lunedì 29 gennaio 2018

Bambine nude


Fonte: ANSA

Facebook censura le foto dell'Olocausto 'per le immagini di nudo' dei deportati. È il Giorno della Memoria quando un utente di Facebook riceve una notifica e si vede cancellare un post che propone il video, realizzato da un utente per illustrare gli orrori del campo di sterminio nazista di Auschwitz, sullo sfondo le note della famosa canzone di Francesco Guccini. Nel messaggio di segnalazione da parte del social network, si legge: 'Questo post è stato rimosso perché viola i nostri standard della nostra community sulle immagini di nudo' e per il momento il social ha risposto con un ''no comment'' alla richiesta di spiegazioni. Le immagini dell'Olocausto, che sono quelle che da anni fanno il giro del mondo, illustrano le atrocità della Shoah proponendo i nudi di adulti e bambini, con i loro corpi consumati dalla fame e dagli stenti.


Ma cancellarli - denuncia l'utente censurato - significa non consentire di denunciare e, appunto, ricordare, quanto accaduto nei campi di sterminio nazisti. Fotografie che da decenni fanno il giro del mondo e custodiscono il ricordo. Facebook ha poi ripristinato il post, spiegando di averlo 'accidentalmente rimosso'. 'Si è trattato di un errore e ce ne scusiamo': queste le parole del messaggio comparso sulla pagina dell'utente che aveva denunciato lo stop del social network. Nel testo di legge: 'Un membro del nostro team ha accidentalmente rimosso un contenuto che hai pubblicato su Facebook. Si è trattato di un errore e ce ne scusiamo sentitamente. Abbiamo ripristinato il contenuto che adesso dovrebbe essere visibile'.

Nel settembre 2016, Facebook fu costretto a ripristinare la foto, prima cancellata, della bambina vietnamita in fuga, nuda e bruciata dal napal dopo un bombardamento del 1972 sul suo villaggio. Una foto che contribuì ad accelerare il ritiro dei militari americani in Vietnam. In quel caso ad innescare la vicenda, che in poche ore si è trasformata in uno scontro diplomatico tra la Norvegia e il colosso statunitense e in un'insurrezione sul social network, è stato lo scrittore norvegese Tom Egeland, che aveva pubblicato sul suo profilo la foto vincitrice all'epoca del premio Pulitzer, e che si è visto prima annullare l'immagine e poi sospendere da Facebook.

[N.d.R. Questa invece è la foto che mi è stata censurata, con la quale intendevo denunciare l'infibulazione delle bambine africane, e che mi è costata una settimana di sospensione da Facebook. Non è stata ripristinata e nessuno si è scusato con me e da ciò si deduce che gli strappi alle regole si possono fare se servono a dimostrare quanto sono stati cattivi tedeschi e americani, ma se si denunciano i musulmani per le loro pratiche criminali si diventa islamofobi.]



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