sabato 20 gennaio 2018

Se perdi la salute, perdi anche la casa



Il pianerottolo è pulito e su una delle porte è stata affissa una massima evangelica. Potrebbe sembrare un qualsiasi edificio erp di Milano: ai piani del civico 36 di via Salomone si trovano porte sfondate, alcune lasciate direttamente sul balconcino comune, lastre anti occupazioni, il muro che corre lungo le scale in vetrocemento per garantire la luminosità degli ambienti e qualche zona più normale come quella di Rosa. Anzi, quella che era di Rosa. L’anziana donna è in ospedale da un mese e mezzo e, come ha raccontato il Giornale, sei senegalesi ne hanno approfittato per prendere possesso dell’abitazione. Un monolocale nei casermoni della Trecca, un colosso da 477 alloggi noto come Case Bianche visitato anche dal Papa la scorsa primavera. Dentro c’è tutta la vita della donna, medicine comprese: per motivi di salute Rosa ha avuto bisogno di un tutore che oggi presenterà una denuncia a nome delle sua assistita. Per assurdo, proprio la necessità di un supporto ha reso ancora più difficile recuperare quello che una volta era il suo appartamento.


Ora non è più casa sua, ma è entrata nel girone infernale degli abusivi. Un mondo a parte dei cui difetti si avvantaggia soprattutto la politica in cerca di voti un tanto al chilo, ma non solo. E che le forze dell’ordine, intervenute con quattro pattuglie per sedare una lite condominiale con coltelli alla mano, non riescono a contrastare. Il «metodo Rosa» tra l’altro è già stato sperimentato da chi vive del racket delle occupazioni. Un altro anziano pochi anni fa si ammalò e subito uno degli attuali capi del «giro» entrò in casa sua e ci rimase. L’anziano morì in ospedale. E cominciò il metodo Rosa sancendo la fine della libertà di ammalarsi. Da lì le variazioni non sono mancate così come gli annunci: oggi ad esempio è previsto un ennesimo sfondamento, il conteggio ufficiale salirebbe così a 96, e lo sanno tutti. Basta girare per il cortile e, sottovoce, la notizia passa di bocca in bocca perché qui al racket sono ormai abituati e i capi avvertono prima di muoversi. «Se provi a sottrarti al sistema ti trattano da pazzo – spiega Luigi, un ragazzo vissuto lì da sempre e a me avevano attaccato il contatore di tre famiglie: mi arrivavano bollette da 300 euro a botta». Lui si è difeso, altri hanno subito il sistema: una famiglia ha visitato l’alloggio assegnato dall’Aler, ma quando sono arrivati per prenderne possesso era già occupato. Un’altra coppia è arrivata fin da Venezia pensando di trovare una sistemazione regolare, ma quando hanno capito di essere finiti nel racket hanno preferito dormire in macchina. Sono poi stati accolti nel residence sociale «Aldo dice 26» di via Oglio. I civici peggiori sono il 36, il 66 e il 50, quello della prostituzione secondo i residenti. Persino in quest’ultimo c’è paura a parlare.

Qualcuno però prova a resistere a questo clima come una vicina di casa di Rosa che ha presentato sette denunce per occupazioni, intimidazioni e minacce. Una lotta colpo su colpo che sembra aver trovato qualche sostenitore. «Il dramma del racket è stato il primo argomento affrontato nel Tavolo di lavoro sul lotto 64 con Comune, Regione e Aler e i soggetti del privato sociale impegnati in quartiere.

In questi giorni consegneremo al prefetto un dossier dettagliato su come si articola il racket, dichiara Oscar Strano, presidente del Consiglio di zona e animatore del Comitato Salomone Rinasce – Chi sfonda, chi riscuote, chi si occupa di riciclare sanitari, lamiere, ferri e chi fa gli allacciamenti elettrici abusivi. Così da mettere in chiaro come si vive in Trecca».

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