Fonte: Corriere della Sera
Lisa Borzani, 37 anni, bancaria
padovana, si è imposta fra le donne nella durissima gara di 339
chilometri con un tempo di 91 ore. Ha corso per quattro giorni e
quattro notti: «Niente carne, vino e sale e non ho problemi». Da piccola la chiamavano Grillo perché
amava saltare. Poi si è evoluta e ora è diventata Lisetta, la
regina del Monte Bianco. Ha corso per quattro giorni e quattro notti
fra rocce, boschi, prati e ghiaioni. È salita su ventotto montagne,
ha attraversato una ventina di valli, ha percorso 339 chilometri per
30 mila metri di dislivello. Infine, alle cinque del mattino di
giovedì scorso, quando il sole non era ancora spuntato sulle crode
del Monte Bianco, consumata e felice Lisa Borzani ha tagliato il
traguardo di Courmayeur alzando le braccia sottili in segno di
vittoria. Prima classificata al Tor des Géants, la gara di endurance
che si snoda lungo le Alte vie della Val d’Aosta.
Nessun deficit
Un massacro e, per l’ultra maratoneta
Lisetta, un’impresa straordinaria. Per varie ragioni: perché «il
Tor è il massimo, è bellezza, durezza e confronto con te stessa»;
e perché non è più una ragazzina con i suoi 37 anni; e poi per
come si alimenta: «Sono vegetariana». Proprio così, questa esile
veloce infaticabile atleta dalla volontà di ferro ha scelto di
togliere la carne dal suo menù. «Mi fanno tutti una testa così con
questo discorso, dicendomi che potrei avere dei deficit energetici,
ma io al momento sto bene, anzi, molto bene».
Rincorro cose essenziali
Bandita la carne, bandito il vino,
bandito il sale. «Un po’ per scelta ma anche perché Paolo non
può. Io e Paolo ci siamo proprio trovati, corre anche lui, ci
alleniamo insieme e mangiamo le stesse cose». Paolo Pajaro, 58 anni,
è il suo compagno di vita, di sport e di banchetto. Sulla loro
tavola abbondano soia, piselli, fagioli, lenticchie, ceci, tofu,
uova. E frutta dei Colli euganei, dove vivono in un’appartamentino
di fortuna. «Stavamo in una casetta isolata nel bosco, dove si
poteva arrivare solo a piedi, sei minuti di salita. Poi c’è stata
una frana e siamo scesi». Una vita fuori dal comune, la loro. «Siamo
appassionati di natura, di semplicità. Rincorriamo le cose
essenziali del mondo».
150 chilometri a settimana
Niente televisione, per il computer
vanno alla biblioteca comunale, a casa due soli tocchi di modernità:
la macchina del pane e il germogliatore di semi di soia. Le giornate
di Lisa, bancaria laureata in Economia e commercio, sono scandite
dalla corsa: «Primo allenamento alle 6 del mattino, un’ora. Poi al
lavoro e rientro alle 5 del pomeriggio per il secondo allenamento di
2 ore». Mediamente 150 chilometri a settimana, con punte di 300.
Weekend? «Sul Grappa e sul Summano, Prealpi vicentine, per il lungo:
5-6 ore». Passione? «Letture di libri su criteri di allenamento».
Cos’è la corsa: «Un luogo dell’anima, è rispetto
dell’ambiente. è benessere fisico e anche agonismo eh, non voglio
dire». Si ferma mai? «Solo se mi sgambettano».
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