Con qualcuno dovevo
pur cominciare ad usarla! Se ripenso a tutte le interviste mancate degli ultimi cinque anni,
con gente che rifiutava di farsi fotografare, l'inaugurazione della
mia “spy pen”, ieri 3 maggio, apre una nuova stagione per il mio
blog. Per lo meno, è ciò che mi aspetto. Paolo, il maestro di
musica di Francesco, non si è accorto di niente. Eravamo in quattro,
davanti a casa sua a Valvasone, lui, giovane fisarmonicista
capelluto e barbuto, io, spia dilettante con pochi capelli, Francesco suo allievo sedicenne e il
padre di quest'ultimo, Mauro, l'amico con cui vado al bar mentre Francesco
impara a suonare quel magico strumento.
Certo, mi auguro di
poterla usare con persone che hanno storie torbide da raccontare, ma
che si guardano bene dal farlo, non certo con un ragazzo ricco di
doti e che va in giro per il mondo a suonare la fisarmonica insieme
al suo gruppo. E' stato in Russia e in Brasile, ultimamente. Ci sono
tanti “Fogolars furlans” in tutto il mondo, che lo invitano e gli emigranti, con
figli e nipoti, amano il Friuli più dei friulani che ci vivono attualmente.
Poter ascoltare la musica della propria terra, con uno strumento come
la fisarmonica che ne rappresenta alla perfezione lo spirito, credo
sia molto gradito a chi, figlio o nipote di friulani, magari in
Friuli non c'è mai stato.
Ma Paolo non è solo bravissimo ad usare quel difficile strumento musicale. Ha anche la
capacità manuale di utilizzare le energie naturali. Nel suo cortile,
infatti, campeggia una di quelle parabole con cui si può cucinare,
che ho visto spesso in Madagascar distribuite da una ONG svizzera e che
permettono di convogliare i raggi solari in un punto preciso, sotto
la pentola in cui cuocere gli spaghetti. Il difetto è che mentre
nei fornelli a gas ci sono due, tre o anche quattro “fuochi”, con
quei padelloni luccicanti si può usare una pentola alla volta. Ci
vuole più tempo, quindi, se si vuole fare una pasta al sugo, per
esempio.
Un altro oggetto
curioso, uscito dalla fervida mente e dalle abili mani di Paolo è
questa specie di lavatrice a basso consumo di energia, così basso
che non occorre neanche attaccarla alla presa della corrente. Non
l'ho mai vista in funzione, né so se funziona veramente, ma una cosa
è certa: si prendono due piccioni con una fava. Si fa il bucato e
contemporaneamente si risparmia sulla palestra, perché pedalare in
quel modo, finché non si sono svolti tutti i cicli (è proprio il
caso di dirlo!) del lavaggio, permette di mantenersi in forma e
magari di poter poi sfoggiare la famosa tartaruga addominale.
Paolo è proprio un
tipo interessante. Peccato che mangi carne, come ho avuto modo di
appurare ieri poiché c'erano ancora in cortile i resti della
grigliata fatta con gli amici domenica scorsa. Gliel'ho detto in
maniera schietta, che ai miei occhi è una caduta di stile e lui,
dopo avermi ribattuto con poca convinzione che “l'uomo è
onnivoro”, in modo altrettanto schietto mi ha risposto che non
smetterà mai di mangiare carne. Peccato che ragioni così. Comunque,
come dice il proverbio, “mai dire mai”. Per evolversi, ciascuno
ha bisogno del suo tempo. Concludo promettendo ai miei fedeli lettori che le prossime volte in cui userò la penna-spia sarà con massoni, personaggi loschi e altra fauna di un certo interesse ai fini di questo blog.
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