Fonte: Messaggero Veneto
UDINE. È bufera sulla
proposta di far viaggiare gratuitamente sulla linea 4 i profughi. Ci
sono altre priorità, altre fasce deboli da tutelare, protesta la
gente attraverso i social. Le reazioni arrivano nel giorno in cui,
alla caserma Cavarzerani, un gruppo di profughi si è messo al lavoro
per ripulire il muro e i prati dalle erbacce. Le prime a esprimere
dubbi sulla proposta di “Ospiti in arrivo” – che ha chiesto una
convenzione fra la Prefettura e la Saf – sono le istituzioni. Ma
anche cittadini e politici dissentono. A partire dal prefetto
Vittorio Zappalorto. «Se qualcuno vuole fare del bene a queste
persone e donare qualche biglietto del bus compie una buona azione
sulla quale non si può eccepire – premette –. Se si vogliono
offrire corsi gratuiti di italiano o di altro, va bene – aggiunge
–. Ma che la Prefettura si faccia promotrice di un’iniziativa che
permette a queste persone di usare i mezzi pubblici senza pagare,
proprio no.
È una proposta che
non sta in piedi. Anzi – rincara la dose Zappalorto – sono molto
perplesso anche sull’opportunità di garantire la wi-fi gratuita ai
profughi. Un’iniziativa che è stata promossa dal Comune e con la
quale la Prefettura non ha nulla a che vedere. Se si pensa che la
wi-fi debba essere concessa gratuitamente, allora la gratuità
dovrebbe essere garantita a tutti, indistintamente, altrimenti si
rischia di discriminare. Non siamo obbligati a offrire tutto a queste
persone, cui comunque assicuriamo accoglienza e una sistemazione
dignitosa», conclude il prefetto. Quanto alla Autoservizi Fvg, è il
presidente Silvano Barbiero a chiarire: «Saf è un’impresa che
svolge un servizio di trasporto pubblico in concessione, attraverso
un’offerta indifferenziata – precisa –. Questo implica che
tutti i servizi forniti, urbani ed extraurbani, siano rivolti
indistintamente all’intera utenza, e comporta da parte dei fruitori
il rispetto del regolamento di vettura, approvato attraverso una
determina della Provincia.
Il regolamento prevede
che il viaggio sia consentito solo per i passeggeri muniti di
regolare titolo di viaggio, biglietto o abbonamento, la cui
regolamentazione tariffaria è determinata dalla Regione e non
direttamente dall’azienda. Risulta quindi fondamentale da parte dei
fruitori il rispetto del pagamento del titolo di viaggio. Il compito
di Saf – chiarisce Barbiero – è assicurare una gestione
dell’impresa e condizioni di esercizio che permettano il rispetto
degli standard contrattuali e normativi in materia di trasporto
pubblico locale. Con queste premesse, la società è disponibile a
discutere con le autorità competenti in merito all’istituzione di
una soluzione praticabile dedicata ai richiedenti asilo, con
condizioni economiche e operative definite, senza oneri per
l’impresa, che non può farsi carico di una problematica di
carattere sociale».
Le reazioni dei
cittadini, intanto fioccano sul sito del Messaggero Veneto. C’è
chi parla di «discriminazione nei confronti dei cittadini italiani»
e invita i volontari a mobilitarsi in aiuto ai vecchietti friulani
che, per mangiare, devono rovistare nei cassonetti o di chi ha perso
il lavoro e deve mantenere una famiglia, come fa notare Caterina
Monini. Chi, come Renato Mazzoli osserva che «i veri profughi sono
il 20-30% di chi arriva in Europa. Un vero profugo che è scappato
dalle zone di guerra non si lamenterebbe per una passeggiata di 30
minuti». «A 25 anni, Cavarzerani-stazione è una corsetta da
quindici minuti, fa anche appetito, così non gettano via il nostro
cibo», osserva l’ex assessore comunale Roberto Toffoletti. Dura
anche la reazione della Lega Nord di Udine che interviene, assieme al
consigliere comunale Mario Pittoni e a quello regionale Barbara
Zilli, con una protesta. «Da internet ai biglietti degli autobus,
ormai siamo di fronte alla dimostrazione che il razzismo al contrario
esiste» commentano a una sola voce.
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