Fonte: Rischio calcolato
Dunque l’Italia confina con: Francia, che attualmente esercita un
moderato controllo alle frontiere, che però tende a diventare sempre
più forte, e con le elezioni che si avvicinano diventerà un muro. Svizzera, che non fa passare nessuno, e
rimanda indietro quelli che sfuggono ai controlli.
Austria, che ha gli stessi problemi
della Francia a livello politico e sta pensando alla costruzione di
una serie di muri. E’ di oggi la notizia dello stop alle richieste
di asilo e all’attivazione dei respingimenti (come in Svizzera). Slovenia, che ha già eretto i primi
muri con la Croazia e che non si farà scrupolo di farlo con l’Italia. Sarebbe meglio tenere bene a mente
quello che accade sul terreno più che discutere su come vorremmo che
fosse la realtà. L’Italia effettivamente non può
erigere muri e tuttavia è falso affermare che non esista una via per
respingere (e riportare in Africa) i migranti. Si tratta di una
scelta. Una precisa scelta politica che non ha
nulla a che fare con una ideologia, la carità oppure il buonismo. E’
una precisa scelta per l’utilizzo di denaro pubblico nella così
detta accoglienza. Un fiume di denaro pubblico che va a enti
cattolici, cooperative bianche, cooperative rosse, amici dei
politici. Lo schema solito e perfetto.
A pagare sono i cittadini: con l’ennesimo sperpero di denaro, con la propria incolumità e il
peggioramento degli standard di vita sul territorio. Pare banale dirlo, ma questi immigrati africani, intrappolati in Italia, avranno fame, avranno freddo,
vorranno il calore umano di una donna. Capisco che sollevare il problema oggi
appare politicamente scorretto, tuttavia credo che, prima di ogni
altra politica di aiuto ai paesi africani, l’Italia debba spendere
risorse e denaro pubblico per una politica feroce e inflessibile dei
respingimenti, utilizzando l’esercito e tutta la sua influenza per
costringere i paesi di partenza a riprendersi tutti indietro. E non
mi venite a dire che è impossibile. Stiamo parlando o di nazioni a
cui manca tutto, oppure di nazioni che dipendono dall’Italia per il
loro export di beni e idrocarburi. Io resto esterrefatto per come questo
enorme problema di ordine pubblico, sanitario e di identità venga
ignorato. E so già che verrà ignorato fino a quando una catena
irreparabile di eventi avrà ammazzato, ferito, stuprato abbastanza
italiani. Io me ne rimango qui. Siate
consapevoli, siate preparati.
L'Italia non può erigere muri perché non li vuole erigere. Nel caso dell'Italia è evidente che non si possono erigere muri di cemento o di altro materiale. Ma si può erigere un muro di sbarramenti di navi a poche miglia dalle coste della Libia anche perché i barconi sono da considerare alla stregua di natanti di pirati secondo le leggi internazionali del mare, non battendo bandiera di alcuno Stato. In questo senso non vi è nemmeno distinzione tra profughi di guerra e migranti economici: sono entrambi invasori. E dagli invasori bisogna difendersi.
RispondiEliminaQui siamo al paradosso che i gommoni bianchi su cui vengono sistemati i "profughi" per la foto ricordo, a poche miglia dalla costa libica, ultimamente glieli passa la marina militare italiana. Che ha ordini precisi.
EliminaLa Santanché, poverina, può sbraitare quanto vuole, ma le logge massoniche sono più forti.