Testo di Beppe Miceli
Nelle
ultime settimane è andata sempre più crescendo la diffusione di un atto
delinquenziale di estrema gravità: l'uccisione dei lupi in quanto considerati
nocivi per la sopravvivenza delle greggi. Il lupo è un animale protetto da
norme nazionali e comunitarie, gli ibridi ed i cani randagi altrettanto, come
previsto dalla legge 157 del 1992, per cui ne è vietata l’uccisione sul
territorio nazionale secondo l’art 544 bis c.p. del codice penale che comporta
il delitto di animalicidio. Vorrei far soffermare l'attenzione del lettore sul
fatto che ci troviamo di fronte ad un gesto che va ben al di là di un semplice
atto di bracconaggio, bensì al cospetto di un'intimidazione di stampo mafioso e
come tale vada letta ed interpretata.
L'esposizione in maniera sfrontata dei cadaveri dei lupi in luoghi di pubblica frequentazione stanno a testimoniare una mentalità di intimidazione di stampo mafioso che esprime messaggi inequivocabili e nello stesso tempo inaccettabili rivolti ai responsabili della pubblica amministrazione: oggi è toccato al lupo, domani toccherà a te. Noi non possiamo tollerare il fiorire di questa mentalità delinquenziale che va dilagando a macchia d'olio nell'ambiente del mondo venatorio, forse non pienamente consapevole della gravità di queste azioni. Un tam tam che attraverso il web e il passaparola delle squadre di caccia è nato nella terra del brigante Tiburzi e si sta allargando in tutt'Italia. Che si tratti di pastori, di bracconieri o di cacciatori, sempre di gente armata di doppietta si sta parlando: gente autorizzata a circolare armata per le nostre campagne e per i nostri luoghi sempre più frequentati dal turismo. Pretendiamo che vengano prese le giuste contromisure di controllo del territorio e applicate pene pesantissime nei confronti di chi compisse tali azioni delinquenziali.
L'esposizione in maniera sfrontata dei cadaveri dei lupi in luoghi di pubblica frequentazione stanno a testimoniare una mentalità di intimidazione di stampo mafioso che esprime messaggi inequivocabili e nello stesso tempo inaccettabili rivolti ai responsabili della pubblica amministrazione: oggi è toccato al lupo, domani toccherà a te. Noi non possiamo tollerare il fiorire di questa mentalità delinquenziale che va dilagando a macchia d'olio nell'ambiente del mondo venatorio, forse non pienamente consapevole della gravità di queste azioni. Un tam tam che attraverso il web e il passaparola delle squadre di caccia è nato nella terra del brigante Tiburzi e si sta allargando in tutt'Italia. Che si tratti di pastori, di bracconieri o di cacciatori, sempre di gente armata di doppietta si sta parlando: gente autorizzata a circolare armata per le nostre campagne e per i nostri luoghi sempre più frequentati dal turismo. Pretendiamo che vengano prese le giuste contromisure di controllo del territorio e applicate pene pesantissime nei confronti di chi compisse tali azioni delinquenziali.
Odio cacciatori bracconieri e quant'altro ci sia di disumano in queste pratiche barbare e incivili, ma li odio a tal punto che se la legge permette (dietro corrispettivo in denaro) a questi barbari di scorrazzare per boschi e campi a seminare terrore e morte verso delle povere bestie inermi, e addirittura li autorizza ad attraversare anche le proprietà private senza dover chiedere permesso nemmeno ai proprietari, e qui che vi voglio; cari miei rambo sterminatori di conigli volatili e quant'altro vi passi a tiro, provate a cacciare nei miei terreni... se ne becco uno io altro che cacciatore.....vedrete cosa significa diventare improvvisamente una PREDA!
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