Fonte: Qelsi Quotidiano
C’era una volta la
presidentA inadatta. Quella che era sempre fuori luogo, quella che
non riusciva a ritagliarsi il proprio ruolo perché incapace di
gestire quello che le era stato assegnato. La presidentA avrebbe
dovuto dirigere e seguire i lavori dell’aula di Montecitorio,
avrebbe dovuto vivere tra capigruppo, ordini del giorno e votazioni
fiume. Invece l’inadatta protagonista della nostra storia si trovò
a dover affrontare qualcosa che era più grande di lei: la sua
incompetenza. Ella non sapeva come nascondere questo terribile
segreto al suo popolo e mise in atto il più vecchio degli
stratagemmi “se non puoi convincerli, confondili”. Cercò di
nascondere il dito indicando loro la Luna e decise di diventare
madrina non richiesta di due grandi battaglie: la difesa delle donne
e l’immigrazione.
La prima fu una
battaglia che la coprì di ridicolo, la presidentA provava e
riprovava ad erigersi a paladina delle donne indifese, ma scoprì a
proprie spese che le donne sapevano difendersi benissimo da sole e la
sua presenza altro non faceva che sminuire e a tratti ridicolizzare
il ruolo della donna che tanto avrebbe dovuto difendere. Persa quindi
la prima battaglia si dedicò alla seconda: accogliere più immigrati
possibili nel suo Paese. La povera principessa inadatta non capì che
la cosa migliore sarebbe stata aiutare la sua gente che a stenti
riusciva a raggiungere la fine del mese. L’inadatta presidentA si
era convinta a voler ripopolare il regno facendo entrare la gente
degli altri popoli, quando sarebbe bastato dare qualche moneta d’oro
in più alla italica gente come incentivo a procreare.
Purtroppo accadde che
il popolo nativo fu negli anni cancellato dai migranti delle altre
terre. La presidentA inadatta cantò vittoria perché il
ripopolamento era avvenuto, ma quando dal palco della piazza portò
il gaio annuncio si accorse che nessuno accorso nella piazza capì
cosa ella stesse dicendo. Non v’era più nemmeno un italiano. I
migranti avevano occupato tutto ciò che c’era da occupare, e la
povera presidentA fu imbarcata in un gommone dalle stesse persone che
difese prima di tutti.
Questa favella
racconta la triste storia di Laura Boldrini, la presidentA della
Camera dei Deputati più incompetente che la storia del nostro Paese
abbia mai avuto. Quella che diede più importanza ad una vocale che
alla sua gente.
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