Fonte: Informazione libera
Tutta l’opposizione di
centro-destra, Fratelli D’Italia, Lega e 5 Stelle,
sull’immigrazione parlano la stessa lingua, chiedono le espulsioni
di massa dei clandestini e accoglienza solo dei veri profughi di
guerra, il 3% dei migranti. Oltre 180 mila sbarchi, il 18 per
cento in più rispetto al 2015. Gli scoraggianti dati del Viminale
accendono lo scontro politico. Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia
e M5S chiedono espulsioni di massa e accoglienza mirata ai profughi
accertati. Praticamente la luna. «Occorrono rimpatri forzati –
spiegano Roberto Calderoli e il capogruppo alla Camera della Lega
Nord Massimiliano Fedriga – riscrivere le regole d’ingaggio per
le forze dell’ordine e attuare il respingimento alle frontiere. Va
bene ripristinare i Cie, ma non basta, vanno chiusi i Cara, i Cpa e
tutti gli altri centri che permettono ai clandestini di girare
liberamente». «Intanto, la cosa più importante è riaprire quei
Cie chiusi come vuole il ministro Minniti, noi di Forza Italia siano
disposti ad aiutarlo», insiste l’azzurra Laura Ravetto, presidente
del Comitato Schengen. «La svolta serve e con urgenza – scrivono
in una nota i colleghi di partito Maurizio Gasparri ed Elio Vito –
per procedere a espulsioni in massa e evitare cento casi Cona.
È inaccettabile la resa dello Stato
davanti a clandestini». Ancora più duri i grillini: «È
necessario identificare chi arriva in Italia, scovare i falsi
profughi, espellere gli immigrati irregolari nel giro di qualche
giorno, senza parcheggiarli in inutili Cie spesso gestiti dalle
mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente
gli immigrati regolari. Sono cose che il M5s afferma con buonsenso
da anni. Per far questo serve prima di tutto un governo credibile e
in grado di farsi rispettare dai partner internazionali. Condizione necessaria affinché si
stipulino tutti quegli accordi bilaterali che ci permetterebbero di
espellere gli immigrati irregolari che, come certificato dalla stessa
Ue, sono l’80 per cento di chi è giunto in Italia negli ultimi
anni. In assenza di questi accordi però, l’Italia ne può
espellere solo poche migliaia degli oltre 75mila che risiedono sul
nostro territorio».
Nello scontro si inserisce il sindacato dei
prefetti per il quale il modello dell’accoglienza diffusa è
l’unico in grado di arginare l’emergenza. Peccato però che i
comuni che accolgono i migranti siano troppo pochi, 2.600 su 8mila.
«Bisogna invertire la tendenza, ma servirà del tempo – denuncia
Claudio Palomba, presidente del Sinpref, l’associazione sindacale
dei funzionari prefettizi che sposa la linea del Viminale, favorire
l’attuazione del nuovo piano per la distribuzione dei migranti. Ma
a parer suo è un processo graduale, poiché basato sull’adesione
volontaria dei comuni. «Nei loro confronti noi prefetti con l’aiuto
dell’Anci – spiega ancora Palomba – possiamo esercitare solo
una persuasione morale, ma le resistenze di tipo politico restano,
come dimostrano le vistose differenze nei numeri dell’accoglienza
tra nord e sud».
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