mercoledì 17 gennaio 2018

Non limitatevi agli annunci pre-elettorali!



Tutta l’opposizione di centro-destra, Fratelli D’Italia, Lega e 5 Stelle, sull’immigrazione parlano la stessa lingua, chiedono le espulsioni di massa dei clandestini e accoglienza solo dei veri profughi di guerra, il 3% dei migranti. Oltre 180 mila sbarchi, il 18 per cento in più rispetto al 2015. Gli scoraggianti dati del Viminale accendono lo scontro politico. Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e M5S chiedono espulsioni di massa e accoglienza mirata ai profughi accertati. Praticamente la luna. «Occorrono rimpatri forzati – spiegano Roberto Calderoli e il capogruppo alla Camera della Lega Nord Massimiliano Fedriga – riscrivere le regole d’ingaggio per le forze dell’ordine e attuare il respingimento alle frontiere. Va bene ripristinare i Cie, ma non basta, vanno chiusi i Cara, i Cpa e tutti gli altri centri che permettono ai clandestini di girare liberamente». «Intanto, la cosa più importante è riaprire quei Cie chiusi come vuole il ministro Minniti, noi di Forza Italia siano disposti ad aiutarlo», insiste l’azzurra Laura Ravetto, presidente del Comitato Schengen. «La svolta serve e con urgenza – scrivono in una nota i colleghi di partito Maurizio Gasparri ed Elio Vito – per procedere a espulsioni in massa e evitare cento casi Cona.



È inaccettabile la resa dello Stato davanti a clandestini». Ancora più duri i grillini: «È necessario identificare chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili Cie spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari. Sono cose che il M5s afferma con buonsenso da anni. Per far questo serve prima di tutto un governo credibile e in grado di farsi rispettare dai partner internazionali. Condizione necessaria affinché si stipulino tutti quegli accordi bilaterali che ci permetterebbero di espellere gli immigrati irregolari che, come certificato dalla stessa Ue, sono l’80 per cento di chi è giunto in Italia negli ultimi anni. In assenza di questi accordi però, l’Italia ne può espellere solo poche migliaia degli oltre 75mila che risiedono sul nostro territorio».


Nello scontro si inserisce il sindacato dei prefetti per il quale il modello dell’accoglienza diffusa è l’unico in grado di arginare l’emergenza. Peccato però che i comuni che accolgono i migranti siano troppo pochi, 2.600 su 8mila. «Bisogna invertire la tendenza, ma servirà del tempo – denuncia Claudio Palomba, presidente del Sinpref, l’associazione sindacale dei funzionari prefettizi che sposa la linea del Viminale, favorire l’attuazione del nuovo piano per la distribuzione dei migranti. Ma a parer suo è un processo graduale, poiché basato sull’adesione volontaria dei comuni. «Nei loro confronti noi prefetti con l’aiuto dell’Anci – spiega ancora Palomba – possiamo esercitare solo una persuasione morale, ma le resistenze di tipo politico restano, come dimostrano le vistose differenze nei numeri dell’accoglienza tra nord e sud».

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