Testo di Rosanna Manzato
"È un maiale femmina, si chiama Claretta Petacci". Queste
le parole del "Comico" Gene Gnocchi. Dopo 70 anni non
si placa l'odio, nemmeno verso una donna stuprata e trucidata. Non è
bastato prendere una donna e appenderla a testa in giù in piazza a
Milano ed infierire sul suo cadavere. Certo, non ci saranno
l'indignazione e le condanne per questo ennesimo insulto al sangue
versato da una donna che semplicemente era innamorata di un altro
Uomo, che ha vissuto di errori e mali e onori, sicuramente un uomo
molto più centrale, almeno nella testa di tanti politici di oggi che
vivono ancora ossessionati ricordando continuamente il suo nome. Ma, sinceramente, su una DONNA! Una Donna... siate sinceri, uomini e donne
libere dai pregiudizi, ma per questa frase pronunciata in televisione
da quello che dovrebbe essere un comico, cosa c'è da gioire o
ridere?
Testo di Roberta Angelilli
Un uomo che definisce una donna “maiala” è innanzitutto un individuo indegno e squallido. Punto. Questo ha fatto Gene Gnocchi alla 7. Non c’entra niente la storia, il passato, le posizioni politiche. Ridere a crepapelle su una donna morta è solo squallore puro. Punto.
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