Testo di
Emilio Ditali
La
Sagra dei Osei rappresenta per la mia città, Sacile, una sfortuna e nello
stesso tempo una fortuna e una opportunità grandissima; una sfortuna perchè la
sagra sacilese rapprenta, con la sua enorme storia e la sua tradizione, il
simbolo delle sagre dove gli animali ed in particolare gli uccelli vengono
usati, sfruttati, sgregati nelle gabbie, usati solo a scopo di lucro, a volte
maltrattati, in base ad una visione antropocentrica del mondo che ci sta
portando all'autodistruzione. La specie umana si ritiene la sola degna di
sopravvivere in questa terra e convinta che le altre specie (e qui la religione
ha una gravissima e storica responsabilità) servano solo alle proprie necessità.
Vedere migliaia di animali in gabbia, allevati in cattività, oppure catturarli
in natura tramite l'uccellagione (pratica fortunatamente ormai quasi estinta)
per molte persone rappresenta una cosa normale; anche chi a una sensibilità
marcata magari verso il suo cane o il suo gatto, non si rende conto che tutti
gli animali percepiscono sofferenza, hanno paura, dolore, ecc., come ormai
ampiamente assodato dagli etologi.
Ma
la sagra potrebbe rappresentare anche la fortuna di Sacile; perchè Sacile possa
avere infatti un futuro in campo turistico, con tutto l'indotto conseguente,
occorre creare una caratteristica, che vada oltre alla risorsa naturalistica
rappresentata dal fiume Livenza, al fine di rendere originale e ricercato
questo sito non solo a livello locale ma in ambito europeo. L'ipotesi in questo
senso è trasformare Sacile in una "birdland", cioè in una "terra
degli uccelli". Una piccola città cioè che negli arredi, nelle strutture,
nella museistica, nelle arti, nelle iniziative in generale, sappia rendersi
caratteristica, originale, punto di riferimento europeo e mondiale per gli
amanti degli uccelli, e non per cacciatori ed allevatori. Una cittadella luogo
di incontri e di ritrovo per esperti, studiosi, appassionati, turisti; la sagra
dei osei deve perciò, in questo contesto, uscire da una logica paesana e
provinciale adeguandosi alla cultura ed alle sensibilità attuali, diventando il
punto di riferimento europeo per gli esperti di ornitologia ma anche per gli
appassionati della natura, che non deve esaurirsi nell'arco di una settimana ma
avere una programmazione annuale continua. Una sagra in sintonia con
l'evoluzione del rapporto uomo-ambiente. Può essere questa la scommessa per
Sacile per gli anni futuri; un'occasione da cui ricavare livelli notevoli di
economia e progresso.
Emilio Ditali
Emilio Ditali
Commette un errore madornale chi crede che la natura abbisogni della presenza dell'uomo, semmai è il contrario.
RispondiEliminaVerità per noi lapalissiana, misconosciuta per il volgo.
EliminaIl colmo è che chi organizza gli eventi fiera o altro non fa nulla per sensibilizzare e promuovere iniziative a favore dei grossi problemi per l'estinzione di certe specie di uccelli come passeri diminuiti in certe zone del 60% del quale la caccia è vietata da anni i Verdono Gardellini e molte altre specie sono sparite arrivano i pettirossi per svernare e non tornano più indietro e la colpa oltre ai pesticidi e dei rapaci gazze e corvi che mangiano le uova e i piccoli nel nido sono arrivati a insediare persino tortore e colombi e vogliono chiudere la caccia per fare in modo che non ci sia nessuno nelle campagne che veda le male grazie dei contaminanti!!!
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