ma questo è un capitolo della nostra storia
di cui non si deve parlare, per non mettere in imbarazzo i nostri padroni a
stelle e strisce.
C’è dunque la possibilità che il signor Kabobo sia un
candidato manciuriano, un robot eterodiretto che si sta comportando in carcere
nello stesso modo assente e indifferente di quel ragazzo dai capelli rossi che
ha fatto una strage in un cinema, in occasione della prima di un film su
Batman. Questa loro vacuità potrebbe essere un sintomo di manipolazioni mentali
operate sul loro cervello. Negli Stati Uniti d’America è facile procurarsi armi
e da noi picconi: il servo non deve in ogni caso far fare brutta figura al suo
padrone.
Tuttavia, manipolazione a distanza a parte, fatta passare
per un atto di follia come è stato fatto passare per omicidio-suicidio
l’assassinio di Stefano Anelli, tutto questo non potrebbe accadere in una
società sana, basata su principi sani ed educata dalle guide religiose a
coltivare l’amore fraterno e la solidarietà, anziché il materialismo e la
competitività.
Qualcuno mi deve ancora spiegare come mai nella patria del
cattolicesimo si sta generando una società edonistica e spietata priva di
compassione. E’ sufficiente il fatto che i preti predichino bene e razzolino
male o c’è qualcos’altro da considerare?
Io propenderei per l’antico peccato originale, perpetrato ai
danni delle bestie, rese storicamente e giuridicamente inferiori e quindi
massacrabili. Il meccanismo mentale è notorio. A forza di esercitare violenza
sugli animali, quella stessa violenza ci si ritorce contro, ma seguendo strade
contorte e inaspettate. Se colpisci una mucca con una pistola a proiettile
captivo, poi quel proiettile esce esotericamente dal cranio dell’animale e si conficca nel
collo di un carabiniere.
Se colpisci un cucciolo di foca con una mazza chiodata, poi
quel colpo fa il giro del mondo, come lo sbattere d’ali d’una farfalla in
Brasile, e finisce per scaricare la sua forza malvagia sulla testa del signor
Carolé. Il fatto che non ce ne rendiamo conto, di tutti questi imprevisti
passaggi, dipende solo dalla nostra scarsa immaginazione, o dalla rimozione
freudiana che le guide religiose – sempre loro! – hanno operato sulle nostre
coscienze.
Limitando la necessità di scambiare “un segno della pace”
solo al vicino di messa e vietando l’ingresso in chiesa a cani e porci, in senso non metaforico, è ovvio
che finiamo per credere che il nostro prossimo sia solo quello di fattezze
umane. Poi, casi come quello in esame, s’incaricano di darci la sveglia e di
farci sospettare che tutta l’impalcatura religiosa fin qui imparata dall’asilo
in poi è inefficace e controproducente. Oltre che pericolante.
Una volta ero più ottimista e dicevo che quando l’umanità
smetterà di prendere a colpi di piccozza le foche, smetterà anche di fare la
stessa cosa con i passanti del quartiere di Niguarda, ma ora non sono più così
sicuro. Tra MK-ultra e candidati manciuriani, mi sento come un sughero sulle
onde del mare, insieme a milioni d’altri sugheri sballottati e confusi, tra un
Mada Sballottelli osannato e un
Mario Kabobo vituperato.
Con contorno di ministri per l’integrazione.
E’ proprio un bel minestrone.
I miei sospetti prendono corpo.
RispondiEliminaKabobo ammette:
"Da tempo sento delle voci che mi dicono di fare cose cattive, sabato sono stato guidato da loro".
http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/05/13/news/la_seconda_vittima_di_adam_kabobo_morte_cerebrale_per_il_ragazzo_di_21_anni-58698088/?ref=HREC1-8
Che tipo di possessione aveva? N.W.O., alieni, sciamanismo africano, microchip nella testa applicato in Libia, demoni, o tutto questo insieme...?
RispondiEliminag
Non lo so, ma quando i detenuti entrano in carcere la prima volta vengono portati nell'ufficio del medico per una sommaria diagnosi sullo stato di salute.
EliminaNel 2006, presso il carcere di Pordenone, una delle prime cose che mi hanno fatto fare è stato proprio il colloquio con il dottore.
Il quale mi ha chiesto a bruciapelo se sentivo voci.
Io mi sono messo a ridere.
Evidentemente, deve trattarsi di un sintomo premonitore di uno stato di alterazione mentale e viene fatto per sapere se il detenuto deve essere sottoposto a visita psichiatrica.
Il che, nel caso di tanti efferati criminali, potrebbe essere utilizzato per avere delle attenuanti di pena.
Nel caso di Kabobo io lo escluderei perché non parla neanche l'italiano e mi riesce difficile credere che abbia avuto suggerimenti da qualche avvocato.
Resta sempre il sospetto che la CIA lo abbia istruito, cioè gli abbiano detto di dire così.
Ah, non sapevo di questa strana prassi dei medici carcerari...
RispondiEliminaE se gli avessero inviato un elementale...?
g
Il mio esoterismo non si spinge fino al punto di credere agli esseri elementali.
EliminaIl mio amico Graziano Ganzit, che fa agricoltura biodinamica, ci crede e anche Arthur Conan Doyle credeva alle fate.
Dunque, per me la questione resta ancora aperta e in fase di indagine.