Fonte: Il Fatto quotidiano
“È un suono nauseante che non
dimentichi mai, un ‘crack’ netto che si riverbera in tutta
l’arena”. È il rumore del collo che si spezza dei vitellini,
lasciati correre apparentemente liberi per qualche metro poi
acciuffati al lazo dai “cowboy” di uno dei rodei più celebri
degli Stati Uniti, il Cheyenne
Frontier Days Rodeo.
La frase è riportata in apertura dell’indagine fatta da Shark
(Showing Animals Respect & Kindness),
un’associazione animalista che dal 2005 monitora con foto, video e
testimonianze le brutali e crudeli torture che vengono esercitate
dagli organizzatori del rodeo per solo ed esclusivo divertimento. Il
Cheyenne Frontier Days Rodeo, che cade ogni anno nell’ultima
settimana di luglio, si svolge in Wyoming e
oltre alle tante ‘attrazioni’ animali presenta anche una
manifestazione fatta di canti e balli dei pellerossa simile a quelle
che avvenivano nel circo rappresentato con notevole sarcasmo da
Robert Altman in Buffalo
Bill e gli indiani (1976).
Una parentesi ‘storica’ imbarazzante che nella pagina dedicata
viene descritta così: “Gli indiani americani sono sempre stati una
parte importante della storia del western”.
“Dimenticate il mito dei rodei
come sport americano”, spiegano quelli di Shark. “I
rodei moderni sono crudeli e vengono fatti con l’intento di
uccidere animali innocenti. Il
lavoro tradizionale del ranch è stato trasformato in uno spettacolo
fine a se stesso. I rodei moderni sono nient’altro che dei circhi
con i partecipanti che portano costumi alla John
Wayne e
corrono contro il tempo torturando animali, per vincere premi in
denaro e per intrattenere gente che si ubriaca. Solo gli animali alla
fine pagano il prezzo di tutto ciò”. A finire uccisi sono
vitellini e cavalli, oppure tori imbizzarriti. I cowboys protagonisti
li devono domare sia cavalcandoli che acciuffandoli da lontano,
proprio come quel vitellino di pelo chiaro che viene strozzato e
finisce ucciso con la lingua di fuori e che è diventato l’immagine
emblema di questa edizione 2017.
“Chiunque con un cuore sa che
è assurdo liberare un cucciolo, strozzarlo, costringerlo al suolo
con violenza, infine legargli le zampe in modo che non possa muoversi
e trascinarlo per il collo su tutta la pista davanti alla tribuna
degli spettatori”, continuano quelli di Shark, – “Se questo
venisse fatto ad un cucciolo di cane o gatto sarebbe un reato e
verreste accusati di un delitto e probabilmente imprigionati. Nei
rodei, però, si chiamano steer
busting o calf
roping e i fan lo
definiscono uno sport”. Nel tempo Shark ha ottenuto diversi
risultati attraverso la protesta online, tanto da essere riusciti a
far togliere le scariche
elettriche ricevute dagli animali in
attesa di vedersi aperti i cancelli della ‘gara’.
[N.d.R. Articolo segnalato da
Francesco Spizzirri, che ringrazio]
Gli umani saranno sempre degli incivili - a dispetto della scienza, del sapere, del progresso tecnologico ecc - fino a quando non impareranno a rispettare la vita delle altre creature, la vita in generale.
RispondiEliminama quale scienza, ma quale sapere, ma quale progresso. Questo homo sapiens se la suona e se la canta, ma è solo una brutta malattia che la Terra incomprensibilmente non sa liquidare definitivamente. Forse nella Natura che non sa o non vuole difendersi c'è un seme del male che potremmo chiamare "indifferenza".
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