Fonte:
Caritas italiana
A pochi mesi dall’appello di Papa
Francesco
e con l’apertura del Giubileo
della Misericordia, Caritas Italiana lancia il progetto di
accoglienza e integrazione “Rifugiato
a casa mia”.
Un’iniziativa concreta, anche in risposta alle inqualificabili
azioni che hanno preso di mira diverse
Caritas diocesane nel Nord Italia per il loro impegno accanto ai
migranti, suscitando nei nostri confronti la solidarietà da parte di
tanti, che ringraziamo.
Un’iniziativa che nei territori
testimonia ancora una volta autentica
cultura e valori umani condivisi nell’ottica del bene comune,
e si auspica possa produrre scelte di responsabilità perché le
nostre comunità siano laboratori di un nuovo umanesimo, fatto non di
divisioni e contrapposizioni, ma di relazioni e di incontri. Sono
già oltre
170 le famiglie, 150 le parrocchie e 30 gli istituti religiosi
in tutta Italia che hanno aderito al progetto mettendo a disposizione
circa
1.000 posti
per altrettanti cittadini stranieri in difficoltà. Uomini, donne,
famiglie che avranno la possibilità di trascorrere almeno 6 mesi in
un contesto familiare protetto che cercherà di ridargli fiducia e
speranza. Sarà
dunque la famiglia il perno di questa iniziativa:
anche nel caso di accoglienza in parrocchia o nell’istituto
religioso, infatti, il beneficiario sarà comunque seguito da una
famiglia della comunità che dovrà accompagnarlo in un percorso di
integrazione che oggi, più che mai, appare la vera sfida
dell’immigrazione. Si tratta di un’esperienza portata avanti
nella totale
gratuità
in quanto i costi relativi all’accoglienza saranno interamente a
carico delle famiglie e delle parrocchie. I costi finali saranno
circa
6 volte inferiori a quelli ordinariamente sostenuti dalle Istituzioni
per la sola accoglienza.
A tal proposito don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, ribadisce che “Rifugiato a casa mia non vuole, però, in alcun modo costituire un ulteriore sistema nazionale di accoglienza, che già esiste e nel quale stiamo operando, ma essere complementare soprattutto rispetto all’integrazione che appare ancora l’aspetto più debole”. E continua: “Oggi la Chiesa - da sempre diffusamente impegnata con azioni di prossimità verso tutte le vecchie e nuove forme di povertà, fragilità e di bisogno - vuole con questo progetto rafforzare il suo impegno accanto ai profughi attraverso la testimonianza viva delle parrocchie, delle famiglie e degli istituti religiosi che hanno deciso di aprire le porte ai più sfortunati per avviare insieme non solo un percorso di accoglienza, ma soprattutto un cammino di incontro tra culture”. Per i beneficiari sono state messe a disposizione delle risorse economiche da parte della CEI e della ACLI che serviranno per sostenere un kit per attività formative, culturali, professionalizzanti, rivolte contestualmente al beneficiario e alla famiglia che accoglie.
Ogni uomo è mio fratello?
RispondiEliminaChi si da una tale risposta rende implicito di essere figlio di una gran puttana e di un gran cornuto, alchè ti spieghi poi il perché, facciano tutti capo alla chiesa cattolica.
Il concetto di fratellanza universale non l'ha inventato la Chiesa cattolica. Credo sia molto più antico.
EliminaDi per sé non è sbagliato. In questo momento storico viene però usato per imporre la sostituzione dei popoli europei di pelle bianca con razze afroasiatiche.
E questa strumentalizzazione non mi sta bene. Poi, a livello pratico, se posso dare una mano a chi è in difficoltà, lo faccio ben volentieri.
Siamo animali gregari, in fondo. E' la nostra natura.
Loro decidono cosa e'giusto e cosa no;cosa mangiare e cosa no;come vestirsi e come non vestirsi chi si deve amare e chi si deve mangiare,ma mi hanno fregato da piccolo e ora che li mando a fare in c..o dicono pure che io sono il deviato o chi non la pensa come loro.ivi genitori e amici.cimiteri ambulanti puzzolenti e pieni di muco pus e malattie varie.mi fanno schifo questi tre posti a sedere(ciaciotti maleodoranti di putrefazione)sono arrivati pure a dirmi che sono magro...scusa:ma andate a cagare cervelli prestampati.
RispondiEliminaLoro posso dire quello che vogliono. Personalmente sarei per l'abolizione delle religioni, ma ciò non significa che, se mai dovesse accadere, verrebbe abolita anche la spiritualità.
EliminaTu dai retta a ciò che ti dice la tua coscienza (che spero sia meno sboccata di te) e vedrai che ti troverai bene.
Ha ragione le chiedo scusa non si ripetera'.
RispondiEliminaSei molto gentile, Giona. Lo apprezzo.
Elimina