Testo di Alessandro Benigni
La violenza dell’inganno più terribile. Quello inflitto ad un bambino, solo per soddisfare i desideri perversi di adulti – con seri problemi. E i buonisti a riempirsi la bocca di tolleranza, “rispetto perché le diversità” e “… ma a te cosa cambia?” sono i complici di questo schifo. Tipica immagine da “Finestra di Overton: l’idea è di abituare allo schifo, per far passare poi tutto. Purtroppo funziona: ciò a cui si è abituati, diventa pian piano sopportabile e poi perfino accettabile). La questione non riguarda solo i transgender che decidono di avere figli, mostrandosi poi per quello che non sono (con effetti psicotici terribili per i bambini sottoposti a questo inganno). E non riguarda nemmeno (solo) la vendita di bambini, ai quali saranno raccontate balle fino a quando non avranno la cognizione di capire da soli che cosa è stato fatto loro (con quale diritto, poi?). Il punto focale riguarda invece l’immagine complessiva dell’uomo – e quindi della donna – che si nasconde dietro questa facciata di “nuove conquiste di libertà“. Una confusione di ruoli, una perdita d’identità che prelude alla disposizione di un nuovo modello umano: un unico indistinto, uni-sex appunto, del tutto fluido ed incapace di identificarsi, quindi di maturare un Io in grado di porsi in modo autonomo e critico nei confronti del circostante. Un perfetto oggetto di potere e di dominio.
Infatti, che cosa ci aspetta in futuro? Jared Diamond, rinomato biologo e fisiologo statunitense, prospetta scenari incredibili: “Non sarei sorpreso se alcuni dei miei colleghi più giovani, e certamente gli uomini della generazione di mio figlio, sfruttassero la possibilità di allattare i propri figli. L’ostacolo che rimarrà non sarà più di carattere fisiologico, ma psicologico: ragazzi, siete tutti in grado di superare la vostra fissazione che l’allattamento al seno è un affare per le donne?”. (fonte Medicina on line) L’affermazione che anche l’uomo possa allattare – sia pure in casi eccezionali – è destinata ad aprire un’altra “Finestra di Overton“. Si parte dall’eccezione, dal caso più unico che raro.
Se ne parla, se ne discute facendo slittare pian piano l’oggetto della discussione nel panorama del socialmente condiviso e quindi della normalità. Per porre alla fine la classica domanda “perché no?“. Domanda alla quale, alla fine di questo percorso (che è in realtà un metodo di ingegneristica sociale per normalizzare quello che si vuole) nessuno sa più rispondere. È infarti chiaro che se anche un uomo può allattare, anche questa forma di attaccamento – prerogativa esclusiva della madre, in quanto prolungamento dell’attaccamento intrauterino – può essere svolta da chiunque. Perché non da due, o tre, o quattro gay? Non dimentichiamolo: si sta infatti sdoganando anche il “poliamore“. Sempre con il medesimo trucco, la Finestra di Overton.
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