Testo di Roberto Marino Marceddu
Secondo i criminali del pensiero unico e i seguaci servi le razze
non esistono, loro sono già proiettati nella dimensione della razza
bastarda unica, il meticciato è il loro credo. Non esistono
diversità tra gli abitanti delle varie zone del Pianeta. Siamo d'accordo che tutti siamo uguali davanti alla legge, ci mancherebbe,
ma, come ci ricorda giustamente Sallusti, la stessa nostra
Costituzione riconosce l'esistenza delle razze umane e la diversità
degli individui. Afferma verità Martino Mora quando scrive
“...Affermare che bisogna salvaguardare e difendere le "razze"
(e quindi anche la nostra) è fare un'affermazione profondamente
antirazzista”. Di seguito il condivisibile punto di
vista sul nuovo razzismo dei fautori della neolingua.
Il
"razzismo" (quello vero, non quello immaginario) non è
l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma l'affermazione che una
razza sia superiore alle altre, oppure inferiore. Il "razzismo"
(sempre quello vero, non quello immaginario) non è, ripeto,
l'affermazione dell'esistenza delle razze, ma la convinzione che le
razze, quindi la biologia, siano la chiave unica o principale per
comprendere la storia e la società e per classificare il valore
degli uomini. Come il freudiano assolutizza il sesso e il marxista
l'economia, il "razzista" assolutizza la biologia. Il
"razzismo", quindi è condannabile sia per il suo
materalismo (biologismo scientista) che per le sue conseguenze
pratiche (apartheid, lager, segregazione). Affermare che un essere
umano sia disprezzabile per il colore della sua pelle o i suoi
carateri somatici è disgustoso.
Però oggi il razzismo
tradizionale si è capovolto in un antirazzismo che mira al
"meticciato", quindi alla razza unica. Viviamo nell'epoca
di quel razzismo capovolto di cui l'antesignano fu quell'hitleriano
speculare e ribaltato del conte Kalergi, nella sua opera
"Idealismo pratico" (1923).
Esagero? No. Nichi
Vendola ha affermato che "Il progresso passa dalla mescolanza
delle razze". Di "meticciato" come obiettivo politico
hanno parlato tra gli altri Eugenio Scalfari, Corrado Augias, lo
storico Andrea Giardina e pure il cardinale Scola. Molto prima di
loro il conte Kalergi, appunto. Oggi il
vero razzismo è, al contrario, l'antirazzismo ideologico, figlio
dell'odio di sè della cultura occidentale. L'antirazzismo che, ormai
scevro dalle nobili passioni di un tempo, si propone la creazione di
un'umanità unica senza differenze etniche, culturali, religiose,
sessuali e finanche biologiche. Il nuovo antirazzismo è un razzismo.
bellissimo articolo
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