mercoledì 25 maggio 2016

Chi pecora si fa, il musulmano se la mangia


Se immaginiamo una mente sopraffina inserita in un corpo immateriale vecchio di 10.000 anni, o anche più, possiamo ipotizzare che il cristianesimo, ma anche l'induismo da cui il messaggio di Cristo è derivato, sia stato potentemente divulgato attraverso i secoli per far sì che, una volta schierati sulla piana di Armageddon, i due eserciti, il cristianesimo e l'islamismo, rispettivamente il nuovo e il vecchio Patriarcato, si scannassero a vicenda, con la vittoria finale di quest'ultimo. Le crociate sono state solo un pallido esempio dell'antica inimicizia tra i due monoteismi e si possono considerare come prove tecniche della battaglia finale tra crociati e seguaci della mezzaluna, entrambi, la croce e la falce di luna, simboli di Saturno, cioè di quella mente sopraffina di cui sopra.



Il Demiurgo, a capo degli Arconti, volle contrapporre il bene al male, la pacifica fratellanza all'astioso tribalismo, la socievolezza vegetariana della scimmia primigenia alla diffidenza sospettosa del gene alieno in essa artatamente inserito. In poche parole, Gesù a Maometto. Scopro oggi che il Corano approva la “Taqiyya”, che si può tradurre con il termine dissimulazione, come metodo per confondere il nemico e, successivamente, sopraffarlo. Quando un imam in televisione si mostra ragionevole, accondiscendente e rispettoso delle leggi del paese che lo ospita, facendo credere che esista un Islam moderato, sta mettendo in pratica la Taqiyya, cioè l'arte di prendere in giro i cristiani. Anche la Chiesa cattolica ha sempre esercitato l'ipocrisia religiosa, ma almeno noi ne proviamo vergogna, o per lo meno ci sentiamo a disagio, mentre per un musulmano far credere una cosa per un'altra è meritoriamente considerata una tattica di guerra.


Se è vero che ogni uomo è mio fratello e che il Cristo non ha fatto distinzioni tra samaritani, sadducei, zeloti, farisei e filistei, impostando i rapporti che dovrebbero governare l'intera umanità sul registro dell'amore fraterno, c'è da chiedersi se i musulmani hanno fatto qualcosa del genere, cioè se veramente Allah è un Dio misericordioso, come non perdono occasione di ricordarcelo. L'evidenza dei fatti ci dice una cosa diversa. Anche qui, il Dio della Bibbia, conosciuto come Geova degli eserciti, in fatto di stupida ferocia non ha niente da invidiare ai seguaci di Allah armati di scimitarra e di kalashnikov. Ma, ancora, come nel caso dell'ipocrisia religiosa, che Jahvè abbia sterminato i popoli dell'antica Palestina, per collocarvi la sua tribù eletta, è cosa di cui nessuno va fiero, tranne forse gli ebrei moderni.


Se dunque un cristiano e un musulmano s'incontrano in Europa, con il secondo che, per usare un termine calcistico, gioca fuori casa, cosa succederà? Per caso il musulmano taglierà la mano che il cristiano gli tende in segno di amicizia, se non di fratellanza? Il musulmano vedrà nei buoni propositi del cristiano un segno di debolezza e ne approfitterà? Io propendo per lo scenario peggiore: i musulmani che arrivano di continuo in Europa nel prossimo futuro ci annienteranno e quelli di noi che vorranno aver salva la vita dovranno convertirsi. Perché dico questo? Perché lo hanno sempre fatto! Hanno sempre agito così, riuscendo ad arrivare fino in Macedonia e in Cossovo, in nord Africa e in Spagna. Hanno avuto qualche battuta d'arresto grazie al conte Vlad e ad altri valorosi difensori del cristianesimo, alle porte di Vienna, ma oggi, in questo mondo che tende alla globalizzazione, vogliono prendersi tutto il globo e con l'Europa ci stanno riprovando.

Un Islam moderato non c'è. Ce lo spiega la favola di origini indiane della rana e dello scorpione. Preso sul dorso uno scorpione che le aveva chiesto un passaggio, la rana si dispose a fargli attraversare il ruscello ma, ancora prima di arrivare sull'altra sponda, lo scorpione la punse, uccidendola. Prima di morire la rana gli chiese: “Perché mi uccidi, io che sono stata buona con te?”. E lo scorpione rispose: “Perché non posso farne a meno. E' nella mia natura!”. Oppure, variazione più famosa sul tema, quella di Esopo, del boscaiolo e la vipera, da cui il detto: “Mettersi una vipera in seno”. Per una volta tanto, in fatto di saggezza e buon senso, le favole greche e indiane battono i vangeli ebraici.

4 commenti:

  1. Io non porrei la questione tra cristiani e musulmani ma tra culture diverse, se già non ci capiamo tra di noi che siamo nati in un certo contesto culturale (vedi mentalità diverse tra nord e sud italia -nord più rigido sud più elastico ad esempio) e dove stiamo tentando di capire come abbiamo potuto arrivare alla condizione attuale dove ci sono tante persone insoddisfatte, non é che con un invasione, si risolvono le cose, in questo modo la società non cambierà mai, ma si riproddurrà allo stesso modo, é per questo che é stata programmata l'invasione (consapevolmente o meno, questo non lo so) per fare in modo che le cose si ripetano, e per impedirci di risolvere i problemi alla radice, visto che almeno ora in Italia c'é un certo risveglio.

    Loris

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    1. Da bambino sono cresciuto sentendo mio padre parlare con disprezzo dei "terons" (terroni).

      Oggi non vedo differenze tra un friulano e un siciliano, se non forse nel fatto che per una percentuale maggiore il secondo è più propenso a servirsi dei rapporti di forza.


      Tuttavia, i conflitti tra nord e sud Italia, in questo momento storico, secondo me sono superati. Ricordi Massimo d'Azeglio? ....ora che l'Italia è fatta, dobbiamo fare gli italiani.


      Tra occidentali e arabi, invece, c'è una maggiore differenza e l'impatto non è indolore. Io, come animalista, vedo che non sopportano i cani e macellano gli animali fuori norma.

      Tu magari, parlo per fare un esempio, ti senti maggiormente preoccupato per le donne velate e la Sharia che potrebbero venir imposte agli italiani.

      In entrambi i casi, sia come animalisti che non, siamo tutti d'accordo che a ritornare al Medioevo, grazie ai musulmani, non ci teniamo proprio!

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  2. Non é vero che ormai tra nord e sud é stato tutto superato, tanto più che ancora oggi tanti meridionali fanno ancora le vittime per quello che hanno subito dai piemontesi, [tra un po sono passati 300 anni] senza considerare che tra i "piemontesi" c'erano anche dei meridionali.

    Loris

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    1. Questo l'ho notato anch'io: i meridionali hanno la tendenza a lamentarsi per l'assenza dello Stato.

      Ma l'integrazione tra "terroni" e "polentoni" penso che sia ormai avvenuta.

      Ad ogni modo, fanno bene a rievocare la storia passata, con i cosiddetti banditi trucidati dai piemontesi, perché è giusto dire come sono andate veramente le cose.

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