Fonte: Italiani per la patria
Il pianerottolo è
pulito e su una delle porte è stata affissa una massima evangelica.
Potrebbe sembrare un qualsiasi edificio erp di Milano: ai piani del
civico 36 di via Salomone si trovano porte sfondate, alcune lasciate
direttamente sul balconcino comune, lastre anti occupazioni, il muro
che corre lungo le scale in vetrocemento per garantire la luminosità
degli ambienti e qualche zona più normale come quella di Rosa. Anzi,
quella che era di Rosa. L’anziana donna è in ospedale da un mese e
mezzo e, come ha raccontato il Giornale, sei senegalesi ne hanno
approfittato per prendere possesso dell’abitazione. Un monolocale
nei casermoni della Trecca, un colosso da 477 alloggi noto come Case
Bianche visitato anche dal Papa la scorsa primavera. Dentro c’è
tutta la vita della donna, medicine comprese: per motivi di salute
Rosa ha avuto bisogno di un tutore che oggi presenterà una denuncia
a nome delle sua assistita. Per assurdo, proprio la necessità di un
supporto ha reso ancora più difficile recuperare quello che una
volta era il suo appartamento.
Ora non è più casa
sua, ma è entrata nel girone infernale degli abusivi. Un mondo a
parte dei cui difetti si avvantaggia soprattutto la politica in cerca
di voti un tanto al chilo, ma non solo. E che le forze dell’ordine,
intervenute con quattro pattuglie per sedare una lite
condominiale con coltelli alla mano, non riescono a contrastare. Il
«metodo Rosa» tra l’altro è già stato sperimentato da chi vive
del racket delle occupazioni. Un altro anziano pochi anni fa si
ammalò e subito uno degli attuali capi del «giro» entrò in casa
sua e ci rimase. L’anziano morì in ospedale. E cominciò il metodo
Rosa sancendo la fine della libertà di ammalarsi. Da lì le
variazioni non sono mancate così come gli annunci: oggi ad esempio è
previsto un ennesimo sfondamento, il conteggio ufficiale salirebbe
così a 96, e lo sanno tutti. Basta girare per il cortile e,
sottovoce, la notizia passa di bocca in bocca perché qui al racket
sono ormai abituati e i capi avvertono prima di muoversi. «Se provi
a sottrarti al sistema ti trattano da pazzo – spiega Luigi, un
ragazzo vissuto lì da sempre e a me avevano attaccato il contatore
di tre famiglie: mi arrivavano bollette da 300 euro a botta». Lui si
è difeso, altri hanno subito il sistema: una famiglia ha visitato
l’alloggio assegnato dall’Aler, ma quando sono arrivati per
prenderne possesso era già occupato. Un’altra coppia è arrivata
fin da Venezia pensando di trovare una sistemazione regolare, ma
quando hanno capito di essere finiti nel racket hanno preferito
dormire in macchina. Sono poi stati accolti nel residence sociale
«Aldo dice 26» di via Oglio. I civici peggiori sono il 36, il 66 e
il 50, quello della prostituzione secondo i residenti. Persino in
quest’ultimo c’è paura a parlare.
Qualcuno però prova a resistere a
questo clima come una vicina di casa di Rosa che ha presentato sette
denunce per occupazioni, intimidazioni e minacce. Una lotta colpo su
colpo che sembra aver trovato qualche sostenitore. «Il dramma del
racket è stato il primo argomento affrontato nel Tavolo di lavoro
sul lotto 64 con Comune, Regione e Aler e i soggetti del privato
sociale impegnati in quartiere.
In questi giorni consegneremo al
prefetto un dossier dettagliato su come si articola il racket, dichiara Oscar Strano, presidente del Consiglio di zona e animatore
del Comitato Salomone Rinasce – Chi sfonda, chi riscuote, chi si occupa di riciclare sanitari, lamiere, ferri e chi fa gli
allacciamenti elettrici abusivi. Così da mettere in chiaro come si
vive in Trecca».
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