mercoledì 25 luglio 2018

Gli sprepuziati


Testo di Enrico Barra

Il ruolo degli “Sprepuziati” (chiamiamoli così) nel dissolvimento delle società, delle culture, delle identità, il loro fondamentale contributo al nichilismo, deriva principalmente dalla loro cultura e dal loro cosciente status di minoranza aliena alla cultura del popolo in cui sono ospitati. Gli Sprepuziati, sapendo di non far parte del popolo con cui si trovano a convivere, tendono inevitabilmente a propugnare ideali di società aperte, a difendere le minoranze, sia etniche, che ideali, tendono a scardinare i legami sociali e culturali che tengono in vita i popoli, in quanto essendo loro una minoranza sanno benissimo che un popolo cosciente della propria identità, della propria cultura e della propria appartenenza razziale, finirebbe per espellerli sia dal corpo sociale che dal territorio nazionale vero e proprio. Questo comportamento non è obbligatoriamente cosciente. Uno Sprepuziato, pur non sapendo di agire in senso distruttore di culture, agisce comunque in questo modo, in quanto sapendo di appartenere a una minoranza si trova inevitabilmente schierato a difesa di tutte le minoranze. La sua mentalità e cultura aliena alla cultura in cui è impiantato, lo porta a modificare la società autoctona in modo che questa non sia più una società monolitica, marmorea, ma al contrario sia una società frammentata e scissa in minoranze. 


Solo in questo tipo di società, lo Sprepuziato sa di poter vivere e prosperare tranquillo, perché in tali società lui non sarà più “la” minoranza, ma sarà “una delle tante” minoranze. Da ciò si comprende il ruolo che gli Sprepuziati hanno apportato alla distruzione della cultura europea negli ultimi due secoli. Gli ideali di egualità e tolleranza sono assolutamente necessari alla sua sopravvivenza in seno ad altre società. Da questa prospettiva si comprende l’apporto e l’appoggio degli Sprepuziati a tutte le ideologie dissolvitrici degli ultimi secoli: illuminismo, liberalismo, comunismo e mondialismo (globalizzazione). Anche nel campo della pornografia hanno ricoperto ruoli chiave. La pornografia vede nell’atto sessuale un mero sfogo libidinoso, vede nella donna un puro oggetto materiale su cui sfogare i propri istinti animaleschi. Il ruolo principale della pornografia, però, è quello di destabilizzante sociale, tendente a trasformare il rapporto tra uomo e donna dal punto di vista spirituale, di coppia che si unisce per perpetuarsi tramite la progenie, apportando il proprio contributo alla sopravvivenza della società, in puro atto sessuale edonistico. 

Questa trasformazione del modo di intendere i rapporti tra uomo e donna ovviamente distorce i rapporti sociali su cui la società si fonda, poiché distrugge il concetto metafisico di famiglia, come base, mattone su cui il corpo sociale e lo stato si basano (basti pensare alla repubblica di Weimar, dove pornografia e perversione erano propedeutici al dominio sociale, politico ed economico degli Sprepuziati). In una società sana la pornografia non sarebbe nemmeno concepita (ma voi riuscite a immaginarli, gli antichi romani, che si riuniscono in un teatro a masturbarsi guardando un uomo ed una donna che fanno sesso? Magari un bel negrone africano e una donna germanica?). Ovviamente quando parlo di società sana non mi riferisco ad una società puritana, realmente “sessuofoba” in cui il sesso era considerato vero e proprio peccato; anche questo estremismo è antisociale. In una società tradizionale, la libertà sessuale esisteva realmente ma era casta, oserei dire quasi pura e non solo da parte maschile, ma anche femminile. Il rapporto tra uomo e donna (anche quello sessuale) era spontaneo, non era vissuto né come peccato, né come ricerca di un piacere animalesco. 

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