Fonte: La Stampa
Insultata e picchiata per avere
indossato un paio di calzoncini su un autobus pubblico. Succede a
Istanbul, dove Aysegul Terzi, infermiera di 23 anni, ha visto il suo
ritorno a casa trasformarsi in un incubo. La ragazza stava tornando a casa nel
tardo pomeriggio dell’ultimo giorno di Kurbam Bayrami, la festa del
Sacrificio, la ricorrenza più importante del calendario islamico
dopo le celebrazioni che seguono la fine del Ramadan. Indossava un
paio di calzoncini in una Istanbul sonnolenta, dove l’autunno
sembra non voler arrivare e le temperature sono ancora decisamente
miti.
Preso l’autobus, si trovava in piedi
sul fondo della vettura quando ha iniziato a sentire prima un
mormorio e poi frasi distinte da parte dell’autista, sempre più
inquietanti. «Chi porta i calzoncini è il diavolo. Chi porta i
calzoncini deve morire». Stando alla testimonianza della ragazza, il
conducente l’ha successivamente presa a calci, colpendola anche al
volto. Nessuna delle persone presenti ha voluto aiutarla. I filmati
mostrano chiaramente la giovane che si accascia sul fondo della
vettura a causa delle percosse subite. Aysegul si è fatta lasciare in mezzo
alla strada e ha chiamato il padre, che l’ha portata in ospedale.
La sua storia è diventata subito trend topic su Twitter, con
l’hashtag #AyşegülTerzininSesiOlalım, ossia «diventiamo la voce
di Aysegul Terzi». La Turchia da tempo è sotto la lente di
ingrandimento per la sua deriva autoritaria e conservatrice. Il
timore di molti osservatori è che il fallito golpe dello scorso
luglio e le conseguenti purghe del Presidente Erdogan possano
accentuare questa tendenza.
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