domenica 13 marzo 2022

Anche i bambini vanno bene in guerra, se sono dalla parte giusta!


Testo di Andrea Sperelli

Dal mostro al mito. Per una vita, i radical-pacifisti ci hanno ammorbato le menti con i loro rimandi a Gandhi e Luther King. Ma in questi giorni, a quanto leggo, tutto può essere messo in discussione e - Bonino in testa - le tattiche della non-violenza possono essere serenamente dichiarate inutili e suicide, senza dover essere accusati di essere dei brutali "interventisti" o sciagurati "guerrafondai". Ma non solo, ci si è spinti oltre: assistiamo addirittura ad un processo di "poeticizzazione" dei bambini come soggetti attivi nella guerra: si vedano, nello specifico, i toni con cui si parla del loro coinvolgimento nella preparazione delle molotov per la resistenza ucraina o i commenti estasiati di fronte all'immagine di una ragazzina con lecca-lecca in bocca e fucile sotto braccio, nuova icona, per i tempi a venire, dell'estetica neo-pacifista "peace & arms" a sostegno yankee. Quanto siamo lontani dalla "mostrificazione" di quei giovani appena adolescenti che, nel crepuscolo di un'Europa in agonia, armi in mano e patria nel cuore, difesero fino all'ultimo respiro una Berlino stuprata - in tutti i sensi - dall'assalto dell'Armata Rossa; quanto è diversa e tetra, la musica, quando ci raccontano dei bambini arruolati nella resistenza palestinese contro gli invasori appoggiati dall'Occidente intero; e quanto è ributtante la vostra ipocrisia.

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